Sconto Black Friday! Risparmia il massimo su InvestingProFino al 60% di sconto

I banchieri centrali on credono nel picco dell’inflazione

Pubblicato 29.11.2022, 15:15
  • Colombe e falchi della Fed vedono la necessità di ulteriori aumenti dei tassi per limitare i prezzi
  • Anche i policymaker della BCE prospettano altri aumenti, con i paesi che aiutano i consumatori
  • L’ex capo della Bundesbank Weidmann potrebbe ottenere un ruolo importante nel FMI
  • Scegliete un numero: proviamo ad indovinare dove sarà l’inflazione USA tra un anno.

    John Williams, Presidente della Federal Reserve Bank di New York e vice-presidente del Federal Open Market Committee, dice che l’inflazione statunitense sarà ancora al 3% tra un anno.

    In base all’indice PCE, l’inflazione potrebbe rallentare dal 6,2% di settembre a circa il 5%-5,5% entro fine anno, ma restare alta per la maggior parte del prossimo anno, ha detto ieri all’Economic Club di New York.

    Mohamed El-Erian, economista che sta mettendo in guardia dall’inflazione persistente ormai da oltre un anno, afferma che il tasso di inflazione potrebbe restare intorno al 4%, con i continui sconvolgimenti delle filiere per un allontanamento dalla globalizzazione che lo mantengono alto. Questo allontanamento non è “temporaneo o rapidamente reversibile”, dice.

    I sondaggi sulle aspettative dei consumatori sull’inflazione non sono molto più bassi, oscillando intorno al 3% in 3 o 5 anni.

    I verbali del vertice FOMC di inizio novembre, pubblicati la scorsa settimana, hanno confermato le aspettative dei mercati che la Fed rallenterà il ritmo degli aumenti dei tassi, passando probabilmente ad un aumento da mezzo punto, rispetto ai tre quarti di punto degli ultimi quattro vertici.

    Tuttavia, gli analisti si aspettano che il Presidente della Fed Jerome Powell metta i mercati davanti alla realtà, quando parlerà domani alla Brookings Institution. Proprio come aveva fatto al simposio di Jackson Hole ad agosto, probabilmente avviserà gli investitori che cavalcano un rally del mercato azionario che c’è ancora del lavoro da fare.

    E Williams ha usato queste esatte parole ieri:

    “Ma c’è ancora molto altro lavoro da fare”.

    E lui tende ad essere cauto.

    Loretta Mester, capo della Fed di Cleveland, molto più interventista, ha riferito al Financial Times ieri che pensa sia meglio restare prudenti. “Considerato dove ci troviamo in termini di letture sull’inflazione, le prospettive e i rischi, continuo a dare più peso al rischio maggiore o al costo maggiore di non fare abbastanza”, ha dichiarato.

    Anche i falchi della Banca Centrale Europea si fanno sentire: gli investitori si aspettano che la banca moderi gli aumenti dei tassi e non replichi i due recenti grossi aumenti da 75 punti base il mese prossimo.

    Isabel Schnabel, membro tedesco del consiglio direttivo, afferma che il consiglio ha poco spazio di manovra per rallentare gli aumenti dei tassi, perché gli aiuti governativi alle famiglie per il caro energia manterranno alta l’inflazione.

    “Nel contesto attuale, c’è il rischio che le politiche monetarie e fiscali vadano in direzioni opposte, portando ad un mix subottimale”, ha avvertito giovedì. Ed ha aggiunto:

    “Molte misure fiscali popolari tra l’elettorato, come rigidi tetti al prezzo o ampi incentivi, rischiano di alimentare ulteriormente l’inflazione a medio termine, il che potrebbe alla fine costringere la politica monetaria ad alzare i tassi di interesse oltre il livello che sarebbe considerato appropriato senza stimolo fiscale”.

    Klaas Knot, capo della banca centrale olandese, spesso definito il policymaker più “falco” nel consiglio direttivo della BCE, ritiene “ridicoli” i timori che la BCE rischi di inasprire eccessivamente.

    La recessione non è una conclusione scontata, ha dichiarato a Parigi, ma la BCE deve assicurarsi che la crescita rallenti.

    “Per riportare l’inflazione all’obiettivo, avremo bisogno di un periodo prolungato in cui almeno la crescita sia sotto il potenziale, perché altrimenti la disinflazione non sparirà mai. La mia preoccupazione è sempre e solo l’inflazione”.

    Parlando di falchi, l’ex capo della banca centrale tedesca, Jens Weidmann, probabilmente sarà il candidato di Berlino a capo del Fondo Monetario Internazionale: la Germania pensa che sia arrivato il suo turno al FMI. Weidmann, che ha spesso chiesto politiche restrittive alla BCE, ha lasciato la Bundesbank l’anno scorso e di recente è stato nominato presidente dell’organo di vigilanza di Commerzbank.

    Kristalina Georgieva, attuale direttore generale del FMI, non se ne andrà prima di ottobre 2024, ma sembra che non avrà un secondo mandato e si sono già aperti i giochi per scegliere il suo successore.

Ultimi commenti

Prossimo articolo in arrivo...
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.