Il governatore della Federal Reserve di Dallas Richard Fisher ha lasciato intendere che grazie al miglioramento del quadro occupazionale Usa registrato lo scorso mese potrebbe avvicinarsi l'inizio del "tapering". Il "qe3", la terza fase dell'alleggerimento quantitativo della Fed che ha permesso alla borsa Usa di crescere del 20% solo quest'anno, potrebbe iniziare a ridimensionarsi gia' da settembre, sempre che nel frattempo non emergano segnali macro contrastanti con quelli recenti.
Gli operatori temono l'effetto depressivo di un mutamento di politica della banca centrale americana non solo sui mercati finanziari ma anche sull'economia reale, non appare quindi un caso il fatto che il Baltic Dry Index, anticipatore dell'andamento dei prezzi delle materie prime, abbia disegnato e completato negli ultimi mesi una figura ribassista a ridosso di una resistenza molto rilevante. Il Baltic Dry Index, un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie delle navi che trasportano materiale "dry" (quindi non liquide) sfuso (come il carbone, il grano, il ferro) espresso in dollari Usa (come le quotazioni delle principali materie prime) che costituisce quindi anche un indicatore del livello della domanda e dell'offerta di tali prodotti, ha testato ad inizio e poi a metà luglio in area 1180 i massimi del maggio e luglio 2012 venendone respinto. La figura risultante da queste oscillazioni, uno swing ribassista (doppio massimo), rende poco probabile il proseguimento della fase crescente oltre la resistenza di area 1180/200. Il rischio di un riattraversamento di tutta la fase laterale che ha caratterizzato l'andamento del Bdi fin dai minimi del febbraio 2012 a 650 punti circa è elevato e troverebbe nuove conferme sotto i 1000 punti. Improbabile in quel caso una evoluzione positiva del prezzo delle materie prime non solo degli strumenti ai quali l'indice fa riferimento, ma anche per gli altri prodotti. Al contrario il superamento dei 1180/1200 punti diverrebbe un segnale in favore di una evoluzione positiva per tutto il comparto della commodity.
Le stesse considerazioni fatte per l'andamento grafico del Baltic Dry sono applicabili anche per il Reuters/Jefferies CRB Index, analogamente vicino a livelli di resistenza molto rilevanti che tuttavia non sembrano malleabili. L’indice Crb è tornato a premere il 19 e 22 luglio sul lato superiore del canale che scende dal picco del maggio 2011, in area 290/ 292, una resistenza significativa praticamente coincidente con la media mobile a 200 giorni che per il momento ha respinto al mittente gli attacchi dei rialzisti. Solo la rottura decisa dei 290 punti segnalerebbe un mutamento nell'orientamento del trend prospettando l'avvio di un rimbalzo rilevante, diretto almeno sui massimi dello scorso settembre a quota 321. Un perentorio ritorno al di sotto di area 280, area di transito della linea che sale dai minimi del marzo 2009 e passante per quelli di giugno 2012, baricentro dell'azione dei prezzi ormai dalla metà di aprile, porterebbe a testare i minimi di fine giugno a 275 punti, toccati in corrispondenza della base del gap rialzista del 29 giugno 2012. La violazione anche di 275 costringerebbe poi a considerare il recente rimbalzo come una semplice correzione di una tendenza dominante orientata al ribasso. Probabile in tal caso il proseguimento del downtrend verso i bottom di giugno 2012, a 267 punti, ultimo appiglio per scongiurare ulteriori cali estesi e duraturi verso obiettivi in area 233. Da un punto di vista delle strategie operative dato il fallimento nel superamento della forte resistenza di area 290/92 per il momento alleggerire eventuali posizioni al rialzo e ripristinarle solo in caso di superamento di quell'ostacolo. Rischioso comprare sulla debolezza.