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I nuovi lockdown in Cina spaventano il petrolio; attesi dati su occupazione USA

Pubblicato 28.03.2022, 16:25
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

L’intensificarsi del giro di vite sul COVID-19 in Cina, che ha portato alla chiusura del suo hub finanziario di Shanghai, potrebbe pesare sulla domanda di petrolio e di altre materie prime questa settimana, nonostante le previsioni positive sul report sull’occupazione USA di marzo.

Oil Daily

Potrebbe essere una settimana volatile sui mercati, con gli investitori che attendono i dati statunitensi su redditi e spese pro-capite di giovedì.

Negli scambi asiatici di questo lunedì, il londinese Brent, il riferimento globale per il greggio, è sceso di 3,23 dollari, o del 2,6%, a 114,14 dollari al barile alle 12:00 di Singapore (mezzanotte a New York). Il Brent è schizzato di quasi il 12% la scorsa settimana, il suo rialzo settimanale maggiore dall’invasione dell’Ucraina.

Il riferimento statunitense, il West Texas Intermediate (WTI), scende di 3,51 dollari, o del 3,1%, a 110,39 dollari al barile. Il WTI era balzato dell’8,8% la scorsa settimana.

Persino l’oro, un rifugio dai problemi politici ed economici, scende negli scambi asiatici di questo lunedì.

Gold Daily

Il contratto più attivo dei future dell’oro sul COMEX a New York, quello di aprile, scende di 10,10 dollari, o dello 0,5%, a 1.944,10 dollari l’oncia. Il contratto di riferimento dei future dell’oro era salito dell’1,3% la settimana scorsa.

In Cina, ieri Shanghai ha annunciato un lockdown in due fasi per eseguire i test contro il COVID-19 su un periodo di nove giorni, dopo un nuovo record giornaliero di contagi asintomatici, proprio quando il mondo pensava che la pandemia stesse finendo.

In un report, JPM spiega che i prezzi alti del greggio non sono l’unica forza distruttiva della domanda tra le materie prime. La crisi in Ucraina, le sanzioni finanziarie contro la Russia e la continua diffusione della contagiosissima variante Omicron in Cina hanno un impatto persino più diretto sui consumi regionali di carburante rispetto ai prezzi alti. Aggiunge che l’attività cinese dovrebbe contrarsi a marzo e aprile, portando ad un taglio di 1,1 punti percentuali della crescita del PIL cinese del Q2.

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Di conseguenza, la banca di Wall Street ha tagliato 1,1 milioni di barili al giorno (mbd) dalle sue previsioni sulla domanda 2Q22, seguito da tagli da circa 0,5 mbd per il Q3 e il Q4. In totale, si ha una riduzione di 420.000 barili al giorno in media dalle aspettative della banca sulla domanda petrolifera globale 2022, tra prezzi alti, restrizioni per il COVID e conflitto geopolitico che causano la distruzione della domanda in Russia, Cina, India ed Europa.

Mentre gli Stati Uniti restano finora relativamente isolati dal problema (nonostante i prezzi della benzina più alti mai registrati), le revisioni della domanda di JPM si concentrano soprattutto in Europa, che rimane l’epicentro dello shock geopolitico. Dall’inizio della guerra russo-ucraina, gli economisti della banca hanno abbassato le stime di crescita della regione di oltre 2 punti percentuali ed hanno alzato le previsioni sull’inflazione di quasi 3 punti percentuali.

Il governo Biden, intanto, sta pensando di rendere disponibili ulteriori scorte petrolifere dalle riserve strategiche e la quantità potrebbe essere superiore rispetto alla vendita di 30 milioni di barili avvenuta all’inizio del mese, dice una fonte. In totale, gli USA ed altri membri dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) hanno reso disponibili circa 60 milioni di barili dalle riserve.

Il report di venerdì sull’occupazione non agricola di marzo potrebbe aiutare i mercati a capire se il piano degli aumenti dei tassi della Federal Reserve sia troppo aggressivo o meno.

Gli economisti si aspettano che l’economia statunitense abbia aggiunto 475.000 posti di lavoro, dopo i 678.000 di febbraio. La media dei compensi orari dovrebbe essere salita del 5,5% su base annua, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 3,7%.

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I segnali di una continua forza sul mercato del lavoro giustificherebbero un aumento più aggressivo dei tassi, mentre la Fed combatte per limitare l’inflazione alle stelle.

La Fed ha alzato i tassi di un quarto di punto percentuale il 16 marzo, ma da allora il Presidente Jerome Powell ha segnalato che la banca è pronta ad alzarli di mezzo punto se possibile, malgrado i timori che ciò possa innescare un downturn economico.

In attesa del report sull’occupazione, il governo statunitense pubblicherà i dati sui redditi e le spese pro-capite giovedì. Il report contiene anche il dato PCE sulle spese per i consumi personali, un indicatore dell’inflazione attentamente seguito dalla Fed.

Gli economisti prevedono che l’indice sui prezzi PCE core salga del 5,5% su base annua, restando ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed.

Il calendario economico prevede anche aggiornamenti su fiducia dei consumatori, posizioni lavorative aperte, occupazione nel settore privato, richieste di disoccupazione ed indice PMI manifatturiero dell’ISM.

Inoltre, nel corso della settimana, sono attesi gli interventi del Presidente della Fed di New York John Williams, del Presidente della Fed di Philadelphia Patrick Harker, del Presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic e del Presidente della Fed di Richmond Thomas Barkin.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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ah si ..buono il pangolino ..senza il vaccino ..vediamo vinnie xi allo stress test del millenario sistema imperiale.
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