Sempre più lontano dalla media stagionale: ecco dove si dirigono i tassi di utilizzo settimanali delle scorte di gas naturale mentre il clima mite negli Stati Uniti genera un minore bisogno di riscaldamento.
La riduzione dell’utilizzo sia per il riscaldamento che per l’energia elettrica ha portato il prezzo spot del gas sull’Henry Hub a New York dal massimo di quasi sette anni di 6,47 dollari ad ottobre ad appena 3,63 dollari due settimane fa: un tonfo del 44%.
Sebbene il mercato abbia trovato supporto sopra 3,80 dollari ultimamente, le condizioni meteo non lo hanno fatto, restando tiepide per questo periodo dell’anno.
E questo ha fatto aumentare le scorte di gas USA di oltre il 4% da fine settembre, con la domanda che non è riuscita a mitigare la stabile produzione di gas secco, nonostante l’aumento delle esportazioni di GNL, gas naturale liquefatto.
Mentre i partecipanti dei mercati aspettano l’ennesimo aggiornamento settimanale sulle scorte statunitensi da parte della Energy Information Administration, le attese degli analisti seguiti da Investing.com sono di una riduzione minore del previsto, di 86 bcf di gas dalle scorte la scorsa settimana, per via del clima più mite del solito.
Fonte: Gelber & Associates
“Il caldo è ancora presente nel sistema attuale, con molte città nel Midwest vicine ai massimi storici (in termini di temperatura) oggi, con le anomalie di temperatura in alcune regioni nelle Pianure e nel Midwest sopra i 30 gradi” (Fahrenheit), afferma Dan Myers, analista di Gelber & Associates a Houston.
Il clima della scorsa settimana è stato più mite del normale, con 141 gradi giorno di riscaldamento (HDD) rispetto alla media trentennale di 161 sul periodo, secondo Refinitiv.
Gli HDD misurano di quanti gradi la temperatura media giornaliera è inferiore ai 65 gradi Farenheit (18 gradi Celsius) e vengono usati per stimare la domanda per il riscaldamento di abitazioni e uffici.
Il calo di 86 bcf della scorsa settimana è da paragonare al calo di 118 miliardi di piedi cubici della stessa settimana dell’anno scorso e alla media quinquennale (2016-2020) di un calo di 114 miliardi di piedi cubici.
Nella settimana precedente al 3 dicembre si è registrato un calo di 59 bcf di gas.
Se gli analisti hanno ragione, il calo della settimana terminata il 10 dicembre porterebbe le scorte a 3,419 mila miliardi di piedi cubici, l’1,8% in meno della media quinquennale e l’8,7% in meno rispetto alla stessa settimana di un anno fa.
A fine settembre, le scorte di gas ammontavano al 14,3% in meno della stessa settimana di un anno fa.
“Guardando al futuro, il caldo attuale dovrebbe influenzare anche le stime sulle scorte della prossima settimana, limitandole ad un calo di 66 bcf, mentre la media quinquennale resta a livelli a tripla cifra”, ha scritto Myers in una email di ieri ai clienti di Gelber & Associates, condividendola anche con Investing.com.
Myers nota che gli ultimi due report dell’anno sulle scorte di gas dovrebbero superare i 100 bcf, con le temperature più miti negli Stati Uniti che si ridurranno verso fine dicembre. Aggiunge:
“Al momento, dicembre 2021 è destinato a diventare il secondo dicembre più caldo degli ultimi 70 anni, dopo il dicembre 2015 in termini di HDD mensili”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.