- I prezzi del cacao si staccano dai minimi di 3 anni e mezzo, malgrado il rischio di recessione
- L’attuale prezzo di 2.290 dollari la tonnellata va paragonato al minimo del marzo 2018 di meno di 2.200 dollari
- Il clima favorevole, le scorte abbondanti e i crescenti timori per l’economia sono ancora una minaccia
- I grafici dicono che il cacao deve battere la resistenza di 2.420 dollari; altrimenti si profila il minimo di 2.092 dollari
Malgrado le crescenti probabilità di una recessione globale, i prezzi del cacao sono riusciti a staccarsi dai minimi di 3 anni e mezzo, con la domanda per il periodo delle feste che spinge i pasticceri verso la loro principale materia prima.
Ma il clima favorevole, l’abbondanza di scorte e nuovi timori per l’economia potrebbero mettere ulteriore pressione su una materia prima considerata un lusso nella maggior parte del mondo.
Come tutte le materie prime, il prezzo del cacao sale e scende in base alla produzione; in questo caso, alla produzione di fave di cacao.
Ma il valore del cacao è determinato anche da altro: la quantità di fave che vengono macinate ogni trimestre dai pasticceri in Nord America, Europa ed Asia, che complessivamente sono responsabili della domanda di cioccolato ed altri dolci a base di cacao.
Ciò che rende unico il cacao è il fatto che maggiore è la quantità di prodotti derivati (burro di cacao, cacao in polvere e liquore) sul mercato, maggiore è il prezzo della materia prima stessa.
Cioccolato, gelato, prodotti da forno e bevande a base di cacao sono prodotti di lusso e legati alle feste che solitamente vedono una domanda maggiore nei periodi economici buoni, e più debole quando le cose non vanno tanto bene.
All’attestazione di ieri dei future a New York, una tonnellata di cacao ha chiuso poco sopra i 2.290 dollari, ben al di sopra del minimo del marzo 2018 di 2.195,50 dollari segnato esattamente un mese fa.
Grafici di SKCharting.com con i dati di Investing.com
Jack Scoville, analista del Price Futures Group, a Chicago, afferma:
“Le forniture di cacao al momento sono al livello a cui saranno per il resto dell’anno commerciale. La produzione buona continua a turbare, e i trader sono preoccupati per l’economia mondiale da qui in avanti e per come potrebbe influire sulla domanda”.
A parte i fondamentali, neanche le prospettive tecniche per il cacao sono promettenti, dice Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di SKCharting.com.
“I prezzi sono in difficoltà sotto le principali medie mobili sul grafico mensile, mentre l’indice di forza relativa e la lettura stocastica continuano a dare segnali bearish”, spiega Dixit.
Perché i prezzi del cacao riescano ad uscire dai guai, i long dovranno superare 2.420 dollari come prima sfida, e poi la media mobile semplice su 200 mesi di 2.525 dollari, aggiunge.
“Quello a cui stiamo assistendo invece è una consistente distribuzione sotto 2.420 dollari, mood bearish intenzionato a ritestare il ribasso a 2.195 dollari ed un ulteriore calo al supporto orizzontale di 2.092 dollari”.
McKeany-Flavell, broker delle materie prime di Lafayette, California, afferma che, sebbene alcune regioni del mondo abbiano continuato a vedere una solida crescita dei dati sulla macinazione del cacao nella stagione 2021/22, i due principali centri, Nord America ed Europa occidentale, hanno registrato debolezza nel terzo trimestre.
L’economia statunitense potrebbe finire in una lieve recessione in stile anni ‘90 entro la primavera del prossimo anno, tra l’inflazione e gli enormi aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve, ha scritto in un recente report Fitch Ratings.
McKeany-Flavell fa notare che l’Europa occidentale è stata la prima regione a riportare dati sulla macinazione del cacao relativi al Q3 da cui è emerso un calo dell’1,6% rispetto al Q3 2021. Si tratta del primo risultato negativo in quasi un anno e mezzo per la regione e potrebbe presagire un netto rallentamento dei consumi all’orizzonte.
Dopo il +3,7% nel 2020/21, la macinazione europea è rallentata ad un +2,7% nel 2021/22.
Guardando al prossimo anno, la produzione europea potrebbe vedere risultati piatti o negativi nel 2022/23. La crescita della macinazione sicuramente sarà considerevolmente al di sotto dei livelli dei due cicli precedenti. Molti analisti potrebbero erroneamente basare le loro stime su surplus/deficit sulla continua robusta macinatura nel 2022/23.
Intanto, i risultati sulla macinazione in Malesia ed Asia continuano ad impressionare, rispettivamente con +15% e +9,5%. L’Asia ha chiuso l’anno del raccolto una robusta crescita della macinazione del 5%. Un altro modo di vederla è pensare che l’asticella per il prossimo anno sarà altissima e la macinazione potrebbe deludere le aspettative.
La macinazione in Africa occidentale, nota come GEPEX, sta mostrando una crescita sopra il trend, soprattutto per quanto riguarda la trasformazione delle fave in prodotti semi-finiti. Questo trend probabilmente proseguirà in futuro.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.