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Il greggio guarda alla domanda estiva, oro sopra i 1.900 dollari

Pubblicato 01.06.2021, 14:41
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La previsione della domanda estiva, insieme alle manovre dell’OPEC, dovrebbe mantenere i prezzi del greggio in ebollizione questa settimana, mentre l’oro cerca di arrivare alla parte superiore dei 1.900 dollari tra i timori per l’inflazione, in apertura degli scambi di giugno.

Crude Oil Daily

Grafico giornaliero greggio

La domanda di benzina USA è schizzata del 9,6% sopra la media delle quattro domeniche precedenti, segnando la più alta domanda del weekend dall’estate 2019, ha reso noto Gas Buddy, un’app del gruppo media Oil Price Information Service. I dati sono arrivati in vista della festa del Memorial Day di ieri, che per tradizione segna l’inizio del periodo di picco per i viaggi in auto estivi negli Stati Uniti. 

Anche le prospettive economiche globali sono in miglioramento, con le vaccinazioni che permettono alle aziende di riprendere le attività e gli Stati Uniti che immettono migliaia di miliardi di dollari nella più grande economia al mondo, afferma l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Internazionale, spostando le previsioni al rialzo.

L’economia globale dovrebbe crescere del 5,8% quest’anno e del 4,4% il prossimo, ha reso noto l’OCSE, un gruppo di alcuni dei paesi più ricchi del mondo, alzando le stime rispettivamente dal 5,6% e dal 4,0% delle ultime previsioni pubblicate a marzo.

Questo martedì, i 13 membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio, o OPEC, ed i loro 10 alleati non membri (che formano complessivamente l’alleanza OPEC+) si incontreranno per parlare della calibrazione mensile scorte-domanda. Solitamente i membri del cartello e gli alleati fanno tutto il possibile per mantenere alti i prezzi del greggio e la domanda tramite le dichiarazioni e gli obiettivi della loro missione.

L’OPEC+ ha deciso ad aprile di aumentare la produzione di 2,1 milioni di barili al giorno da maggio a luglio, in quanto prevede un aumento della domanda globale di carburante nonostante il COVID stia infuriando in India, il terzo consumatore mondiale di greggio.

 “Crediamo che il mercato sarà in grado di assorbire queste ulteriori scorte, e quindi ci aspettiamo che il gruppo confermi un aumento della produzione come previsto nei prossimi due mesi”, hanno detto gli analisti di ING Economics riferendosi all’OPEC+.

Il West Texas Intermediate, il riferimento del greggio USA, è balzato di quasi il 2% negli scambi asiatici di questo martedì, raggiungendo il massimo di 12 settimane di 67,70 dollari al barile al picco della seduta. La scorsa settimana, era schizzato del 4%. 

Anche il Brent, il riferimento globale per il greggio, ha raggiunto il massimo di 12 settimane di 70,28 dollari al barile. Il Brent aveva segnato un’impennata di quasi il 5% la scorsa settimana.

Il greggio è schizzato dalla scorsa settimana con i prezzi medi alla colonnina che hanno toccato i massimi di sette anni di oltre 3 dollari al gallone, il 60% al di sopra dei livelli di un anno fa prima della festa del Memorial Day del 31 maggio.

Il Memorial Day segna l’inizio non ufficiale del periodo di picco per la guida in estate negli USA e l’Associazione Automobilistica Americana stima ben 37 milioni di viaggiatori per l’occasione quest’anno, in salita del 60% dal dato di 23 milioni dello scorso anno, su cui aveva pesato la pandemia. Chi si mette al volante nei tre giorni di festa solitamente fa il pieno più di una volta, un toccasana per i consumi di benzina.

Le speculazioni sui consumi del Memorial Day hanno aiutato i prezzi del greggio a lasciarsi alle spalle i timori circa un possibile eccesso delle scorte con l’arrivo del greggio iraniano sul mercato nei prossimi mesi, se Teheran riuscirà a strappare un nuovo accordo sul nucleare alle potenze mondiali, con l’annullamento delle sanzioni statunitensi sulle sue esportazioni petrolifere.

WTI e Brent sono stati supportati inoltre dai dati governativi USA, da cui sono emersi cali maggiori del previsto delle scorte di greggio, benzina e prodotti raffinati la scorsa settimana.

Intanto, la produzione petrolifera negli Stati Uniti è schizzata del 14,3% a marzo, secondo quanto riportato dalla Energy Information Administration venerdì, con il numero di impianti di trivellazione attivi salito per il decimo mese di fila la scorsa settimana.

