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I titoli ad alto rendimento protagonisti nel 2024?

Pubblicato 08.01.2024, 08:32
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"L'importante non è vincere; è pensare in modo vincente. Così si può affrontare la vita" (Gianluca Vialli)



La settimana sui mercati si è chiusa all’insegna del ritorno della volatilità: il Vix sull’S&P 500 è salito del 7%. In deciso rialzo anche i vettori energetici ovvero il prezzo del gas e del petrolio rispettivamente +6,6% (il contratto TTF sulla borsa di Amsterdam) e +2,9%. Il riflesso del riaccendersi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente, in particolare i rischi di una escalation militare nel mar rosso, che sta creando difficoltà ai trasporti delle merci con i rischi di riaccendere l’inflazione. Questo rischio è probabilmente alla base del forte aumento dei rendimenti nel corso dell’ultima settimana: lo yield del T-bond a 10 anni è tornato sopra il 4% mentre il BTP a 10 anni ha riavvicinato il 4%. Dall’altro lato della medaglia i principali indici azionari ed in particolare Wall Street, dove il Nasdaq 100 ha lasciato sul terreno il 3%, interrompendo una serie di 9 settimane consecutive di chiusura in territorio positivo, che lo aveva portato ai massimi storici. Performance negativa anche per gli indici delle small cap penalizzati dai timori di un ritardo nell’avvio della politica monetaria espansiva: S&P 600 Small Cap -3,3%, Russel 2000 -3,2%. Per questa settimana il calendario macro prevede giovedì alle 14:30 la diffusione del dato sull’inflazione in Usa a dicembre ed il giorno seguente l’indice dei prezzi alla produzione, sempre a dicembre.

Vita da cani

Il 2023 non è stato un anno da cani. Non solo perché le principali Borse mondiali hanno chiuso tutte in rialzo, raggiungendo, come a Wall Street, nuovi record storici. Ma perché il portafoglio dei Dogs of The Dow, ovvero i titoli ad alto rendimento, è stato battuto dal proprio benchmark. La teoria dei Dogs nasce negli Stati Uniti oltre 30 anni fa ed è molto seguita dagli investitori, anche professionali. Negli Usa le statistiche più recenti partono dal 2000, testimoniando, su base di oltre 20 anni, un ritorno medio annuo del 9,5% mentre nello stesso periodo il Dow Jones Industrial ha messo a segno una performance del’8,4%. Più di recente i cani hanno iniziato a dare segni di cedimento: dal 2013 a oggi il portafoglio Dogs of Dow ha generato un rendimento medio totale, inclusi i dividendi, dell’11,7%, rispetto al +14,9% dell’S&P 500. Nel 2023 il trend si è consolidato +10,1% per i cani statunitensi rispetto al +24,4% dell’S&P 500 e il +13,7% del Dow Jones Industrial, l'indice benchmark. In Italia i Cani, pur in rialzo del 26%, sono stati superati dell’indice FTSE Mib 40 +28%. Il risultato 2023 porta la sfida tra blue chip e Cani “Made in Italy” in assoluta parità: dal 2010 a oggi il numero di successi dei titoli ad alto rendimento e delle blue chip è equivalente. Ricordiamo che la selezione dei Cani avviene tra le blue chip che presentano il valore più elevato del rapporto tra l’ultima cedola distribuita, inclusa la parte straordinaria, e il prezzo di chiusura dell'anno borsistico.

L’anno elettorale

Il 2024 ha tutte le caratteristiche per essere un anno “speciale”. Dal punto di vista del calendario, è bisestile, e questo rappresenta già un'eccezione. È abbastanza probabile che i tassi di interesse inizieranno a scendere, cosa che non accadeva da due anni, interrompendo una corsa al rialzo che non si verificava da circa 20 anni. Ma la grande novità è che nel 2024 si recheranno alle urne 4 miliardi di persone, mai accaduto prima nella storia della democrazia. I primi ad essere chiamati alle urne saranno gli abitanti di Taiwan il prossimo 13 gennaio, per scegliere il nuovo presidente e il parlamento. A marzo si “voterà” in Russia, dove Valdimir Putin si candida per la quinta volta, e ha buone probabilità di restare in carica per almeno altri 6 anni. Ad aprile è il turno dell’India dove il premier uscente Narendra Modi, sembra avviato ad aggiudicarsi il terzo mandato consecutivo. A maggio si svolgeranno le elezioni presidenziali in Sud Africa, a 30 anni esatti dalle prime elezioni democratiche che sancirono la fine dell’apartheid. A giugno voteremo invece il nuovo parlamento europeo che dovrà poi scegliere il nuovo, o la nuova presidente, della Commissione Europea. A settembre tocca alla Germania dove si svolgeranno le elezioni ragionali in tre Land dell’ex Ddr, dove dovrebbe potrebbe affermarsi l’estrema destra dell’Afd. Infine il 5 Novembre sarà il turno delle elezioni presidenziali statunitensi dove si potrebbe ripetere la sfida dell’edizione precedente ovvero il confronto tra Biden e Trump.

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