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Il prezzo del greggio scende ma la domanda sale: ecco a cosa fare attenzione

Pubblicato 05.08.2021, 13:28
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 5 agosto 2021

Il prezzo del greggio è sceso questa settimana, perlopiù a causa dei timori che:

  • La domanda petrolifera cinese possa scendere
  • I dati economici statunitensi non sono incoraggianti
  • L’aumento della produzione di greggio da parte dell’OPEC+ peserà sui prezzi

Crude Oil WTI Futures 300 Min Chart

Grafico su 300 minuti future del greggio WTI

Tuttavia, i trader dovrebbero ricordare che la domanda sta aumentando in altre regioni del mondo, nonostante i timori per il coronavirus. Ecco a cosa prestare attenzione nelle prossime settimane:

1. Cina

I dati pubblicati dalla Cina (che non sempre sono accurati) indicano che la crescita dell’attività delle fabbriche è scesa a luglio, registrando una contrazione per la prima volta in oltre un anno nel paese. E questo ha scatenato i timori che la Cina, che sta trainando la crescita economica asiatica, possa mostrare segni di rallentamento.

Se l’economia cinese dovesse rallentare o addirittura contrarsi, la domanda di greggio potrebbe vacillare. Preoccupano anche i lockdown per i casi di coronavirus in Cina: al momento 46 città limitano gli spostamenti dei cittadini per i casi di virus.

La Cina sta inoltre operando una stretta sulle sue cosiddette “teapot”, le piccole raffinerie indipendenti. A queste raffinerie il governo cinese assegna delle quote rispetto a quanto greggio possono importare. Apparentemente, starebbero negoziando le quote per massimizzare la quantità di greggio che possono importare. Una produzione eccessiva di carburante da parte di queste raffinerie indipendenti ha danneggiato i margini di profitto delle raffinerie statali. I trader potrebbero vedere una riduzione delle importazioni di greggio cinesi in conseguenza di queste azioni.

2. Stati Uniti

L’indice ISM sull’attività delle fabbriche nazionali è sceso a luglio, probabilmente per via delle carenze di materie prime e dell’inflazione. I dati pubblicati dall’ADP, la società di elaborazione buste paga, hanno rivelato che, sebbene il settore privato abbia aggiunto 330.000 posti di lavoro a luglio, si tratta di meno della metà del numero di giugno. Il dato di luglio è ben al di sotto dei 653.000 posti di lavoro che si aspettavano gli economisti.

I dati dell’EIA mostrano che le scorte di greggio USA sono aumentate la scorsa settimana, anche se le scorte di benzina sono scese. Tuttavia, gli analisti suggeriscono che la probabile causa dell’aumento delle scorte petrolifere è stato un calo delle esportazioni, non della domanda nazionale.

I trader dovrebbero prestare attenzione ai dati sulle esportazioni nelle prossime settimane. Se le esportazioni dovessero continuare a scendere, potrebbe essere un segnale di una riduzione della domanda globale.

Gli osservatori dei mercati dovrebbero essere preparati al fatto che la domanda nazionale USA di benzina scenda nelle prossime settimane, perché le vacanze estive stanno finendo in molte parti del paese. Nella parte meridionale degli Stati Uniti, le scuole aprono ad inizio o metà agosto. La domanda di benzina tende a scendere negli USA con gli studenti che tornano a scuola.

3. OPEC+

Questa settimana è arrivata anche la notizia che la produzione petrolifera dell’OPEC ha segnato il massimo dall’aprile 2020. I dati di un sondaggio di Reuters hanno rivelato che l’OPEC ha estratto altri 610.000 barili al giorno a luglio rispetto a giugno. A partire da questo mese (agosto), l’OPEC+ aumenterà la sua produzione di 400.000 barili al giorno ed intende farlo a questo ritmo ogni mese fino all’aprile 2022.

Ciò potrebbe causare una dislocazione delle scorte, se le restrizioni per il coronavirus dovessero tornare, come prevede qualcuno. Tuttavia, gli osservatori dei mercati dovrebbero ricordare che l’OPEC+ continua ad incontrarsi mensilmente e che potrebbe ancora decidere di ridurre gli aumenti della produzione se il mercato dovesse mostrare debolezza.

Aramco (SE:2222) ha alzato il prezzo di vendita ufficiale (OSP) per il greggio diretto in Asia per il mese di settembre. Se i compratori dovessero esitare a pagare di più i grossi fornitori come Aramco, sarà un segnale del fatto che la domanda non è così forte come stimato. Aramco esporta più del 60% del suo greggio in Asia.

4. India

Gli osservatori dei mercati non dovrebbero ignorare la crescita della domanda in India. I dati mostrano che la domanda di benzina è salita di 646.000 barili al giorno a luglio, anche se, secondo la Johns Hopkins University, i dati sul coronavirus in India lo rendono “il secondo paese più contagiato al mondo”. L’India importa quasi tutto il greggio di cui ha bisogno.

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