Stati Uniti ed Europa lo dicevano da novembre ed ora è successo: la Russia ha invaso l’Ucraina.
E potrebbe avverarsi anche un’altra previsione di cui si parla da mesi: la riduzione delle esportazioni di gas russo verso l’Europa come reazione di Mosca alle sanzioni dell’Occidente.
Subito dopo l’annuncio del Presidente russo Vladimir Putin di un’azione militare speciale finalizzata alla “demilitarizzazione” e “denazificazione” dell’Ucraina, i future del gas naturale sull’Henry Hub a New York sono schizzati del 6%, oscillando a 4,85 dollari per unità termale.
Il greggio, Brent in testa, è già balzato del 6% raggiungendo picchi superiori ai 100 dollari al barile per la prima volta dal 2014, con i mercati energetici che mettono in conto il rischio di sconvolgimenti delle forniture per via della Russia.
Quindi, quanto in alto potrebbe arrivare il gas Henry Hub entro la fine della settimana?
È una domanda che dominerà i discorsi di oggi sul gas, eclissando l’aggiornamento settimanale sulle scorte USA della Energy Information Administration, e che probabilmente influenzerà il mercato nelle prossime settimane.
“Un forte slancio sopra i 4,92 dollari potrebbe catapultare i prezzi del gas naturale a 5,05 e 5,40 dollari”, dice Sunil Kumar Dixit, esperto di previsioni tecniche di skcharting.com.
È un livello vicino al picco di novembre di 5,88 dollari, quando sono iniziate le minacce della Russia all’Ucraina.
Ma se l’Europa comincerà a competere per ogni cargo disponibile di gas naturale liquefatto (GNL) USA per compensare i deficit delle forniture, allora l’Henry Hub arriverà almeno ad un range di 7-8 dollari, dicono alcuni analisti.
Al centro delle ipotesi sui prezzi del gas ci sono le sanzioni che sono già state annunciate da Washington e dagli alleati occidentali contro la Russia, e nuove misure sono in via di discussione al momento della scrittura.
Berlino ha evitato di prendere una decisione sugli importanti gasdotti Nord Stream 1 e Yamal, che sono ancora in funzione dalla Russia in Europa. Si tratta della rete che l’Europa probabilmente vorrà preservare per tenere, letteralmente, accesi luce e riscaldamenti nel blocco. Circa un terzo del gas bruciato in Europa arriva in questo modo.
La risposta russa alle sanzioni: bloccare il gas in Europa?
Questa è la rete che la Russia probabilmente chiuderà in risposta alle sanzioni con cui è stata colpita per l’Ucraina. Putin ha negato di avere questa intenzione. Ma aveva anche negato per tre mesi di avere intenzione di attaccare l’Ucraina.
A parte l’aumento dei prezzi Henry Hub, anche i tassi del gas nell’olandese Title Transfer Facility, un punto di scambio virtuale per il gas naturale, potrebbero schizzare mettendo in conto il rischio di una carenza di scorte, spiega Sindre Knutsson, a capo delle ricerche sui mercati del gas per Rystad Energy.
Da qui in avanti, l’Europa dovrà probabilmente contare sulle importazioni dal mercato del GNL USA, tra il calo delle esportazioni dall’Africa e le limitate possibilità di aumentare la sua produzione.
“Nel corso del 2022 e nel 2023, vediamo il rischio che i mercati europei possano registrare un deficit, lasciando la regione a dipendere dal GNL, con un impatto sui flussi globali”, afferma Knutsson.
“Significa che l’Europa dovrà competere con i compratori globali per ulteriori cargo di GNL, il che farà schizzare i prezzi”.
Le esportazioni di GNL USA sono aumentate di oltre 3 miliardi di piedi cubici al giorno (bcf/d) nel 2021, rispetto al 2020, con una media di 9,8 bcf/d nel 2021.
Stando così le cose, la crescita delle esportazioni di GNL dovrebbe continuare quest’anno ed il prossimo, raggiungendo una media di 11,5 bcf/d nel 2022 e di 12,1 bcf/d nel 2023, secondo le stime della US Energy Information Administration.
Per quanto riguarda i prezzi, il GNL è passato dai minimi storici di meno di 2 dollari del 2020 al massimo storico di 56 dollari nell’ottobre 2021. Al momento il prezzo di riferimento si attesta a circa 25 dollari per unità.
Fonte: Gelber & Associates
Previsto aumento delle esportazioni di GNL USA … per ora
Per l’aggiornamento settimanale sulle scorte in programma questo giovedì, gli analisti seguiti da Investing.com si aspettano un calo di 134 bcf, rispetto ai -190 bcf della settimana prima. Sarebbe la settima settimana di fila in cui l’utilizzo settimanale delle scorte di gas supera i 100 bcf, e in quattro di queste ha superato i 200 bcf.
Soprattutto, se il calo della scorsa settimana dovesse essere vicino al livello previsto di 134 bcf, le scorte risulterebbero 30 bcf in meno della media quinquennale per questo periodo dell’anno.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.