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Fed: per l’ultimo vertice del 2020 previste altre stime ma pochi interventi

Pubblicato 14.12.2020, 13:18

La Federal Reserve probabilmente non seguirà l’esempio della Banca Centrale Europea quando i policymaker si incontreranno questa settimana annunciando un forte aumento degli acquisti di bond. È difficile, come ha scoperto la BCE, calibrare una quantità giusta per il mercato, con i 500 miliardi di euro aggiunti che sono risultati in linea con le aspettative minime ed hanno deluso gli investitori.

Il Federal Open Market Committee quasi certamente, però, imiterà la BCE nel fornire un’idea più chiara su dove andranno le cose. Il tono dei commenti dei membri del FOMC poco prima che iniziasse il periodo di silenzio stampa la scorsa settimana lasciava intendere che non c’è un accordo pieno circa l’aumento della quantità o la composizione degli acquisti di bond, ma si trovano d’accordo sul fissare degli obiettivi.

Nuovo anno, nuove rotazioni nel FOMC

La Fed pubblicherà inoltre nuovi grafici per mostrare il livello di incertezza o rischio nella sintesi delle proiezioni economiche che accompagna il vertice del FOMC ogni tre mesi. Questi grafici saranno pubblicati nello stesso momento delle proiezioni e sostituiranno la spiegazione scritta delle prove precedentemente pubblicate con i verbali dopo tre settimane.

Non sono previsti altri cambiamenti per l’ultimo vertice dell’anno della commissione, che sarà anche l’ultimo prima dell’entrata in carica del nuovo presidente. Christopher Waller è stato confermato per uno dei due posti liberi all’interno del consiglio dei governatori all’inizio del mese. Non è certo se assumerà l’incarico in tempo per il vertice, ma ha comunque partecipato finora in quanto capo economista della Fed di St. Louis.

I governatori sono membri votanti permanenti all’interno del FOMC e quasi sempre seguono il cammino tracciato dal presidente. Col nuovo anno si avrà la rotazione di quattro capi delle banche regionali, che diventeranno membri votanti nella commissione. Occasionalmente, qualcuno di questi votanti dissente rispetto alla dichiarazione ma, in questi tempi di tassi di interesse quasi a zero, la distinzione tra “falchi” e “colombe” è diventata praticamente insignificante e i dissensi riguardando perlopiù le tempistiche.

Il capo della Fed di New York è inoltre un membro votante permanente per via del ruolo della banca nell’esecuzione della politica monetaria. Per un motivo storico, i capi delle banche regionali di Chicago e Cleveland diventano votanti ogni due anni, mentre quelli delle altre nove banche lo diventano ogni tre anni.

Dopo il vertice di questa settimana, la rotazione escluderà dalla votazione Patrick Harker di Philadelphia, Robert Kaplan di Dallas, Neel Kashkari di Minneapolis e Loretta Mester di Cleveland. Diventeranno invece membri votanti in occasione del vertice di fine gennaio per il 2021 Charles Evans di Chicago, Thomas Barkin di Richmond, Raphael Bostic di Atlanta e Mary Daly di San Francisco.

Per quel che vale, Kashkari viene considerato “colomba”, Kaplan è neutrale e Harker e Mester sono “falchi”. Per il 2021, Evans e Daly sono considerati “colombe”, Bostic neutrale e Barkin “falco”. Waller non è stato valutato in questi termini ma il suo capo a St. Louis, James Bullard, è considerato una colomba.

Dal momento che difficilmente Judy Shelton otterrà la conferma, ci sarà un altro posto vacante da riempire per il Presidente eletto Joseph Biden. Inoltre, il mandato di Jerome Powell come presidente scadrà nel febbraio 2022 e probabilmente sarà ricandidato o rimpiazzato molti mesi prima di questa data.

Sebbene il mandato duri in teoria 16 anni, la maggior parte di essi dura molto meno, in quanto vengono di solito nominati dei membri per mandati non scaduti. Ci sarà un bel turnover, in quanto i membri del consiglio hanno uno stipendio governativo (contrariamente ai capi delle banche regionali, i cui salari sono più alti), perciò Biden probabilmente si ritroverà con altri posti da riempire prima del 2025. Il mandato del vice Presidente Richard Clarida scadrà nel 2022 ed altri potrebbero andarsene.

Oltre a dare una direzione alla politica monetaria, la Fed è il principale ente regolatore negli USA. È stata più lenta rispetto alle altre banche centrali, come la BCE e la Banca d’Inghilterra, ad invitare le banche ad includere il rischio climatico nei suoi calcoli.

Ma ora la Fed sta contemplando l’inserimento del rischio climatico negli stress test, una decisione che ha incontrato l’opposizione dei legislatori Repubblicani al Congresso. 47 di loro hanno firmato una lettera indirizzata a Powell e a Randal Quarles, vice presidente per la supervisione, mettendoli in guardia da una mossa simile, spiegando che è “piena di speculazioni, incoerenze e si basa su proiezioni a lungo termine che potrebbero non mettere adeguatamente in conto il cambiamento delle dinamiche di mercato”.

La principale preoccupazione è che le banche smettano di dare prestiti alle compagnie di combustibili fossili e ciò potrebbe danneggiare un’economia che ha ancora bisogno di queste fonti di energia. Non è una controversia che si risolverà tanto presto, ma i mercati probabilmente anticipano le norme nel costringere ad un cambiamento.

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