Due settimane fa, avevo fatto questa domanda nel mio articolo sul gas naturale: Potrebbe raggiungere il range medio dei 4 dollari o meno, prima che arrivi il vero freddo negli Stati Uniti?
Al momento della mia riflessione, il contratto spot sull’Henry Hub a New York oscillava ad un massimo di oltre 5,03 dollari. Quello stesso giorno, si è attestato a 4,90 dollari.
Due settimane dopo, il contratto spot del gas naturale ha segnato un nuovo minimo di quattro mesi di 4,22 dollari ed ha chiuso gli scambi di ieri a 4,28 dollari. In due settimane, ha perso 62 centesimi, o il 13%.
Quel che è peggio è che, solo nelle ultime quattro sedute, il mercato è crollato di 1,17 dollari, o del 21% dalla chiusura del 26 novembre di 5,45 dollari, con la produzione maggiore ed il calo delle temperature che hanno pesato sul prezzo.
La scorsa seduta ha mostrato stabilità nel range dei 4,25-4,30 dollari al momento della scrittura (le 00:30 di mercoledì notte a New York (05:30 GMT), segnalando una ripresa nel range superiore dei 4 dollari o oltre.
Un incoraggiante report sulle scorte settimanale, atteso dalla Energy Information Administration alle 10:30 ET di oggi, alimenta l’ottimismo di coloro andati long sul gas dopo quattro giorni consecutivi di perdite.
Tuttavia, le oscillazioni del mercato del gas non sono qualcosa che può essere dato per scontato.
“Quest’area dei 4,20 dollari è un importante supporto per il “natty” in quanto è esattamente il livello a cui si trovava prima della corsa di settembre”, spiega John Kilduff, socio fondatore dell’hedge fund energetico Again Capital a New York.
“Tecnicamente, questo dovrebbe essere di nuovo il trampolino di lancio per il mercato, ma ovviamente potremmo andare ancora più giù”.
“La domanda è: quanto ancora più giù?” dice Kilduff.
Dan Myers, analista di Gelber & Associates, agenzia di consulenza sul mercato del gas a Houston, Texas, si trova d’accordo.
Fonte: Gelber & Associates
La scorsa settimana si è registrato un aumento delle esportazioni gas naturale liquefatto (GNL), tramite il terminal Sabine Pass di Cheniere Energy, spingendo i consumi complessivi di gas, nota Myers.
Sarà ancor più di supporto per il sentimento dei mercati il report sulle scorte per la settimana terminata il 26 novembre.
Fonte: Gelber & Associates
Secondo le stime degli analisti seguiti da Investing.com la scorsa settimana probabilmente sono stati utilizzati 57 bcf di gas dalle scorte, più del solito, in quanto un clima più freddo del normale ha comportato una domanda di riscaldamento maggiore.
E questo rispetto al calo di appena 4 miliardi di piedi cubici della stessa settimana dell’anno scorso e alla media quinquennale (2016-2020) di un calo di 31 miliardi di piedi cubici.
Nella settimana precedente al 19 novembre si è registrato un calo di 21 bcf di gas.
Se corretta, il calo della settimana terminata il 26 novembre porterebbe le scorte a 3,566 mila miliardi di piedi cubici, il 2,3% in meno della media quinquennale ed il 9,5% in meno rispetto alla stessa settimana di un anno fa.
Il clima della scorsa settimana è stato più freddo del normale, con 142 gradi giorno di riscaldamento (HDD) rispetto alla media trentennale di 134 sul periodo, secondo Refinitiv.
Gli HDD misurano di quanti gradi la temperatura media giornaliera è inferiore ai 65 gradi Farenheit (18 gradi Celsius) e vengono usati per stimare la domanda per il riscaldamento di abitazioni e uffici.
Guardando al mese prossimo, le stime iniziali per l’utilizzo delle scorte appaiono deludenti per via di un clima mite a dicembre, dice Myers.
La scorsa settimana è stata un’eccezione, ma le previsioni ultimamente non sono state straordinarie per il gas, spiegando il tonfo del 22% del prezzo della settimana precedente e quello del 13% della prima settimana di novembre.
Nonostante il clima generalmente mite, ci sono delle differenze tra le previsioni meteo, in quanto i dati europei indicano più caldo rispetto a quelli americani.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.