Market Brief
Stanotte la coppia NZD/USD ha subito un duro colpo dopo la pubblicazione dei dati sul lavoro, risultati inferiori alle attese. Nel primo trimestre, il tasso di disoccupazione è salito al 5,8% rispetto al 5,5% previsto (il rilevamento precedente è stato rivisto al rialzo dello 0,1%, al 5,8%). Il kiwi (NZD) è crollato immediatamente di più di 60 pip e al momento si sta consolidando intorno a 0,7478. In Australia, le vendite al dettaglio di marzo sono risultate inferiori alle attese, allo 0,3% m/m rispetto allo 0,4%. Il comunicato della RBA meno accomodante del previsto ha però generato un rally e i tori non sono ancora pronti ad arrendersi. L’AUD si è ripreso dalle pesanti vendite della scorsa settimana e si accinge a testare la forte resistenza di gennaio, che giace a 0,8026. Sul lato discendente, la coppia troverà un po’ di supporto intorno a 0,78 (50% di Fibonacci sulle vendite dal 2 al 29 aprile e livello psicologico). Rimaniamo rialzisti sull’AUD perché prevediamo che l’economia australiana si espanderà più rapidamente, sull’onda della ripresa cinese.
È stata invece una seduta difficile per l’azionario australiano. L’indice S&P/ASX ha ceduto il 2,19%, scendendo a 5.698 punti. Le azioni cinesi si sono riprese dalle vendite di ieri. Il Composite di Shanghai guadagna l’1,24%, l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,60%. In India, il Sensex cede il 2%, a 26.888 punti, il PMI composito di HSBC di aprile è sceso dai 53,2 punti di marzo a 52,5. L’USD/INR è salito a 63,62 e si avvicina alla resistenza chiave a 63,90 (massimo novembre 2013).
In Cina, il PMI composito di aprile è sceso di mezzo punto percentuale, attestandosi a 51,3, rispetto ai 51,8 del rilevamento precedente, mentre il PMI servizi ha sorpreso al rialzo, l’indice si è attestato a 52,9 punti, a fronte dei 52,3 previsti.
Nonostante la Settimana d’Oro e i volumi scarsi, ieri l’USD/JPY è stato venduto ed è sceso a 119,87, leggermente sopra il supporto a 119,74 (38,2% di Fibonacci sulle vendite dal 10 al 26 marzo). Sul lato discendente, il dollaro dovrebbe trovare un po’ di supporto intorno a 118,50 (minimi multipli).
Negli USA, l’S&P 500 ha ceduto terreno a New York, perdendo l’1,18% o 23 punti, in calo a 2.089. Stamattina i futures sull’S&P sono positivi, in rialzo dello 0,18%. Il Nasdaq ha ceduto l’1,55%, le società a piccola e media capitalizzazione hanno pareggiato le perdite, l’indice Russel 2000 è in calo dell’1,44%, mentre in Canada l’indice S&P/TSX cede l’1,26%. Durante la seduta asiatica, l’EUR/USD si è apprezzato sensibilmente ed è tornato a 1,1247, pronto a testare il massimo di venerdì scorso a 1,1290. Sul lato discendente, un supporto staziona intorno a 1,1043 (massimi di marzo, ora supporto).
Il greggio sembra inarrestabile, il WTI è salito a 61,28 USD al barile mentre il suo omologo del Mare del Nord è salito a 68,27 USD dopo che l’Arabia Saudita, il massimo esportatore di greggio al mondo, ha aumentato i prezzi ufficiali di vendita per le raffinerie europee e americane.
In attesa del dato NFP di venerdì, oggi sarà reso noto l’ADP sull’occupazione, per cui si prevede un incremento di 200 mila unità, dopo le deludenti 189.000 unità di marzo. Oggi la presidente della Fed Yellen incontrerà la direttrice dell’FMI Lagarde. Nell’Eurozona, gli operatori monitoreranno i PMI di aprile in Francia, Germania, Spagna, Italia e il dato aggregato riferito all’Eurozona, le vendite al dettaglio di Eurolandia e il PMI servizi nel Regno Unito. In Brasile, la produzione industriale di marzo dovrebbe mostrare una contrazione del 3% a/a (rilevamento precedente: -9,1%); sono attesi anche i PMI composito e servizi elaborati da HSBC.
Arnaud Masset, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd