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Il greggio aspetta i “pompieri” dell’OPEC; l’oro punta ai 1.700 dollari

Pubblicato 24.02.2020, 16:07
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Per il Ministro dell’Energia saudita Abdulaziz bin Salman, il coronavirus è come una “casa in fiamme”: se si prova a spegnere l’incendio con una pompa da giardino si rischia di perdere l’edificio, meglio chiamare i vigili del fuoco. Questa settimana, i long sul greggio faranno affidamento sul principe arabo perché chiami i pompieri ed impedisca a quell'edificio chiamato greggio di finire in cenere.

In apertura degli scambi questo lunedì, sia il greggio USA West Texas Intermediate che il britannico Brent sono crollati di oltre il 2% in Asia, con gli investitori preoccupati per il contagio globale della pandemia cinese, sulla scia dell’impennata del numero di infetti in Corea del Sud, Italia ed Iran. Ancor prima dell’attestazione di venerdì c’erano segnali del fatto che le due settimane di rialzi consecutivi del greggio erano finite, con il mercato gravato dal peso dei nuovi casi globali dell'epidemia di Covid-19.

Prezzi settimanali dei future WTI

Per quanto riguarda l’oro, non ci sono preoccupazioni simili: il metallo giallo sembra essere sulla buona strada per arrivare a 1.700 dollari l’oncia, con tutti i tipi di investitori che si sono fiondati sul metallo prezioso come rifugio dal virus. Solo la scorsa settimana, sia i future dell’oro che i lingotti hanno superato più volte i 1.600 dollari registrando un massimo di sette anni dopo l’altro.

Prezzi settimanali dei future dell’oro

Paura di un contagio globale

“I mercati restano spaventati per la diffusione del coronavirus in Cina e in altri paesi, e i dati economici cominciano a dare prova dell’impatto dell’epidemia”, ha dichiarato nel fine settimana Dominick Chirichella, direttore del trading e del rischio dell’Energy Management Institute di New York.

L’indice dei direttori acquisti sul settore dei servizi USA a febbraio è sceso sotto il livello di 50, segnalando una contrazione per la prima volta dal 2013. L’indice PMI composito USA è sceso al minimo pluriennale di 49,6, una grossa delusione per il mese di febbraio.

L’indice manifatturiero nipponico, intanto, ha visto la contrazione più veloce in oltre sette anni, con il calo attribuito alla minore domanda di esportazione in due dei suoi principali partner commerciali: Corea del Sud e Cina. Tra l’altro, entrambi questi paesi hanno riportato un’impennata di nuovi casi di Covid-19 venerdì.

I funzionari finanziari delle principali 20 economie al mondo sabato hanno invocato una risposta coordinata alla diffusione del coronavirus. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che l’epidemia quest’anno porterà giù la crescita cinese al 5,6% e farà scendere dello 0,1% quella globale.

“Ma ci aspettiamo anche degli scenari peggiori in cui la diffusione del virus continui per un periodo più lungo ed abbia una portata più globale, con conseguenze sulla crescita più prolungate”, ha aggiunto la direttrice di gestione del FMI Kristalina Georgieva.

La Cina ieri ha reso noto che le vittime sono salite di 150 unità a 2.592, mentre i contagi totali hanno superato i 77.000. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono quasi 1.100 casi in più in 26 paesi.

I produttori esteri che fanno affidamento sulla catena di produzione e distribuzione cinese hanno già visto delle interruzioni. Il colosso del tech Apple (NASDAQ:AAPL) ha annunciato una probabile delusione degli obiettivi di profitto trimestrali la scorsa settimana, proprio a causa dei problemi di fornitura e della minore domanda in Cina.

Previsto peggioramento delle ripercussioni sui mercati

Altre ripercussioni economiche e sociali del coronavirus potrebbero emergere dai dati di questa settimana. Nel corso della giornata, l’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino pubblicherà i dati sugli investimenti fixed asset, la produzione industriale e le vendite al dettaglio di gennaio. Prevedibilmente, ci si aspetta una revisione al ribasso di questi dati che, se dovesse effettivamente realizzarsi, potrebbe causare una nuova ondata di vendite.

Tornando al principe Abdulaziz ed alla sua decisione di trattare il mercato del greggio come una casa in fiamme, la domanda per i trader del greggio è: come spegnerà l’incendio?

Prezzi settimanali dei future Brent

Il Wall Street Journal venerdì ha riportato che Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait stanno pensando di abbandonare la cooperazione con la testarda Russia e di accettare un taglio di 300.000 barili al giorno della produzione in base all’alleanza OPEC+, anziché i 600.000 barili proposti che Mosca continua a rifiutare.

Ma il principe Abdulaziz ha stroncato le notizie del Journal, definendole “assurde e insensate”. L’agenzia di servizi energetici Platts ha inoltre citato anonimi rappresentanti petroliferi del Golfo secondo cui sarebbe “strano” che l’OPEC infranga l’alleanza di quattro anni con il Cremlino che finora ha funzionato tanto bene.

Patto OPEC-Russia in stallo

Il Ministro dell’Energia russo Alexander Novak, nel frattempo, resta dell’idea che l’OPEC+ non debba anticipare il vertice del 5-6 marzo per cercare di trovare un’urgente soluzione alle centinaia di migliaia di barili di domanda di greggio che vengono persi ogni giorno in Cina. Novak ha inoltre descritto l’impatto del coronavirus sul greggio come “piuttosto incerto” ed in “rapido cambiamento”.

Quindi, se i sauditi desiderano mantenere il loro delicato rapporto con i russi e Mosca non cambierà idea sui tagli, da dove arriveranno i vigili del fuoco di Abdulaziz?

È una domanda a cui i long sul greggio dovranno trovare una risposta, mentre aspettano per altri 11 giorni la riunione dell’OPEC+ a Vienna, 11 lunghi giorni durante i quali il WTI potrebbe testare i minimi di 50 dollari ed il Brent scendere sotto i 53 dollari senza un intervento adeguato.

L’oro brilla

Per quanto riguarda l’oro, gli investitori questa settimana dovrebbero avere indizi sulla direzione dai discorsi del vice Presidente della Federal Reserve Richard Clarida, della Presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester, del Presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari, del Presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan e del capo economista del FMI Gita Gopinath.

Sarà seguito con attenzione anche il report sulla fiducia dei consumatori USA domani, dai cui emergerà quanto stanno spendendo in media gli americani durante la crisi. Altri dati chiave sono gli ordinativi di beni durevoli di giovedì, che si prevede saranno più deboli per via del rallentamento della produzione nelle fabbriche asiatiche e del blocco della produzione dei Boeing 737 Max a metà gennaio.

La Presidente della BCE Christine Lagarde rilascerà dei commenti durante un evento in Germania mercoledì e questa settimana sono attese le dichiarazioni anche di altri funzionari della BCE, come il capo economista Philip Lane.

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