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Flusso cedolare del 15,36% con un certificato su tre big cap italiane

Pubblicato 26.06.2024, 07:32
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Il certificato di BNP Paribas con ISIN XS2759262566 su Stellantis (BIT:STLAM), Banco BPM e Telecom Italia (BIT:TLIT) prevede l’erogazione di una cedola mensile del 1,28% per un flusso cedolare annuo del 15,36%, a condizione che nessuno dei tre sottostanti perda più del 40% dai valori iniziali, condizione valida anche per il rimborso del nominale alla scadenza.

Emesso il 17 giugno, il certificato è acquistabile intorno alla pari a 100,10€ con tutti e tre i sottostanti sopra al loro prezzo di strike. Il worst of del basket infatti è Telecom Italia a +0,27%, mentre Banco BPM segna +0,62% e Stellantis +2,05%.

Il certificato presenta, come la maggior parte dei cash collect attualmente quotati, l’effetto memoria sulle cedole, come fattore di ulteriore protezione. Tale effetto si attiva se ad una delle date di osservazione mensili uno o più sottostanti scendono al di sotto del livello barriera, ovvero in questo caso perdono più del 40% dai prezzi attuali. La cedola non verrebbe erogata, essendo per l’appunto al di sotto del livello barriera, ma non sarebbe persa, bensì accantonata “in memoria” e pagata successivamente alla prima osservazione utile nella quale tutti i sottostanti abbiano recuperato almeno il livello barriera.

LA SITUAZIONE DEL MERCATO
Continua il buon momento di forma del nostro listino, con il FTSE MIB che dopo un 2023 da top performer rimane tra i migliori da inizio anno. Nonostante la correzione delle ultime settimane infatti il listino milanese segna un +11,07% YTD. Dopo i massimi di metà maggio in area 35.500 punti sono arrivate le prime vendite, esplose poi in seguito agli esiti delle elezioni europee che hanno riportato le quotazioni a 32.500 punti, con una correzione del 8,5% in poche settimane. Tale correzione però è già stata riassorbita per quasi la metà della sua entità, dimostrando ancora una volta l’appetito verso il mercato italiano degli investitori.

Il basket del certificato è composto da tre dei principali titoli del nostro listino, ovvero Stellantis, Banco BPM e Telecom Italia.

STELLANTIS
Dopo aver toccato i suoi massimi storici a fine marzo oltre i 27€, il titolo ha invertito la tendenza dopo la trimestrale, correggendo di oltre il 30% in soli tre mesi. Su questi valori il titolo torna decisamente appetibile, ed infatti i target price degli analisti sono verso area 26€ con un giudizio pressoché unanime sul Buy. Risulta quindi ancor più protettiva la barriera posta a 11,388€, che sembra quasi irraggiungibile pensando ai valori che il titolo aveva solo tre mesi fa. Il prezzo di strike a 18,98€ è leggermente sopra al livello dal quale l’azione è rimbalzata la settimana scorsa.

Andamento grafico Stellantis; fonte Investing.com

BANCO BPM (BIT:BAMI)
Tra i titoli del basket quello più in forma è sicuramente Banco BPM. Anch’esso però ha corretto di circa il 10% dai massimi toccati a fine maggio. Il primo taglio dei tassi da parte della BCE a inizio giugno non sembra aver creato conseguenze sui titoli bancari europei, mentre qualche scossone in più l’hanno dato le tensioni sui titoli di Stato post elezioni europee. Il percorso di ridimensionamento dei tassi d’interesse sarà probabilmente meno rapido di quanto previsto e questo continuerà a portare benefici agli istituti bancari. Il prezzo di strike si trova a 6,086€, appena sotto ai prezzi attuali, mentre la barriera è posta a 3,6516€, vicino alla soglia dei 3,5€ che rappresentano un importante riferimento grafico per il titolo.

Andamento grafico Banco BPM; fonte Investing.com

TELECOM ITALIA
Continua invece la lateralità del titolo Telecom Italia, dopo la discesa in seguito all’ultima trimestrale, il titolo si è mosso in un range tra 0,20 e 0,25€. Il 1° luglio sarà ufficializzata la vendita della rete al fondo statunitense KKR, che renderà Telecom il primo operatore di un grande paese europeo ad essere separato dalla propria rete fissa. Questo le permetterà di spostare oltre la metà dei suoi attuali dipendenti e di ridurre di 14 miliardi la sua leva finanziaria, oltre che di essere più competitiva nei servizi retail. Il prezzo di strike si trova a 0,2244€ mentre la barriera è posta a 0,1346€, ben al di sotto dei minimi storici toccati dal titolo a fine 2022 poco sopra 0,17€.

