La maggiore trasparenza dell’OPEC con i tagli alla produzione per dimostrare che il mercato del greggio non è in esubero e il crescente ottimismo che Washington e Pechino arrivino ad un accordo commerciale malgrado le divergenze aiuteranno i tori del greggio a dare una nuova spinta per il greggio USA a 55 dollari questa settimana.
Per quanto riguarda i metalli preziosi, lo status del palladio come metallo scambiato con più valore al mondo potrebbe essere insidiato se gli analisti avranno ragione circa la tanto attesa correzione del metallo usato nelle auto dopo l’impennata di circa il 70% da agosto e di quasi il 10% di questo mese.
Sul mercato del greggio, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) ha aumentato gli sforzi per smentire le voci secondo cui i suoi membri non sono uniti e non stanno contribuendo ai tagli previsti pubblicando la produzione di ciascun paese partecipante all’alleanza OPEC+, compresi i paesi non membri dell’OPEC come Russia e Malesia.
Dominick Chirichella, direttore del rischio e del trading dell’Energy Management Institute di New York, afferma:
“La pubblicazione dei tagli (per paese) da parte dell’OPEC è un segnale di quanto sia seria nel tentare di rimettere le scorte e la domanda globali in equilibrio e di portare le scorte in un pattern di riduzione sostenibile”.
“Strong Buy” previsto fino a quando il WTI non raggiungerà i 60 dollari
Il greggio USA West Texas Intermediate ha toccato il massimo di sei settimane di 53,90 dollari venerdì ed è salito al massimo di 54,38 dollari negli scambi asiatici di questo lunedì. Le previsioni giornaliere per il WTI su Investing.com sono “Strong Buy”, con gli analisti tecnici che indicano un “Sell” solo quando l’attuale media mobile su 50 giorni raggiungerà la dma su 100 a 60 dollari. Il mercato dei future del greggio USA rimarrà chiuso quest’oggi per la festa di Martin Luther King e riaprirà domani.
A spingere gli scambi di venerdì è stata la notizia che la Cina, il principale acquirente mondiale di greggio, si sarebbe offerta di aumentare le importazioni annuali dagli Stati Uniti di oltre mille miliardi di dollari per mettere fine allo scontro commerciale. Ma il Rappresentante per il Commercio Robert Lighthizer sarebbe stato indifferente all’offerta, in quanto Pechino intende aumentare gli acquisti in un periodo di sei anni mentre il governo Trump vorrebbe un’azione più immediata.
Oltre alle iniziative dell’OPEC e della Cina, i tori che puntano al greggio West Texas Intermediate a 55 dollari hanno trovato un appoggio nei dati settimanali sul numero di impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti pubblicati dal gruppo del settore Baker Hughes, da cui è emerso un calo di 21 impianti, il maggiore in quasi tre anni.
La riduzione dell’attività di trivellazione spinge a chiedersi se il boom dello scisto USA, considerato il responsabile dell’attuale eccesso di scorte, nonché dell’esubero del 2014-17, continuerà la sua impennata incessante, soprattutto dopo che la U.S. Energy Information Administration la scorsa settimana ha previsto che la produzione nazionale raggiunga il nuovo massimo storico di 13 milioni di barili al giorno entro il 2020, ben al di sopra di quella saudita e russa.
Lo scisto resta un enigma
La newyorkese Energy Intelligence nella sua newsletter settimanale ha sottolineato come l’evoluzione dello scisto abbia fatto sì che il settore resti un enigma, complicando gli sforzi dell’OPEC per gestire le scorte, nonché la capacità del mercato di indicare segnali di prezzo appropriati per gli investimenti nella crescita della produzione.
L’agenzia Petroleum Intelligence Weekly aggiunge:
“Lo scisto sarà in qualche modo determinante per i prezzi del greggio, con oscillazioni tra circa 50 e 80 dollari determinate in parte dal grado in cui i produttori di scisto ridurranno o aumenteranno la produzione. Ma pensiamo anche che lo scisto possa diventare meno sensibile ai prezzi, con gli sviluppi che porteranno a sempre più operazioni nelle mani dei principali produttori e di grandi produttori indipendenti”.
Per quanto riguarda il palladio, aumentano le aspettative che il mercato possa vedere una correzione significativa dopo che il suo prezzo spot la scorsa settimana ha incrociato la zona di 1.400 dollari l’oncia, sebbene qualcuno sia ancora dell’idea che il metallo possa salire ancora, arrivando a 1.500 dollari. Le previsioni giornaliere sul palladio spot di Investing.com sono “Strong Buy”, con la resistenza di Fibonacci più forte stimata a 1.480,13 dollari.
La correzione del palladio potrebbe riportarlo a 1.250 dollari
Dopo aver superato i massimi del 2019 dell’oro di oltre 1.300 dollari il 4 gennaio, il prezzo spot del palladio ha segnato altri massimi, culminando nell’impennata di giovedì che lo ha portato per la prima volta sopra i 1.400 dollari.
La corsa del palladio è stata incoraggiata dalle misure di stimolo mirate ad aumentare il possesso di auto in Cina. Ha contribuito anche la previsione di Metals Focus Ltd. secondo cui le scorte resteranno in deficit quest’anno per l’ottavo anno consecutivo.
Walter Pehowich, analista del settore e vice-presidente esecutivo di Dillon Gage Metals ad Addison, in Texas, afferma che le previsioni di una carenza di scorte tra 250.000 e 1.000.000 di once per tutto il 2019 per il palladio indicano un mercato alto sulla schiuma e basso sui fatti.
Afferma Pehowich: “Considerato quanto in alto siamo arrivati e quanto rapidamente, il prezzo del palladio non attende altro che una correzione, soprattutto se le notizie (su una carenza di scorte) cominceranno a scarseggiare”. Aggiunge:
“Se arriverà altro metallo sul mercato … potrebbe avvenire un selloff. Ed è quello che mi aspetto che succeda”.
Anche Philip Streible, esperto senior di strategie dei mercati dei metalli preziosi di RJO Futures a Chicago, pensa che possa avvenire una violenta inversione del palladio anche se “potrebbe facilmente superare i 1.500 dollari”.
Aggiunge: “Mi aspetto che scenda a livelli più normali vicini alla zona dei 1.250 dollari. Un piccolo tonfo potrebbe cogliere di sorpresa molte persone”.