L’America potrebbe avere combustibile sottoterra più che sufficiente a restare calda quest’inverno, una consapevolezza che potrebbe far sudare freddo qualche investitore del gas naturale.
Dall’estate, i tori del gas hanno inseguito al rialzo i prezzi, nelle aspettative che le straordinarie quantità di combustibile prelevate dalle scorte per azionare i condizionatori potessero risultare in una carenza di scorte per il riscaldamento invernale.
Avevano ragione, in parte.
La stagione fredda 2018/19 cominciata con l’autunno il 23 settembre ha visto tra le più basse scorte di gas pre-invernali. Dai massimi iniziali di oltre 3 dollari per milione di BTU, il mercato è schizzato a 7 centesimi in meno dal massimo di 5 dollari per mmBtu quasi due mesi prima dell’inizio dell’inverno, il 21 dicembre. In passato, il gas era arrivato a 5 dollari solo nel 2014.
Da allora molto di questo entusiasmo rialzista si è ridimensionato. E potrebbe diminuire ancora di più con la produzione ai massimi storici di gas e l’inizio di inverno mite che hanno costretto le compagnie di servizi a conservare più combustibile e a prelevarne meno di quanto facciano di solito in questo periodo dell’anno per il riscaldamento.
La carenza di scorte di gas invernali su cui contavano i tori si sta riducendo
Ciò significa che l’enorme carenza delle riserve di gas invernali su cui contavano i tori del mercato potrebbe essere presto rimpiazzata da un surplus.
Il report settimanale di ieri sulle scorte e la domanda di gas pubblicato dalla US Energy Information Administration ha mostrato che il deficit rispetto alle scorte dello scorso anno si attesta al 7% ora in confronto al 20% del mese prima. E questo in seguito al fatto che la riduzione di gas per il riscaldamento della scorsa settimana è risultata pari a 91 miliardi di piedi cubici rispetto alla media quinquennale di 187 miliardi di piedi cubici per questo periodo dell’anno ed all’enorme diminuzione di 359 miliardi di piedi cubici dell’anno scorso.
Dan Myers, analista del gas naturale di Gelber & Associates a Houston, afferma:
“Il deficit delle scorte si è ridotto significativamente nelle ultime tre settimane e sarà colpito ancora nel prossimo report sulle scorte”.
Si riferisce alla settimana attuale, cominciata ancora una volta con un clima mite prima dell’improvvisa ondata di freddo di mercoledì.
Malgrado i dati ribassisti su scorte e domanda, i future del gas sul New York Mercantile Exchange sono tornati sopra il supporto critico di 3 dollari per mmBtu ieri, per la seconda volta quest’anno.
E questo rende ottimisti i tori come Scott Shelton, broker di ICAP (LON:NXGN) a Durham, in Nord Carolina, circa il fatto che l’impennata invernale del gas possa avvenire dopotutto, tra le indicazioni che il peggio dell’attuale caldo sia passato. In una nota di ieri, Shelton spiega:
“Sembra che le previsioni meteo sia in Europa che America comincino a concordare sul fatto che questo clima caldo stia per finire e che ci sono temperature più fredde all’orizzonte. La domanda è se saranno più fredde del normale o solo nella norma”.
Prezzo del gas sopra il supporto chiave di 3 dollari malgrado i cali settimanali ribassisti
Shelton ritiene inoltre che i future del gas siano tornati al livello di 3 dollari perché i produttori non sono intenzionati a scontare molto il gas fisico a febbraio, spesso l’ultimo mese più freddo dell’inverno.
“Penso che il sentiero di una resistenza minima sia finito per ora”, aggiunge.
Ma Dominick Chirichella, direttore del rischio e del trading dell’Energy Management Institute di New York, non crede che il clima sia del tutto fuori pericolo ancora. In una sua nota di ieri si legge:
“Le ultime previsioni a breve termine sulle temperature rilasciate oggi sono in linea con le previsioni di ieri. Si prevedono temperature normali nella costa orientale e temperature superiori alla norma nella maggior parte del resto del paese”.
Secondo Reuters, la scorsa settimana si sono registrati 174 gradi giorno di riscaldamento (HDD), rispetto ai 283 della stessa settimana dell’anno scorso ed alla media trentennale di 229 sul periodo. Gli HDD misurano di quanti gradi la temperatura media giornaliera è inferiore ai 65 gradi Farenheit (18 gradi Celsius). Vengono usati per stimare la domanda per il riscaldamento di abitazioni e uffici.
Continua il dibattito sul clima
Considerando i dati sugli HDD della scorsa settimana, Chirichella pensa che “la previsione sulla domanda di gas naturale per il riscaldamento sarà ancora inferiore al normale per questo periodo dell’anno nell’arco di tempo considerato dalle previsioni”. Aggiunge:
“Confermo le mie previsioni sul gas naturale come cautamente ribassiste, in quanto il mercato si trova ora al di sotto di un altro livello di supporto del range. Le previsioni meteorologiche a breve termine dovrebbero mostrare un ritorno a temperature superiori alla norma nelle regioni chiave degli Stati Uniti”.
Ma Myers di Gelber & Associates, che ha visto i prezzi del gas oscillare di ben il 20% in un solo giorno negli ultimi mesi a causa degli errori delle previsioni meteo, è pronto a dare ai tori un certo beneficio del dubbio sulla probabilità di un forte freddo nelle prossime settimane, malgrado le previsioni attuali. Afferma Myers:
“La maggior parte del resto dell’inverno, solo qualche settimana di freddo sostenuto e le forti riduzioni potrebbero riportare le scorte in una posizione precaria prima che finisca la stagione”.