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I verbali dei vertici mostrano policymaker motivati nella lotta all’inflazione

Pubblicato 11.07.2022, 14:15
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
  • Il report sull’occupazione USA offre alla Fed il margine per un aumento aggressivo dei tassi
  • I policymaker temono che le aspettative di inflazione siano disancorate
  • La BCE dibatte sullo strumento anti-frammentazione
  • I dati sull’occupazione di venerdì stanno alimentando l’ottimismo degli investitori sulla possibilità di evitare una recessione, ma le azioni sono scese nei timori sulla risposta della Federal Reserve.

    Il report sull’occupazione è una spada a doppio taglio in quanto i dati forti sulle assunzioni (l’occupazione non agricola è salita di 372.000 contro le previsioni di 268.000) spingono i policymaker della Fed a essere più aggressivi con gli aumenti dei tassi in quanto non devono preoccuparsi della disoccupazione. Ora ci si aspetta un aumento di tre quarti di punto percentuale, 75 punti base.

    Il rendimento dei Treasury decennali è schizzato sopra il 3% dopo il report, avvicinandosi al 3,1% per poi attestarsi a 3,080% nel late trading.

    I verbali del vertice di giugno del Federal Open Market Committee rilasciati la scorsa settimana hanno mostrato che i policymaker sono intenzionati ad alzare i tassi di 50 o 75 punti base, ma le ultime dichiarazioni sono a favore del valore più alto del range.

    A giugno, i membri del comitato per la fissazione dei tassi si sono preoccupati che le aspettative di inflazione potessero diventare non ancorate: “Molti partecipanti ritenevano che un rischio significativo per il comitato fosse che l’inflazione elevata potesse consolidarsi se l’opinione pubblica avesse iniziato a mettere in dubbio la determinazione del comitato a modificare l’orientamento della politica per come garantito”.

    L’indice dei prezzi al consumo di giugno atteso per questa settimana dovrebbe attestarsi all’8,8% su base annua, mentre l’aumento mensile previsto è dell’1,1%.

    Il dato di giugno sarà un picco, dato che i rialzi dei tassi della Fed, attuali e previsti, deprimono la domanda?

    Anche la Banca Centrale Europea ha pubblicato i verbali della riunione di giugno della scorsa settimana, mentre gli investitori si preparano a un passaggio a una stretta monetaria più aggressiva. La domanda è se il consiglio direttivo si atterrà alle sue indicazioni di un rialzo di un quarto di punto a luglio o se punterà a qualcosa di più consistente.

    “Diversi membri si sono espressi favorevolmente nel considerare un rialzo più consistente nel vertice di luglio. Hanno osservato che l’attuale segnale non dovrebbe essere visto come un impegno incondizionato”, si legge nei verbali della BCE.

    Mohamed El-Erian, ed AD di Pimco, che ora è consigliere economico per il gruppo assicurativo tedesco Allianz, ha dichiarato al quotidiano economico Handelsblatt che la BCE dovrebbe alzare i tassi di 50 punti base a luglio. El-Erian spinge anche per una Fed più aggressiva nella lotta all’inflazione.

    Intanto, la BCE è alle prese con il problema della frammentazione, ovvero l’aumento dello spread dei rendimenti dei titoli di Stato tra i membri della zona euro, in quanto l’inflazione elevata e la prospettiva di un aumento dei tassi hanno un impatto maggiore sui Paesi altamente indebitati come l’Italia.

    Il governatore della banca centrale greca Yannis Stournaras ha dichiarato in un’intervista televisiva nel fine settimana che lo strumento anti-frammentazione proposto potrebbe non essere mai utilizzato se sarà abbastanza credibile da tenere sotto controllo i rendimenti.

    Che poi è quello che è successo con lo strumento delle Outright Monetary Transaction annunciato nel 2012 durante la crisi del debito dell’euro, che non è mai stato utilizzato perché sembrava rispettare la promessa dell’allora presidente della BCE Mario Draghi di fare tutto il necessario per preservare la moneta comune.

    Non tutti sono d’accordo con la visione cauta di Stournaras. Il Presidente della Bundesbank tedesca, Joachim Nagel, ha dichiarato la scorsa settimana che sarebbe pericoloso interferire con il premio di rischio che gli investitori attribuiscono alle obbligazioni dei paesi altamente indebitati. Il membro del consiglio direttivo della BCE ha affermato che la banca centrale si troverebbe a navigare in “acque pericolose” se dovesse prevedere le intenzioni dei mercati.

    Nota: L’autore non possiede azioni delle compagnie menzionate nell’articolo

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Ultimi commenti

Policymaker impegnati... a fregarci!!
Al posto di alzare i tassi bisognerebbe andare tutti a lavorare e a produrre cosi c'é più offerta e i prezzi si abbassano
buonasera ma che senso ha avuto alzare i tassi ora con questa situazione
finché non fanno vero Qt nulla conta alzare tassi se resta tutta la liquidità sul mercato....vedremo da ottobre con -9 miliardi al mese.
hanno stampato 10000 miliardi di dollari, e il dollaro è ai massimi.In nessun fondamentale dell' economia succede questo.Dovrebbe esserci il 40% di inflazione, non il 9
grazie
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