"Nessun giorno ti cancellerà dalla memoria del tempo” (Interno del 9/11 Memorial Museum a NYC)
Dopo il rialzo di lunedì, i mercati azionari europei hanno registrato un ribasso, trascinati dalla debolezza del settore auto/ricambi, petrolio/gas e bancario. Unica nota positiva è il comparto immobiliare, che sconta le attese per un ribasso dei tassi di interesse. Negli Stati Uniti, i mercati azionari si sono mossi invece in controtendenza, con il Nasdaq in rialzo di oltre l’1%, dopo il rally di lunedì che ha visto il Dow, l’S&P e il Nasdaq guadagnare oltre l’1%, segnando il maggiore recupero settimanale dell’S&P dalla crisi della Silicon Valley Bank. In questo contesto, i rendimenti obbligazionari sono in generale diminuzione, il dollaro USA è misto: in rialzo contro euro, sterlina e dollaro australiano, ma più debole contro lo yen giapponese. L’oro è invece in crescita, mentre il WTI è sceso di oltre il 4% sui minimi da 18 mesi. Nonostante questo, la propensione al rischio è migliorata grazie alla percezione che i dati sull’occupazione USA non siano abbastanza deboli da minacciare la narrativa di un “atterraggio morbido”. Il rallentamento dell’economia dell’Eurozona alimenta infine le aspettative di un taglio dei tassi da parte della BCE. Occhi puntati sul dibattito presidenziale di questa sera negli USA (tarda notte in Italia) e sulla pubblicazione del CPI statunitense di agosto in calendario domani. A Wall Street le azioni della Trump Media & Technology Group sono salite di oltre il 3%, arrivando a superare la soglia dei $20 per la prima volta dal 28 agosto scorso. Quest’ultimo potrebbe fornire ulteriori indizi sul dibattito riguardante un rialzo dei tassi di 25 o 50 punti base alla riunione della Fed di settembre, anche se l’attenzione è ora maggiormente rivolta ai rischi legati al mercato del lavoro.
Apple (NASDAQ:AAPL) non delude ma…
Con i mercati ancora aperti, Apple ha svelato i nuovi iPhone 16, AirPods 4 e Apple Watch 10. Nonostante le novità, l’attesa per l’Apple Intelligence, il sistema di intelligenza artificiale, si è fatta sentire: il lancio è stato posticipato al prossimo mese negli Stati Uniti e non sarà disponibile in altre lingue prima del 2025. Inoltre, non sarà integrato direttamente sugli iPhone come molti si aspettavano. La notizia ha inizialmente creato qualche malumore, tanto che il titolo ha perso il 2% durante la giornata. Tuttavia, Wall Street ha reagito rapidamente, e Apple è riuscita a invertire la tendenza, chiudendo la giornata in positivo. La società della mela ha sempre dimostrato di saper navigare nelle tempeste. David Pascucci, analista di Xtb, ha spiegato che la vera forza di Apple sta nella sua capacità di generare margini in diversi settori, con entrate ben distribuite. A differenza di altre tech, come NVIDIA, che dipendono fortemente da specifici settori come i data center, Apple ha saputo diversificare il rischio. Ad esempio in occasione del lancio dell’iPhone 16, è stato annunciato che gli aggiornamenti software per AirPods Pro2 offriranno nuove funzioni per la salute dell’udito, come “Riduzione suoni intensi”, “Amplificazione conversazioni” e “Suoni di sottofondo”, oltre a una modalità apparecchio acustico “di livello clinico”. Questa notizia ha portato a una flessione del titolo Amplifon (BIT:AMPF) sino al 5%. Ecco perché il valore di mercato di 3 trilioni di dollari di Apple sembra essere ancora giustificato.
A Barclays (LON:BARC) piace il growth
In un report pubblicato martedì, Barclays ha ribadito il suo supporto alle azioni growth rispetto a quelle value, sia negli Stati Uniti che in Europa. Nonostante la recente debolezza dei titoli tecnologici statunitensi, la banca ritiene che i solidi fondamentali e le valutazioni attraenti continuino a giustificare questa strategia. Sotto i riflettori il calo atteso dei rendimenti dei dividendi che riduce uno dei principali fattori di supporto per le azioni value, rafforzando la loro preferenza per il growth. Negli Stati Uniti, Barclays punta sulle azioni a grande capitalizzazione, ritenendole più esposte a metriche di qualità e crescita come vendite e utili per azione. Le large cap offrono invece un rischio di leva finanziaria e rifinanziamento decisamente più basso rispetto alle small cap, rendendole più attraenti in questo contesto. In Europa, la banca vede invece un’opportunità nelle small cap, grazie a valutazioni che hanno raggiunto i minimi storici (attenzione quindi all’Euronext (EPA:ENX) Growth Milan). Anche se il calo dei rendimenti non ha ancora avuto un impatto significativo su questo segmento, Barclays rimane ottimista. Il Momentum è un altro tema chiave per Barclays negli Stati Uniti, dove ha mostrato ottime performance il mese scorso. La banca mantiene una visione positiva su questo fattore grazie ai suoi solidi fondamentali e valutazioni interessanti. In Europa, la posizione è più neutrale, con un focus maggiore sulle azioni growth. Barclays adotta un approccio negativo nei confronti dei titoli ad alta volatilità negli Stati Uniti, che considera costosi e con una qualità mediocre. In Europa, invece, la banca è neutrale sui titoli difensivi a bassa volatilità, ritenendo che le condizioni macroeconomiche non giustifichino un passaggio a strategie più conservative.
