La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 11.07.2018
Malgrado la decisione di Russia ed Arabia Saudita di aumentare rapidamente la produzione, il mercato del greggio continua ad essere inondato da notizie di scioperi degli operai e di interruzioni della produzione. E questo è ovviamente un fattore rialzista per il prezzo del greggio.
Nonostante la richiesta del Presidente USA Donald Trump di aumentare la produzione per far scendere i prezzi, i mercati si stanno probabilmente dirigendo sulla strada opposta. Ecco un riassunto di 7 eventi regionali e del perché finiranno per far schizzare il prezzo dell’oro nero.
1. Norvegia
Gli operai degli impianti offshore di petrolio e gas norvegesi hanno votato a favore di uno sciopero dopo aver rifiutato un accordo sui compensi. Almeno un giacimento operato da Royal Dutch Shell (NYSE:RDSa) è stato chiuso.
2. Libia
Gli scontri in Libia hanno comportato interruzioni significative della produzione petrolifera del paese. La produzione è scesa a soli 527.000 barili al giorno dai precedenti picchi di 1,28 milioni di barili al giorno. Secondo il presidente della compagnia petrolifera nazionale libica, la produzione della nazione dovrebbe diminuire ancora di più.
3. Gabon
Gli operari della filiale di Total (NYSE:TOT) in Gabon hanno iniziato uno sciopero di 15 giorni, a partire dal 9 luglio. Total produce 54.000 barili al giorno in Gabon, su un totale di circa 200.000 barili al giorno.
4. Canada
Syncrude ha annunciato che il suo impianto di sabbie bituminose non ritornerà in piena attività prima di settembre. Anche se si prevede un ritorno di 150.000 barili al giorno a metà luglio e di altri 100.000 ad agosto, il resto della produzione potrebbe non arrivare fino a metà settembre.
5. Iran
Secondo Platts, la produzione di greggio iraniana è scesa a 3,80 milioni di barili al giorno a giugno. L’India al momento sta lavorando per ridurre le importazioni dall’Iran, in quanto di recente gli USA hanno reso noto che non garantiranno alcuna esenzione al paese per continuare ad importare greggio iraniano dopo l’entrata in vigore delle sanzioni a novembre. L’India è il secondo principale importatore di greggio iraniano, dopo la Cina.
6. Stati Uniti
La produzione negli Stati Uniti è stabile a 10,9 milioni di barili al giorno. La carenza di capacità degli oleodotti nelle regioni produttrici dovrebbe ridurre la crescita della produzione nel resto del 2018.
7. Venezuela
La produzione petrolifera in Venezuela è scesa di altri 6.000 barili al giorno a giugno ad un minimo di 1,30 milioni di barili al giorno, secondo Platts. Il Venezuela spera che i nuovi investimenti cinesi nella fascia dell’Orinoco possano riuscire a far salire presto la produzione. Tuttavia, anche se la produzione dovesse crescere in quella zona, riuscirebbe a malapena a controbilanciare il previsto calo della produzione nelle altre regioni produttrici nel paese.
A fine giugno, il Presidente Trump ha chiesto di alzare la produzione al fine di abbassare i prezzi e Russia ed Arabia Saudita lo stanno effettivamente facendo. Tuttavia, tutti i fattori sopra elencati stanno facendo da contrappeso all’aumento della produzione. Ecco perché, almeno per il momento, il prezzo non scenderà.