- In un anno volatile, gli investitori hanno trovato sicurezza nei dividendi alti
- Il “secondo quintile” dei titoli da dividendo ha i ritorni più forti al netto dei rischi
- I gestori dei portafogli considerano overweight i settori ad alto rendimento suggerendo rischi ribassisti all’orizzonte
La volatilità è scesa di recente, con l’indice VIX vicino al livello di 20. Tuttavia, le oscillazioni giornaliere sono state maggiori del normale quest’anno: il 2022 si avvia ad essere l’anno con il quinto livello medio più alto per il VIX dal 1990, secondo i dati di Seth Golden. Aspettiamoci che la volatilità continui ad essere elevata in questa incerta stagione degli utili ed in vista delle elezioni di metà mandato USA. La storia mostra che cali significativi dell’S&P 500 possono succedere nel terzo trimestre del secondo anno del ciclo elettorale.
Volatilità alta nel 2022
Fonte: Seth Golden
Tra tutta questa volatilità, gli investitori hanno trovato consolazione nei titoli da dividendo. Consideriamo che il fattore “alto rendimento del dividendo” è il più forte finora nel 2022. Le aziende note per il pagamento di stabili dividendi sono a volte considerate più affidabili di quelle che reinvestono tutto il denaro nei propri affari. Quello che non sta funzionando quest’anno sono i rischiosi titoli IPO, le società growth ed alcune small-cap.
Performance relativa S&P 500 YTD
Fonte: Koyfin Charts
Parlando di dividendi, è importante ammettere che non sono tutti uguali. Secondo una ricerca di WisdomTree ETFs, il cosiddetto “secondo quintile” è storicamente stato la nicchia migliore dove parcheggiare la propria allocazione di dividendi. Il secondo quintile è semplicemente il gruppo con il secondo rendimento più alto (i titoli del primo quintile hanno i rendimenti più alti tra quelli alti, e tendono ad essere decisamente rischiosi). Nel secondo quintile solitamente si trovano società col giusto equilibrio di un tasso alto del payout senza salire troppo nello spettro di rischio.
Il migliore in rischio e ritorni del dividendo: il secondo quintile
Fonte: WisdomTree
Ho scoperto che una ricerca di Bank of America supporta le conclusioni di WisdomTree. L’indice di Sharpe più alto tra i cinque gruppi di dividendi è decisamente il secondo quintile. Al momento, questo gruppo rende tra il 2,46% ed il 3,49%, secondo BofA. In termini di performance, il secondo quintile ha battuto l’indice Russell 1000 equal-weight nei periodi su 3 e 5 anni e dall’inizio delle rilevazioni, nel 2010.
BofA: il secondo quintile svetta
Fonte: BofA Global Research
Come possono gli investitori focalizzati sui dividendi approfittare di questo trend a lungo termine di solidi ritorni al netto dei rischi del secondo quintile dei titoli USA? In una nota pubblicata lo scorso anno, BofA ha risposto a questa domanda che avevo posto: Quale ETF replica meglio il secondo quintile?
Risposta: il Vanguard High Dividend Yield Index Fund ETF Shares (NYSE:VYM).
Operare sui dividendi: VYM
Fonte: BofA Global Research
Il quadro tecnico
Con lo stile growth che ha visto una ripresa dal minimo di metà giugno dell’S&P 500, value e dividendi sono invece in difficoltà. Sebbene il VYM sia rimbalzato da sotto i 100 dollari a circa 104 dollari al massimo la scorsa settimana, vedo resistenza intorno a questo livello. Il supporto è visto ai massimi pre-pandemia intorno ai 95 dollari.
Quadro tecnico VYM: test resistenza, supporto ai massimi di inizio 2020:
Fonte: Stockcharts.com
Mi preoccupo inoltre per le posizioni e il sentiment sul breve termine per i temi di investimento basati sui dividendi. L’ultimo sondaggio Global Fund Manager Survey di Bank of America suggerisce che i settori difensivi sono affollati. Il report pubblicato la scorsa settimana mostra che utenze energetiche, beni di prima necessità e sanità sono i più overweight da parte dei gestori di portafogli dal maggio 2020.
Le posizioni suggeriscono troppo ottimismo nelle aree difensive
Fonte: BofA Global Research
Morale della favola
Mi piace l’idea di avere una ragionevole allocazione su lungo termine nei titoli da dividendo, ma i soli dividendi non dovrebbero essere un motivo per investire. È saggio invece avere un approccio sui ritorni totali. Per questa fetta del portafoglio, tuttavia, possedere qualcosa di simile a VYM potrebbe avere senso, data la sua esposizione a quello che storicamente funziona: possedere titoli ad alto rendimento, ma non eccessivamente rischiosi. Sul breve periodo, vedo rischi ribassisti per VYM, considerato il quadro tecnico e le posizioni e il sentiment.
Precisazione: Mike Zaccardi investe su VYM ma non possiede nessun altro asset menzionato nell’articolo.