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Fed: policymaker più silenziosi del solito, l’immagine della banca sta soffrendo

Pubblicato 11.10.2021, 12:53

I presidenti delle 12 banche regionali della Federal Reserve solitamente parlano molto, creando quella che qualcuno considera una cacofonia di voci discordanti ma che altri vedono come una preziosa sfumatura per decifrare i trend delle opinioni dei policymaker.

Ma al momento non stanno parlando molto. Le dimissioni di due dei leader sono avvolte da un certo sospetto a causa del trading azionario, portando ad uno strano basso profilo tra i membri del Federal Open Market Committee. Innanzitutto, sono solo 10 i presidenti che possono intervenire.

E una di quelli intenzionati a parlare, il capo della Fed di San Francisco Mary Daly, sta ponendo enfasi sulla fiducia, proprio quella qualità che è stata colpita.

“La fiducia è il nostro strumento più importante”, ha dichiarato Daly a Kai Ryssdal di Marketplace. “Se non abbiamo la fiducia delle persone, allora niente di quello che facciamo ha importanza”.

E per assicurarsi che la gente capisca, Daly infierisce:

“Le persone devono sapere che stiamo facendo il nostro lavoro per loro, non per un nostro profitto personale, e quindi queste sono state delle settimane molto deludenti”.

Anche i membri del consiglio dei governatori sono stati relativamente silenziosi. Il vice Presidente della Fed Richard Clarida è finito sotto i riflettori per aver spostato milioni di dollari di fondi comuni dai bond ai titoli azionari l’anno scorso, proprio quando la Fed stava per dare il via all’enorme stimolo per supportare il mercato azionario.

Il Governatore Lael Brainard, tuttavia, non è così timida. Se non altro, Brainard probabilmente diventerà vice presidente per la supervisione alla scadenza del mandato di Randall Quarles questo mese. Potrebbe anche prendere il posto del Presidente Jerome Powell, con i progressisti che incrementano gli attacchi alle sue politiche regolatorie e le controversie sull’etica che pesano sul suo nome.

Brainard è intervenuta su come la Fed chiamerà le banche per dare conto sul rischio ambientale, un argomento in linea con entrambi i ruoli. Non solo la Fed inserirà i rischi ambientali negli stress test, ma guiderà le banche verso le nuove direzioni in cui vuole farle andare.

Secondo quanto dichiarato da Brainard la scorsa settimana:

“Infine, mi aspetto che sarà utile fornire indicazioni sulla supervisione per i grandi istituti bancari, che si sforzano per misurare, monitorare e gestire adeguatamente i rischi materiali legati al clima, sull’esempio di numerosi altri paesi”.

Il basso profilo è fondamentale; attesa per la scelta di Biden del Presidente

Invece, i membri del FOMC stanno parlando di argomenti di basso profilo. Loretta Mester di Cleveland, ad esempio, ha partecipato ad una conferenza sulla cyber-sicurezza e Raphael Bostic di Atlanta dovrebbe tenere un discorso sull’economia rurale in Georgia. Altri parteciperanno a vari eventi ad ottobre, non riguardanti la politica monetaria.

Gli analisti si aspettano che il FOMC proceda con un annuncio in occasione del vertice di inizio novembre per quanto riguarda la riduzione degli acquisti di bond, anche se il report sull’occupazione di settembre ha raggiunto appena la soglia fissata da Powell per essere “decente”. Sono stati aggiunti solamente 194.000 posti di lavoro, ma il dato di agosto è stato rivisto al rialzo e potrebbe succedere lo stesso con quello di settembre.

Daly di San Francisco è intervenuta a Face the Nation per commentare che è troppo presto per dire che il mercato dell’occupazione è “in stallo”.

“Ci saranno alti e bassi, soprattutto con la variante Delta”, ha detto. “Mi aspettavo che la Delta avesse un costo, ma non un’altra recessione, e ora stiamo assistendo a questo costo”.

Ma, fondamentalmente, tutti aspettano che la Casa Bianca prema il grilletto sulle nomine della Fed, soprattutto su chi sarà il presidente per i prossimi quattro anni. C’è anche un posto disponibile al consiglio dei governatori, composto da sette membri, e ci saranno almeno due uscite di scena nei prossimi mesi, e forse una terza se Powell non verrà rinominato.

La Casa Bianca, ovviamente, si preoccupa di far approvare i piani di spesa dal Congresso. Il governo ha avuto una tregua temporanea sul tetto del debito, ma i Repubblicani puntano ad ulteriori collaborazioni e due Democratici al Senato stanno opponendo resistenza alle migliaia di miliardi di dollari di spesa.

E quindi potrebbe volerci un po’ di tempo per gli annunci della Fed. O potrebbero arrivare questa settimana, chi lo sa?

 

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