Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 novembre 2021
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Il dollaro USA è salito ai massimi di 4 anni e mezzo contro lo yen giapponese ed al massimo di 16 mesi contro l’euro oggi, mentre i rendimenti dei Treasury continuavano a salire. Con la conferma del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell, gli investitori puntano su un inasprimento il prossimo anno. Alcuni partecipanti dei mercati si aspettano ben tre aumenti di un quarto di punto. Non pensiamo che la Fed sarà così aggressiva ma, se l’inflazione non dovesse ridursi, potrebbe dover rispondere velocemente. Il Presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ieri si è unito al coro dei policymaker che chiedono un tapering più rapido. Ha suggerito che ridurre gli acquisti di asset in modo più aggressivo fin dall’inizio permetterà di alzare i tassi di interesse prima.
Il ritmo del tapering e la tempistica degli aumenti dei tassi saranno al centro dell’attenzione domani, con la pubblicazione dell’indice PCE. L’indice PCE, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, dovrebbe salire. Sebbene sia ampiamente previsto un aumento, gli scambi prefestivi potrebbero portare a delle mosse esagerate del dollaro USA. La giornata di domani sarà piena di dati, perché i mercati statunitensi saranno chiusi giovedì per il Ringraziamento e chiuderanno prima venerdì. A parte l’indice PCE, sono attese le revisioni del PIL del secondo trimestre e l’indice sul sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan relativo a novembre, oltre ai dati sui redditi e le spese pro-capite e sulle vendite di case nuove. La Fed pubblicherà inoltre i verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria. L’esito della maggior parte di questi report dovrebbe essere positivo per il dollaro e, in una giornata di minore liquidità come quella di domani, non dovremmo essere sorpresi se vedremo i dati spingere i cambi USD/JPY ed EUR/USD a nuovi minimi.
La notizia del giorno è stata la decisione del governo USA di utilizzare le riserve petrolifere strategiche nel tentativo di far scendere i prezzi. Si è trattato di un annuncio coordinato insieme a Cina, Giappone, Regno Unito, India e Corea del Sud. Sfortunatamente, non è riuscito a far scendere i prezzi e il greggio ha chiuso la giornata in salita del 2%, perché l’annuncio era atteso ed è stato comunque discreto. Il dollaro canadese ha recuperato le perdite precedenti chiudendo la giornata al ribasso.
L’annuncio di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand sarà al centro della scena stasera. Ad ottobre, la RBNZ è diventata una delle prime importanti banche centrali ad alzare i tassi di interesse. Nel corso della giornata dovrebbe inasprire ulteriormente. Il numero di nuovi casi di COVID-19 resta molto alto, con pochi miglioramenti, ma il paese ha optato per mettere fine alle restrizioni e convivere col COVID. La RBNZ ha bisogno di agire perché l’inflazione è al massimo di 19 anni, il mercato immobiliare resta forte e il mercato del lavoro è teso. Con gli investitori che oscillano tra un aumento di 25bp e di 50bp (il mercato si aspetta una probabilità del 40% di una mossa di mezzo punto), il NZD è destinato a forti movimenti stasera.
L’euro ha chiuso la giornata in salita contro il dollaro USA dopo gli indici PMI più forti del previsto. L’attività manifatturiera e del settore dei servizi è accelerata nel mese di novembre, ma l’impatto sul cambio EUR/USD è stato limitato perché l’aumento dei casi di COVID-19 fa temere per la crescita futura. I casi sono in aumento in Francia e Belgio, che hanno annunciato l’obbligo di lavoro da casa quattro giorni a settimana. Delle restrizioni più severe in Germania sono inevitabili, visto il peggioramento della pandemia. I dati sull’indice PMI britannico sono misti, con l’attività manifatturiera in aumento ed il settore dei servizi in rallentamento. La notizia ha spinto la sterlina in calo contro il dollaro USA questo martedì.