Lo scambio “assassino”, il nefasto scambio del gas naturale rivelatosi fatale per le carriere di molti che hanno scommesso in grande e in modo errato sullo spread del prezzo tra inverno e primavera, si è nettamente ridotto dal punto di vista della volatilità del prezzo, suggerendo che per i prezzi del gas i massimi dell’anno potrebbero essere finiti.
Fonte: Gelber & Associates
Un mese fa, lo spread tra il contratto del gas di marzo di fine inverno e quello di aprile di inizio primavera aveva raggiunto il picco di oltre 1,50 dollari per mmBtu. All’attestazione di ieri sull’Henry Hub del New York Mercantile Exchange, la differenza tra i due contratti era scesa a soli 62 centesimi.
“L’assassino” è una buona rappresentazione del premio di rischio invernale per il gas, in quanto marzo solitamente comporta la fine della stagione fredda (il che significa che la richiesta per il riscaldamento ha ormai raggiunto il picco), mentre aprile è considerato l’inizio della stagione estiva, che inaugura le immissioni post-invernali e l’eventuale bisogno per il raffrescamento.
Per via di queste dinamiche, la volatilità di prezzo in conseguenza del premio di rischio invernale è spesso tenuta in conto nel contratto di marzo, e non tanto in quello di aprile.
Negli inverni più freddi del normale, la speculazione schizza sulla scia delle richieste di riscaldamento, innescando oscillazioni selvagge dell’assassino. Nel 2018, ad esempio, il rischio di un inverno più freddo si è materializzato verso inizio ottobre, portando ad un rapido aumento dello spread a quasi 1,50 dollari.
Anche quest’anno, lo spread assassino ha cominciato ad aumentare presto, raggiungendo il picco ad ottobre. Il rialzo è stato innescato in parte dalla solida domanda per il raffrescamento in un’estate caldissima; dalle forti pressioni internazionali dall’estero per il gas naturale liquefatto (GNL); e da immissioni settimanali nelle scorte sotto la media.
Insieme, questi fattori hanno alimentato i timori che un inverno più freddo della media possa comportare scorte sotto la media durante l’imminente periodo di richieste per il riscaldamento.
Ma, dal picco dello spread assassino ad inizio ottobre, delle sane iniezioni nelle scorte hanno invertito lo slancio rialzista tra i contratti di marzo ed aprile.
Le stime sulle scorte di fine stagione ora rientrano nel range dei 3,6 mila miliardi di piedi cubici, una quantità giudicata sufficiente per il prossimo inverno in base alle previsioni meteo ed alle condizioni di scorte/domanda.
“Naturalmente, lo spread assassino dovrebbe continuare a scendere fino a fine stagione, con paura ed incertezza che lasceranno il mercato”, scrive Dan Myers, analista dell’agenzia di consulenza sul gas naturale Gelber & Associates, con sede a Houston.
“Ovviamente, se i modelli meteorologici devieranno dai valori previsti e dovesse arrivare un freddo più forte della media su questo mercato, c’è sempre la possibilità che questo famoso spread ricominci ad aumentare in una conseguente catastrofe”.
Fonte: Gelber & Associates
Esempio: lo sgretolamento giornaliero del contratto spot del gas Henry Hub. È crollato complessivamente del 15% nelle ultime cinque sedute, toccando un minimo di nove settimane di 4,73 dollari per mmBtu ieri, con le aggiunte settimanali alle scorte di gas USA che hanno continuato a superare le attese. La scorsa settimana, terminata il 5 novembre, tuttavia, ha visto un’eccezione delle scorte, con 7 miliardi di piedi cubici rispetto ai 10 stimati.
In una previsione di naturalgasintel.com, Bespoke Weather Services ha dichiarato che le proiezioni per la fine del mese sono velocemente passate ad un pattern del Pacifico molto meno favorevole per l’arrivo di aria fredda negli Stati Uniti, aumentando al contempo il rischio di condizioni “più miti del normale” a dicembre.
Dopo una breve ondata di freddo prevista per la fine di questa settimana, Bespoke aggiunge che a fine novembre “il cambiamento non sarà qualcosa che, al momento, fa ben sperare, essendo nettamente diverso rispetto alle previsioni di pochi giorni fa”. Ma “fornisce alla componente meteo un’inclinazione più ribassista”.
Inoltre, sull’anno in corso, la produzione statunitense di gas naturale è rimasta vicina ai 95 bcf al giorno, in linea con i massimi del 2021 e, se sostenuta, potrebbe aggiungere un fattore ribassista ai prezzi dell’Henry Hub.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.