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Previsioni sul FOMC: niente tagli, ma occhio a questi tre aspetti

Pubblicato 29.04.2020, 08:40
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 28 aprile 2020

 Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Il dollaro USA è sceso bruscamente in vista degli eventi di mercoledì: il report sul PIL USA e l’annuncio di politica monetaria da parte della Fed. La fiducia dei consumatori è scesa al minimo degli ultimi quattro anni. Tra i due grandi eventi in agenda, il PIL potrebbe influenzare maggiormente i mercati rispetto al FOMC in quanto non sono previsti interventi sui tassi di interesse. Il PIL ci darà il primo segnale sulle conseguenze del COVID-19 sull’economia USA e capiremo se la contrazione sarà maggiore del previsto. Ci sono state solo due settimane di lockdown nel primo trimestre, dunque, gli investitori venderanno dollari immediatamente se i dati saranno deboli o se temeranno che quelli sul 2° trimestre siano peggiori. Una contrazione, di qualunque entità essa sia, sarebbe la prima dal 2011, e se il PIL dovesse scendere di oltre l’1%, sarebbe il calo maggiore degli ultimi 11 anni. Se il PIL dovesse crescere meno del previsto perché i dati comprendono solo due settimane di blocco delle attività, il dollaro potrebbe rimbalzare, ma il rally sarebbe di breve durata, in quanto gli investitori rivolgeranno la loro attenzione sulla Fed.

Dopo l’allentamento aggressivo di marzo, la Federal Reserve dovrebbe lasciare invariati i tassi questo mercoledì. L’obiettivo principale della banca negli ultimi mesi è stato quello di stabilizzare un mercato azionario che oscillava di 1000 punti al giorno e di iniettare liquidità nel sistema finanziario. Con queste misure ci è riuscita, ma ora gli investitori si concentrano sulla crescita. Dunque, per questo annuncio di politica monetaria, ci sono tre importanti questioni per la Fed:

1. Per quanto tempo resteranno bassi i tassi?
2. Quanto sarà forte la contrazione?
3. Quali altre misure può prendere la Fed?

Dopo i dati sul PIL del 1° trimestre, gli investitori vorranno vedere cosa si aspetta la Fed per l’economia quest’anno: Quanto sarà forte la contrazione? Per quanto tempo la Fed terrà i tassi vicini allo zero? Quali altre misure verranno prese? È fuor di dubbio che la Fed rinnoverà l’impegno a non alzare i tassi di interesse a breve. Dovrà riconoscere che l’economia è stata fortemente colpita dal COVID-19  e che la crescita nel secondo trimestre probabilmente sarà molto debole. Bisognerà vedere se il Presidente della Fed Jerome Powell metterà l’accento sulla “forte ripresa” che ci sarà alla riapertura dell’economia o sulla grande incertezza per il futuro. Se le dichiarazioni saranno condite di ottimismo, il dollaro potrebbe registrare un rally. Ma se dovesse suggerire che le nuove misure di distanziamento sociale porteranno ad una ripresa più lenta, il cambio USD/JPY potrebbe scendere sotto 106. I trader dovranno guardare alle previsioni della Fed sul PIL, al ritmo degli acquisti di asset e a qualsiasi adeguamento tecnico dei tassi per riserve eccessive. La banca ha già rallentato il ritmo degli acquisti con la normalizzazione della funzionalità dei mercati, dunque potrebbe renderlo ufficiale.

Le valute legate alle materie prime continuano a salire contro il biglietto verde, e questo non ci sorprende, considerando che l’Australia e la Nuova Zelanda stanno riaprendo le loro economie dopo aver contenuto con successo il coronavirus. Per entrambe le valute durante la notte si attendono dei dati importanti: dati commerciali della Nuova Zelanda e dati sull’inflazione australiana. L’inflazione dovrebbe essere salita in Australia nel primo trimestre, e questo dovrebbe portare ad un IPC relativamente stabile. Se abbiamo ragione, il rally del dollaro australiano dovrebbe rafforzarsi. Anche per il disavanzo commerciale della Nuova Zelanda si prevede un miglioramento, che dovrebbe innescare un rialzo del dollaro neozelandese. Il cambio USD/CAD è sceso sotto 1,40 per la prima volta in quasi due settimane. Considerando che i prezzi del petrolio sono in calo, questo ribasso è stato creato esclusivamente dalla debolezza del dollaro USA.

L’euro, che si era avvicinato a 1,09 all’inizio della seduta newyorkese è sceso. Prevediamo un euro debole in vista dei dati sul PIL della zona euro e del vertice BCE. Per domani sono attesi i dati sull’inflazione tedesca e sulla fiducia dei consumatori della zona euro e si prevedono letture deboli a tutto tondo. La sterlina ha chiuso la giornata in salita contro il biglietto nonostante i dati deboli della Confederation of British Industry (CBI) sul settore distributivo.

 

 

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