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Il Nasdaq in difficolta' anticipa cali anche per gli altri indici Usa?

Pubblicato 08.04.2014, 14:54
Il crollo subito dall'indice Nasdaq 100 nella seduta di venerdi', -2,6% a 4126,73 punti, e' stato insieme a quello del 3 febbraio il peggiore degli ultimi due anni circa, dal primo giugno 2012. Il "flash crash", l'interruzione del servizio di Omx, il gestore dell'indice Nasdaq, avvenuto due ore prima della chiusura di certo non ha aiutato, ma l'intonazione negativa del mercato si era gia' vista nelle prime parti della seduta. I titoli piu' rappresentativi dell'indice sono andati tutti in affanno, Amazon, Facebook, Tesla, ma anche il comparto delle biotecnologie e le "momentum shares" come Netflix e TripAdvisor. Questi ultimi due titoli al momento hanno un P/E, un rapporto prezzo utili, rispettivamente di quasi 88 e di 42,5, mentre il P/E medio per lo S&P 500 e' di 15,4 circa, una differenza molto elevata che va venire in mente la parola "bolla". Il ribasso del Nasdaq dai massimi annuali toccati ad inizio marzo e' ormai del 5%, una performance decisamente peggiore rispetto a quella dello S&P500, che venerdi' e' sceso dell'1,25% e del Dow Jones Industrial, in calo dello 0,96%. Nell'ultima settimana il Dow ha comunque messo a segno un rialzo, dello 0,6%, cosi' come lo S&P500, che sale dello 0,4%, mentre il Nasdaq e' sceso dello 0,7%.

Questa divergenza di comportamento fa suonare un campanello di allarme: quando i titoli ad alto beta ed alto rischio, ma anche ad alto ritorno, come quelli del Nasdaq invertono la rotta, spesso anticipano un movimento analogo anche per gli altri indici principali della borsa di NY. Ed anche all'interno del Nasdaq e' possibile individuare dei sotto indici con un buon potere anticipatore, come ad esempio il iShares Nasdaq Biotech (NASDAQ:IBB) biotech index, che nella sola giornata di venerdi' ha lasciato sul terreno il 4,1% e che si e' allontanato del 18% dai massimi storici di febbraio. Insomma, i presupposti per un calo significativo, almeno nel breve termine, per la borsa Usa sembrano esserci, sara' quindi importante individuare quei livelli al di sotto dei quali i timori di una fase correttiva diventino una realta' concreta.

Nel caso del Nasdaq il livello sul quale concentrare l'attenzione e' quello dei 4153 punti (close venerdi' a 4127), dove transitano sia la base del canale crescente disegnato dai minimi di giugno 2013 (il cui lato superiore ha e' stato toccato e non superato ad inizio marzo) sia la media mobile a 100 giorni: se l'indice si confermera' al di sotto di quei livelli anche nella prima parte della prossima ottava diverra' probabile l'avvio di una correzione di tutta la salita in atto dal novembre 2012 con obiettivi che i ritracciamenti di Fibonacci individuano tra i 3800 ed i 4000 punti. Solo un recupero superiore al 50% del ribasso di venerdi', quindi movimenti al di sopra dei 4200 punti, permetterebbero di tornare a sperare nella ripresa dell'uptrend.
Il grafico dello S&P500 presenta al momento tratti decisamente meno preoccupanti, anche se la candela settimanale archiviata venerdi', uno shooting star appartenente alla famiglia dei martelli, conferma un rallentamento in corso per l'uptrend. Una prima indicazione negativa verrebbe per l'indice al di sotto dei 1860 punti, linea che sale dai minimi di febbraio, ma solo il taglio al ribasso a 1825 della media mobile a 100 giorni, che ricordiamo essere gia' stata violata dal Nasdaq, sarebbe conferma dell'avvio di una fase di ritracciamento di una certa rilevanza. Nel caso del Dow Jones Ind., che come lo S&P500 ha disegnato una candela settimanale del tipo "shooting star", quindi un primo campanello di allarme per la tenuta dell'uptrend, la trend line disegnata dai minimi di febbraio, primo supporto rilevante, si pone a 16355 circa, mentre la media mobile a 100 giorni transita a 16145 circa.
Esistono i presupposti per cui l'avvio di una fase di calo sugli indici Usa possa tramutarsi in una vera e propria tendenza e non dimostrarsi una semplice correzione? Per il momento indicazioni in questo senso non ve ne sono: ad una fase di borsa in difficolta' dovrebbe corrispondere una prospettiva di rialzo significativa per i Treasury, mentre al momento il future sul trentennale Usa si mantiene all'interno di una fase sostanzialmente laterale, pur avendo evidenziato un rimbalzo significativo venerdi' dopo essere entrato in contatto con la media mobile a 100 giorni. Solo la rottura della trend line originata dal top di ottobre 2013, passante per quello di febbraio ed ora a 134,63 (prezzi in centesimi) potrebbe cambiare il quadro lasciando prevedere l'avvio di un rialzo significativo (che con buona probabilita' sarebbe lo specchio di un altrettanto significativo ribasso dell'azionario). Oltre quella trend line le oscillazioni disegnata dal minimo di settembre 2013 potrebbero dimostrarsi un testa spalle, figura rialzista con obiettivo in area 142 almeno.
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