Dopo il rialzo di lunedì, i mercati azionari europei hanno registrato un ribasso, trascinati dalla debolezza del settore auto/ricambi, petrolio/gas e bancario. Unica nota positiva è il comparto immobiliare, che sconta le attese per un ribasso dei tassi di interesse. Negli Stati Uniti, i mercati azionari si sono mossi invece in controtendenza, con il Nasdaq in rialzo di oltre l’1%, dopo il rally di lunedì che ha visto il Dow, l’S&P e il Nasdaq guadagnare oltre l’1%, segnando il maggiore recupero settimanale dell’S&P dalla crisi della Silicon Valley Bank. In questo contesto, i rendimenti obbligazionari sono in generale diminuzione, il dollaro USA è misto: in rialzo contro euro, sterlina e dollaro australiano, ma più debole contro lo yen giapponese. L’oro è invece in crescita, mentre il WTI è sceso di oltre il 4% sui minimi da 18 mesi. Nonostante questo, la propensione al rischio è migliorata grazie alla percezione che i dati sull’occupazione USA non siano abbastanza deboli da minacciare la narrativa di un “atterraggio morbido”. Il rallentamento dell’economia dell’Eurozona alimenta infine le aspettative di un taglio dei tassi da parte della BCE. Occhi puntati sul dibattito presidenziale di questa sera negli USA (tarda notte in Italia) e sulla pubblicazione del CPI statunitense di agosto in calendario domani. A Wall Street le azioni della Trump Media & Technology Group sono salite di oltre il 3%, arrivando a superare la soglia dei $20 per la prima volta dal 28 agosto scorso. Quest’ultimo potrebbe fornire ulteriori indizi sul dibattito riguardante un rialzo dei tassi di 25 o 50 punti base alla riunione della Fed di settembre, anche se l’attenzione è ora maggiormente rivolta ai rischi legati al mercato del lavoro.
Apple (NASDAQ:AAPL) non delude ma…
Con i mercati ancora aperti, Apple ha svelato i nuovi iPhone 16, AirPods 4 e Apple Watch 10. Nonostante le novità, l’attesa per l’Apple Intelligence, il sistema di intelligenza artificiale, si è fatta sentire: il lancio è stato posticipato al prossimo mese negli Stati Uniti e non sarà disponibile in altre lingue prima del 2025. Inoltre, non sarà integrato direttamente sugli iPhone come molti si aspettavano. La notizia ha inizialmente creato qualche malumore, tanto che il titolo ha perso il 2% durante la giornata. Tuttavia, Wall Street ha reagito rapidamente, e Apple è riuscita a invertire la tendenza, chiudendo la giornata in positivo. La società della mela ha sempre dimostrato di saper navigare nelle tempeste. David Pascucci, analista di Xtb, ha spiegato che la vera forza di Apple sta nella sua capacità di generare margini in diversi settori, con entrate ben distribuite. A differenza di altre tech, come NVIDIA, che dipendono fortemente da specifici settori come i data center, Apple ha saputo diversificare il rischio. Ad esempio in occasione del lancio dell’iPhone 16, è stato annunciato che gli aggiornamenti software per AirPods Pro2 offriranno nuove funzioni per la salute dell’udito, come “Riduzione suoni intensi”, “Amplificazione conversazioni” e “Suoni di sottofondo”, oltre a una modalità apparecchio acustico “di livello clinico”. Questa notizia ha portato a una flessione del titolo Amplifon (BIT:AMPF) sino al 5%. Ecco perché il valore di mercato di 3 trilioni di dollari di Apple sembra essere ancora giustificato.
A Barclays (LON:BARC) piace il growth
In un report pubblicato martedì, Barclays ha ribadito il suo supporto alle azioni growth rispetto a quelle value, sia negli Stati Uniti che in Europa. Nonostante la recente debolezza dei titoli tecnologici statunitensi, la banca ritiene che i solidi fondamentali e le valutazioni attraenti continuino a giustificare questa strategia. Sotto i riflettori il calo atteso dei rendimenti dei dividendi che riduce uno dei principali fattori di supporto per le azioni value, rafforzando la loro preferenza per il growth. Negli Stati Uniti, Barclays punta sulle azioni a grande capitalizzazione, ritenendole più esposte a metriche di qualità e crescita come vendite e utili per azione. Le large cap offrono invece un rischio di leva finanziaria e rifinanziamento decisamente più basso rispetto alle small cap, rendendole più attraenti in questo contesto. In Europa, la banca vede invece un’opportunità nelle small cap, grazie a valutazioni che hanno raggiunto i minimi storici (attenzione quindi all’Euronext (EPA:ENX) Growth Milan). Anche se il calo dei rendimenti non ha ancora avuto un impatto significativo su questo segmento, Barclays rimane ottimista. Il Momentum è un altro tema chiave per Barclays negli Stati Uniti, dove ha mostrato ottime performance il mese scorso. La banca mantiene una visione positiva su questo fattore grazie ai suoi solidi fondamentali e valutazioni interessanti. In Europa, la posizione è più neutrale, con un focus maggiore sulle azioni growth. Barclays adotta un approccio negativo nei confronti dei titoli ad alta volatilità negli Stati Uniti, che considera costosi e con una qualità mediocre. In Europa, invece, la banca è neutrale sui titoli difensivi a bassa volatilità, ritenendo che le condizioni macroeconomiche non giustifichino un passaggio a strategie più conservative.