Il mercato forex continua a essere in balia degli sviluppi politici italiani e spagnoli; l’avversione al rischio è però diminuita un po’, gli investitori hanno fatto infatti un passo indietro per riesaminare la situazione.
Stamattina l’EUR/USD guadagna lo 0,50% e si è riportato verso 1,16, dopo aver toccato quota 1,1510, livello più basso da luglio 2017.
L’azionario europeo e, più in particolare, quello italiano, martedì mattina hanno un andamento migliore, con il FTSE MIB a +0,80% e l’Eurostoxx 600 in rialzo, seppur marginale, dello 0,05%.
Anche i titoli del Tesoro italiani hanno ottenuto richieste migliori, il rendimento del titolo a 2 anni è sceso al 2%, quello dei decennali si è stabilizzato intorno al 3%.
In questo clima di crescente euroscetticisimo, il franco svizzero ieri ha avuto un finale di seduta turbolento:
Il cambio USD/CHF ha toccato lo 0,9983 prima di cedere l’1,33%, attestandosi a 0,9851.
La coppia di valute ha archiviato la seduta intorno allo 0,99. L’EUR/CHF è sceso a un minimo di 1,1368 per poi rimbalzare a 1,1439.
Visto il forte deprezzamento dell’euro negli ultimi giorni, sarebbe più che ragionevole una fase di consolidamento.
Anche se gli investitori mostrano una maggiore propensione al rischio sul forex, il sentiment sull’azionario rimane per lo più negativo.