Le materie prime valutate in dollari, come greggio e oro, hanno iniziato la settimana col piede giusto anche grazie al fatto che la valuta USA ha continuato a perdere valore. L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro l’euro ed altre cinque importanti valute, è crollato di circa il 4% dalla fine di marzo.

L’oro mantiene la presa nel territorio dei 1.900 dollari, dopo aver segnato i massimi di cinque mesi sia per quanto riguarda i future che il prezzo spot dei lingotti.

La scorsa settimana, i long sul metallo giallo hanno chiuso il mese migliore degli ultimi dieci: maggio ha visto un ritorno positivo dell’8,0%, il più alto dal 10% del luglio scorso.

Gran parte dell’azione di maggio dell’oro è stata legata ai dati sull’inflazione, che hanno contribuito ad alimentare il rally del metallo.

I dati sull’inflazione degli ultimi mesi hanno spaventato gli economisti, che temono che il 2021 possa vedere l’impennata di prezzo maggiore in 35 anni, in quanto il costo di praticamente qualsiasi cosa, dalle case al legname che serve per costruirle, è schizzato.

Il Segretario al Tesoro Janet Yellen la scorsa settimana ha affermato che l’impennata dell’inflazione USA da un anno fa probabilmente è un fenomeno temporaneo, causato dalle carenze materiali in un’economia in ripresa dal COVID-19, e che dei dati annualizzati alti potrebbero persistere ogni mese fino a fine anno.

Tutto sommato, un contesto inflazionario più alto è un bene per l’oro, considerato un rifugio di valore migliore in periodi di problemi finanziari e politici. 

Tuttavia, negli ultimi mesi, i rivali dell’oro, il dollaro e i rendimenti dei bond USA, sono schizzati tra i segnali di un aumento dell’inflazione, con gli investitori che si aspettano che la Fed alzerà i tassi più rapidamente del previsto, anche se la banca giura che non lo farà. Queste speculazioni hanno innescato dei selloff dell’oro, portandolo ad un minimo di quasi 11 mesi di meno di 1.674 dollari, prima che un calo dei rendimenti e del dollaro aiutasse il metallo prezioso a rifarsi strada verso i 1.900 dollari.

La Fed riconosce le pressioni di prezzo derivanti dalle ostruzioni nelle filiere USA. La banca centrale ha puntato ad un’inflazione annua del 2% nello scorso decennio. Ma ha raggiunto appena l’obiettivo e i critici hanno attribuito questo sfasamento al fatto che la banca si ostini a seguire l’indice PCE, un banale indicatore che esclude i costi di alimenti ed energia, le componenti più volatili dell’inflazione.

Invece, l’indice IPC, l’indice sui prezzi al consumo, che comprende alimentari ed energetici, ha registrato una crescita del 4,2% ad aprile, la più alta in quasi 13 anni sulla scia dell’impennata dei costi in un’economia in rapida ripresa dalla pandemia di coronavirus.

Il persistere dell’oro sopra i 1.900 dollari sarà influenzato anche dal report sull’occupazione USA di maggio, che sarà pubblicato venerdì. Gli economisti si aspettano circa 650.000 posti di lavoro in più per il mese scorso, contro gli appena 266.000 di aprile.

Gold Daily

Grafico giornaliero oro

Gli economisti nel complesso prevedono una forte crescita dell’occupazione statunitense nei prossimi mesi, man mano che tornerà rapidamente la normalità in un paese rimasto limitato per la pandemia.

Oltre ai dati sull’occupazione, anche il report manifatturiero dell’ISM, previsto nel corso della giornata e seguito dai dati dell’ISM sui servizi, potrebbero essere determinanti per l’oro.

Giovedì sono attesi anche i dati ADP sull’occupazione non agricola, in ritardo di un giorno per la festa di ieri, insieme ai dati settimanali sulle richieste di sussidio di disoccupazione USA.

Per quanto riguarda la Fed, numerosi funzionari prenderanno la parola questa settimana, tra cui il Presidente Jerome Powell, che parteciperà ad una tavola rotonda sui cambiamenti climatici venerdì, insieme al capo del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva ed alla Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde.

Tra i vari interventi previsti in settimana, ci sono quelli del vice Presidente della Fed Randal Quarles, del Governatore della Fed Lael Brainard, del Presidente della Fed di Philadelphia Patrick Harker, del Presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic, del Presidente della Fed di Chicago Charles Evans e del Presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

 

 

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