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Sebbene tutti e quattro i maggiori indici statunitensi siano saliti la scorsa settimana, eccetto le mega-cap, non sono riusciti a segnare nuovi massimi. Cosa aspettano gli investitori?
Questa settimana arriveranno i dati economici, su inflazione (indice PCE), manifattura (indice PMI di Chicago, indice manifatturiero ISM) e spese (dei consumatori, edilizie). Ma il dato più importante potrebbe essere quello sull’occupazione non agricola. Considerato che i dati sono importanti nel contesto della politica monetaria, una serie di discorsi dei membri della Fed potrebbero far muovere i mercati. Il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell parlerà delle “prospettive economiche e del mercato del lavoro” alla Brookings Institution mercoledì.
Il capo della Fed è focalizzato sui dati, che lo stanno spingendo a continuare ad alzare i tassi in modo aggressivo: per la quarta volta di fila, il 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi dello 0,75%.
A quanto pare, la Fed continuerà ad alzare i tassi fino a quando il mercato del lavoro non si raffredderà. Le stime indicano 200.000 nuovi posti di lavoro a novembre, in calo dai 261.000 di ottobre.
In base ai verbali del FOMC del vertice dell’1-2 novembre, una “considerevole maggioranza” di membri ritiene che “potrebbe essere presto appropriato” moderare gli aumenti. Una variazione dei dati sull’occupazione, attesi questo venerdì, potrebbe rafforzare questo desiderio o spingere la Fed a continuare ad accelerare. Al momento, gli analisti prevedono “solo” un aumento da mezzo punto a dicembre.
Sono scettico circa il fatto che Powell ribadirà che crede ancora che sia possibile un atterraggio morbido. Prevedo un atterraggio brusco, perché l’economia statunitense praticamente non è cresciuta.
E, mentre la crescita è ferma, il costo della vita si è gonfiato del 6,2% a settembre YoY, in base all’indice PCE USA, e del 5,1% escludendo i prezzi volatili di energetici ed alimentari. Una recessione tecnica si era già innescata quando il PIL era sceso nel primo e nel secondo trimestre. Nel terzo trimestre, il PIL è salito del 2,6%, soprattutto per un’impennata delle esportazioni.
Da quando il quantitative easing ha rimpiazzato un’economia naturale basata su offerta e domanda dei partecipanti, abbiamo visto gli investitori reagire favorevolmente ai dati economici deboli, e con selloff quando l’economia si dimostra resiliente. Mi aspetto un rafforzamento ulteriore di questa filosofia ora, con la Fed diventata l’unica cosa che conta.
Mentre tutti e quattro i riferimenti USA sono saliti, le utenze hanno registrato una performance superiore e i tech sono rimasti indietro, a dimostrazione della cautela degli investitori. Possiamo chiaramente vederlo sul grafico.
Fonte: Investing.com
Ho incluso il grafico dell’S&P 500, ma quanto segue vale per tutti tranne che per il Dow: il prezzo settimanale è salito, ma ha incontrato resistenza vicino ai massimi della scorsa settimana. Il Dow ha registrato un nuovo massimo nel trend in salita sul breve termine.
Nell’S&P 500 vediamo anche un pattern bearish svilupparsi sul breve termine.
Il rally a breve termine è caratterizzato da un’ascesa di minimi più rapida, mentre i massimi non tengono il passo, formando un cuneo ascendente. Questo pattern è bearish, completato con un breakout al ribasso, con i tori che si stancano della mancanza di progressi ed escono dalle posizioni.
Fonte: Investing.com
La curva del rendimento dei bond tedeschi (a 2 anni e a 10 anni) segna l’inversione più netta in tre decenni, segnale di recessione, imitando la curva del rendimento USA invertita.
Il dollaro è sceso dal suo maggiore selloff di due giorni il 10-11 novembre, quando l’inflazione al consumo (in base all’indice IPC) è salita del 7,7% YoY ad ottobre, il tasso più lento da gennaio e meno dell’8% previsto. La scorsa settimana, il dollaro è crollato ancora, completando un pattern bearish, dopo che i verbali della Fed hanno rivelato la possibilità di aumenti dei tassi meno aggressivi.
Fonte: Investing.com
Il dollaro ha formato una flag ascendente, bearish dopo l’iniziale tonfo del 5% in quattro sedute, il cui obiettivo implicito metterà alla prova il supporto di 103 dei massimi dal gennaio 2017 (linea rossa).
L’oro ha approfittato dell’indebolimento del dollaro.
Fonte: Investing.com
Ha completato una mossa di ritorno, il cui supporto ha confermato la linea del collo del doppio bottom.
Fonte: Investing.com
Il Bitcoin potrebbe stare formando un triangolo discendente. Il breakout al ribasso implicherà un calo di 2.000 dollari dal punto di breakout a 13.600 dollari.
Per quanto riguarda il petrolio, il minimo inferiore di lunedì scorso (cerchio rosso) ha confermato il continuo trend in discesa.
Fonte: Investing.com
Tuttavia, quel giorno ha sviluppato un potente hammer bullish. Quindi, aspettate un calo sotto 75 dollari per conferma.
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