Andamento grafico Telecom Italia; fonte Investing.com

PROTEZIONE E RENDIMENTO
Tutti e tre i sottostanti presentano livelli barriera e quindi di protezione molto profondi e questo è il fattore più importante in un certificato in quanto ci fa capire fino a dove il nostro capitale nominale e il flusso cedolare sono garantiti dall’emittente. Fino a che nessuno dei sottostanti scende sotto a tali livelli, infatti, il certificato paga una cedola mensile del 1,28% con un flusso cedolare annuo del 15,36%. Come già anticipato le cedole prevedono l’effetto memoria, quindi nel caso in cui uno dei tre titoli si trovi al di sotto del -40% alla data di osservazione, la cedola non viene pagata ma accantonata in memoria. Sarà sufficiente che entro la scadenza (anche eventualmente il giorno stesso della scadenza) il titolo worst of risalga al di sopra di tale livello per vedere erogate tutte le cedole precedentemente accantonate.

DURATA E POSSIBILE SCADENZA ANTICIPATA
La scadenza naturale del certificato è prevista per il 30 giugno 2026, con una durata di due anni, ma da dicembre 2024, precisamente dall’osservazione del 19 dicembre, è prevista la possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente, qualora tutti i sottostanti si trovino al di sopra del loro livello iniziale. Se anche solamente uno dei titoli si trova al di sotto del prezzo di strike, il certificato paga la cedola e si passa all’osservazione successiva, con le medesime opzioni. Dato l’acquisto ad oggi sulla pari, a 100,10€, in caso di richiamo anticipato alla prima data utile si avrebbe comunque un rendimento di oltre il 7,5% in meno di sei mesi, dato dall’erogazione di sei cedole mensili del 1,28% (totale 7,68%). Quindi anche in caso di richiamo anticipato, uno scenario estremamente positivo.

SCENARI A SCADENZA
La possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente sarà poi prevista ad ogni osservazione mensile e qualora non avvenisse prima della naturale scadenza, a giugno 2026 si avranno due scenari:
- il rimborso al nominale di 100€ a certificato qualora nessuno dei sottostanti si trovi in quel momento in ribasso di oltre il 40% dai prezzi iniziali. Si avrà in questo caso quindi un rimborso al nominale cui aggiungere le 24 cedole del 1,28% incassate nei due anni, per un totale del 30,72%. Va sempre ricordato che i certificati generano redditi diversi e in caso di minusvalenze presenti in portafoglio queste cedole permetterebbero di andarle a compensare, ottenendo quindi l’esenzione dal pagamento del capital gain fino alla completa copertura delle minus pregresse.
- rimborso in misura proporzionale rispetto alla performance negativa del worst of qualora almeno uno dei tre titoli si trovi sotto alla barriera di protezione. Se ad esempio Banco BPM dovesse scendere del 45% rispetto ai prezzi di strike, il certificato rimborserebbe 55€ su un nominale di 100€, anche se a tale valore andrebbero comunque sommate le cedole incassate nel corso della vita del prodotto.

RIEPILOGO
Con i listini azionari vicino ai loro massimi storici, l’investimento in certificati, in alternativa all’acquisto diretto dei sottostanti, permette di ottenere una buona remunerazione anche in caso di lateralità o di ribasso moderato (entro il 40%) del mercato. E’ importante in questa fase perciò identificare titoli che non siano ai loro massimi, in modo da incrementare ulteriormente il buffer di protezione. Se prendiamo ad esempio Stellantis, è difficile immaginare che dopo una correzione di oltre il 30% possa arrivare a perdere il 40% dai prezzi attuali. Ne consegue che acquistare il XS2759262566 può essere un’ottima alternativa al mercato azionario, proprio perchè permette di ottenere un flusso cedolare molto importante, pari al 1,28% mensile che corrisponde ad un rendimento annuo del 15,36% ma con una buona protezione, ovvero avendo sia il capitale nominale che le cedole protette fino a ribassi del 40% dai prezzi attuali di uno dei tre titoli sottostanti.

Va infine specificato che investire in certificati espone al rischio di fallimento dell’emittente e al rischio di azzeramento del sottostante, casi che possono provocare la perdita dell’intero investimento. In questo caso l’emittente è BNP Paribas che presenta un rating Aa3 (Moody’s), sinonimo di solidità dell'emittente. Il basket è composto da tre delle principali aziende del nostro paese, motivo per cui il rischio azzeramento del sottostante è limitato.

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