Potrebbero essere come canarini nelle miniere di carbone?
Due membri del consiglio dei governatori della Federal Reserve, che raramente si esprimono, Michelle Bowman e Christopher Waller, sono inclini ad un aumento di mezzo punto del tasso overnight dei fondi Fed, in controtendenza rispetto ai tentativi degli altri policymaker di ridimensionare le aspettative di un aumento diverso dal canonico quarto di punto.
Michelle Bowman, ex commissaria bancaria del Kansas che nel 2018 era diventata la prima a ricoprire il ruolo della piccola banca nel consiglio istituito nel 2015, raramente parla della politica monetaria. Ma lunedì scorso si è detta aperta ad un aumento di mezzo punto se i dati dovessero richiederlo.
“Intendo supportare un’azione rapida e decisa per abbassare l’inflazione”, ha dichiarato ad una conferenza bancaria della American Bankers Association in California. Bowman ha ottenuto il seggio perché la sua famiglia possiede la Farmers and Drovers Bank a Council Grove, Kansas, e ci lavorava come vicepresidente.
I governanti sono membri votanti del Federal Open Market Committee, quindi che parli in pubblico o meno, Bowman fa parte dei nove policymaker che hanno diritto a votare sulla politica monetaria.
Poi, giovedì, un altro membro del consiglio, Christopher Waller, ha seguito fedelmente l’esempio del suo ex capo, il Presidente della Fed di St. Louis James Bullard, chiedendo un aumento di un intero punto percentuale del tasso Fed entro metà anno. Prima di unirsi al consiglio alla fine del 2020, Waller era capo economista della banca regionale di St. Louis.
“Diciamo sempre che abbiamo gli strumenti per combattere l’inflazione e ora dobbiamo dimostrare di volerli usare”
Ha dichiarato Waller in occasione di un evento dell’Università della California a Santa Barbara. Il Presidente della Fed Jerome Powell, in particolare, ama rassicurare il pubblico dicendo che la banca centrale sa come combattere l’inflazione.
Waller non ha reso molti discorsi essendo un membro recente del consiglio, ma potrebbe imitarlo. In California, si è detto a favore di un aumento di mezzo punto percentuale a marzo se l’inflazione dovesse continuare a salire.
Il dato sull’inflazione che la Fed segue più attentamente, l’indice PCE core, venerdì è risultato pari a ben +5,2% sull’anno a gennaio, rispetto al 4,9% di dicembre. L’aumento è stato del 6,1% tenendo conto dei prezzi volatili di energetici ed alimentari, quelli a cui prestano più attenzione i consumatori. Si è trattato delle letture più alta per l’indice rispettivamente dal 1983 e dal 1982.
L’incognita per la decisione della Fed in occasione del vertice FOMC del 15-16 marzo è quello che succederà in Ucraina, dopo che il Presidente russo Vladimir Putin ha dispiegato le sue forze armate in un attacco su più fronti, via terra, mare ed aria. Le forze ucraine, spesso aiutate da cittadini armati, stanno resistendo più del previsto, ma sembra probabile una divisione dell’Ucraina ed un governo fantoccio a Kiev.
L’aggressività dell’attacco di Putin ha spinto i paesi occidentali a scegliere di rimuovere alcune grandi banche russe dalla rete di pagamenti SWIFT, il che potrebbe paralizzare l’economia della nazione. Potrebbe anche richiedere alla Fed di adottare misure di emergenza per rendere disponibili dollari alle banche, per via degli sconvolgimenti dei pagamenti internazionali.
Il conflitto difficilmente farà saltare i piani della Fed
Allo stesso tempo, la potenziale interruzione delle forniture russe di greggio e gas, la cui paura ha immediatamente fatto schizzare i prezzi di riferimento sopra i 100 dollari al barile, non farà che esacerbare l’inflazione e potrebbe far aumentare il bisogno che la Fed agisca in fretta.
Il capo della Fed di Cleveland Loretta Mester, membro votante del FOMC quest’anno, giovedì ha reso noto che è ancora appropriato cominciare ad alzare i tassi a marzo e continuare nei mesi seguenti. Parlando in videoconferenza ad un evento dell’Università di Delaware, Mester ha affermato:
“Le implicazioni della situazione in Ucraina per le prospettive economiche a medio termine negli USA saranno prese in considerazione nel determinare il ritmo adeguato della rimozione dell’accomodamento”.
Anche altri capi delle banche regionali la scorsa settimana hanno confermato che la situazione in Ucraina difficilmente cambierà il piano della Fed di alzare i tassi a marzo. Tuttavia, alcuni economisti avvertono che l’intervento della Russia rappresenta un cambiamento nell’ordine del dopoguerra che potrebbe avere implicazioni di vasta portata. Al momento, però, sembra che l’inflazione surclassi altre considerazioni.