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Il rallentamento cinese si tradurrà in un ulteriore allentamento

Pubblicato 15.04.2015, 14:35
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La debolezza del PIL cinese ha pesato sul sentiment del mercato durante la seduta asiatica. Ciò nonostante, poiché gli indici regionali sono a livelli vertiginosi, gli investitori non hanno avuto bisogno di scuse per ridurre gli asset rischiosi. Nel primo trimestre il PIL cinese è cresciuto del 7,0% a/a, ritmo più lento dal 2009. Gli investimenti fissi (FAI) sono cresciuti del 13,5% nel primo trimestre, rispetto al 13,9% del rilevamento precedente. La crescita delle vendite al dettaglio nominali è scesa al 10,2% a/a (previsione: 10,9%) nel mese di marzo, rispetto al precedente 10,7% a/a. Infine, sempre nello stesso mese, la produzione industriale è cresciuta a un ritmo estremamente debole, pari solo al 5,6% a/a, rispetto al 7,0% a/a previsto dal mercato. I dati fragili e altri rapporti diffusi di recente indicano un incremento dei rischi al ribasso per la crescita. Assistiamo a una fase di debolezza sia nella domanda interna, sia in quella esterna (ricordate le cifre paurose riferite alle esportazioni). La previsione per il 2015 ora si attesta al 7,0%. Il Composite di Shanghai ha ceduto l’1,24%, mentre l’Hang Seng ha fatto segnare un marginale rialzo, pari allo 0,16%. È interessante notare che i dati recenti avevano alimentato le speculazioni su un ulteriore allentamento della politica monetaria, che hanno a loro volta generato frenetici acquisti di asset, invece i dati di oggi hanno impaurito gli investitori. Detto questo, non prevediamo che, nel breve termine, i regolatori cinesi agiranno per sostenere la crescita debole e difendersi dalla minaccia di una deflazione. Oltre alle attuali misure di allentamento, la PBoC ricorrerà a politiche di espansione convenzionali, si prevedono aggiustamenti nei tassi d’interesse (taglio di 25 punti base) e nei quozienti di riserva obbligatoria (due tagli da 25 punti base). Non c’è da sorprendersi che la PBoC continui a mostrare al mondo uno yuan forte, la banca centrale ha abbassato di 67 pip la quotazione ufficiale dell’USD/CND, pari a 6,1340 (anche la quotazione ufficiale dell’USD/CNY è stata abbassata). Prevediamo che l’USD/CNY continuerà a rafforzarsi nonostante i venti contrari. Anche se i dati economici e la divergenza fra le politiche monetarie dovrebbero far salire l’USD/CNY, l’aspirazione della Cina di entrare a far parte del paniere SDR del FMI sosterrà lo yuan. A margine, segnaliamo che, secondo l’FMI, per la prima volta da 16 anni, l’India crescerà più della Cina.

Sui mercati valutari, dopo la pubblicazione del dato sulla debole crescita cinese, l’AUD ha subito costanti pressioni a vendere. L’AUD/USD ha ceduto rapidamente i guadagni molto combattuti di ieri, scendendo a 0,7590. Gli operatori monitoreranno il supporto a 0,7530, perché una violazione di questo livello sposterebbe il prossimo obiettivo ribassista a 0,7300. La debolezza delle esportazioni delle materie prime, dovuta in primis al rallentamento cinese, ha un impatto negativo molto marcato sull’Australia (i dati, diffusi oggi, hanno mostrato un calo della fiducia dei consumatori da 99,5 a 96,2 punti). Secondo le nostre previsioni, la RBA allenterà ulteriormente la sua politica monetaria, di 50 punti base, entro la fine dell’anno. Per quanto riguarda il CAD, il recente miglioramento dei prezzi del greggio ha aiutato l’USD/CAD a recuperare il terreno perduto. Ciò nonostante, la debolezza dei dati canadesi, la lenta crescita negli USA e i verbali accomodanti della BoC indicano che per il momento non si escludono altri tagli. Gli operatori non prevedono alcun taglio del tasso all’odierna riunione della BoC (tasso invariato allo 0,75%), perché gli ultimi dati non sono stati così negativi da giustificare un intervento. L’attenzione sarà quindi puntata su eventuali modifiche nel comunicato riguardanti le previsioni di crescita (possibile una revisione al ribasso). Poiché i prezzi del greggio non dovrebbero migliorare in modo significativo (secondo l’Agenzia internazionale dell’Energia, l’offerta dei paesi dell’OPEC sta crescendo ai ritmi più elevati degli ultimi quattro anni per effetto dell’aumento della produzione in Arabia Saudita e l’interrogativo sulla produzione in Iran) e poiché si profila la minaccia di altri allentamenti, rimaniamo costruttivi sull’USD/CAD e acquistiamo sui minimi puntando a un ritorno sui massimi a 1,2850.

The Risk Today

Luc Luyet

EURUSD Ieri l’EUR/USD ha effettuato un rimbalzo. Tuttavia, la resistenza implicata dal ritracciamento a 38,2% (1,0718) ha finora tenuto. Di conseguenza, viene favorito un ulteriore calo verso il supporto a 1,0458. Un supporto orario si trova attualmente a 1,0521 (minimo 13/04/2015). Un'altra resistenza si trova a 1,0888. In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, un eventuale rafforzamento sarà prevedibilmente passeggero. Una resistenza robusta si attesta a 1,1114 (minimo 05/03/2015). Supporti chiave si trovano a 1,0504 (minimo 21/03/2003) e a 1,0000 (supporto psicologico).

GBPUSD La coppia GBP/USD ha infranto la resistenza oraria a 1,4725, il che migliora la struttura tecnica di breve termine. Resistenze orarie sono date da 1,4845 (massimo intragiornaliero) e dalla linea di tendenza discendente (attorno a 1,4910). Supporti orari giacciono attualmente a 1,4692 e a 1,4566. Nel lungo termine, la violazione del robusto supporto a 1,4814 spiana la strada verso un ulteriore indebolimento a medio termine verso il forte supporto a 1,4231 (minimo 20/05/2010). Un altro forte sostegno si attesta a 1,3503 (minimo 23/01/2009). Una resistenza chiave si trova a 1,5552 (massimo 26/02/2015).

USDJPY L’USD/JPY ha infranto il supporto orario a 119,64 (minimo 07/04/2015), confermando le crescenti pressioni di vendita. I prezzi puntano al rimbalzo in prossimità del supporto implicato dal canale ascendente. Un altro supporto si trova a 118,72. Resistenze orarie possono essere trovate a 120,12 (massimo intragiornaliero) e a 120,84. Propendiamo per un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 115,57 (minimo 16/12/2014). Si prevede una graduale ascesa verso la resistenza fondamentale a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 118,18 (minimo 16/02/2015), mentre una resistenza chiave giace a 121,85 (vedasi anche il canale discendente di lungo termine).

USDCHF L’USD/CHF ha infranto il supporto a 0,9751, annullando la formazione a breve termine di doppio fondo. Supporti orari possono essere trovati a 0,9674 (minimo intragiornaliero, si veda anche il ritracciamento del 50%) e a 0,9598 (minimo 08/04/2015). Una resistenza oraria è pari a 0,9863. In un’ottica di lungo termine, è ripreso il momentum rialzista dell’USD/CHF in seguito alla rimozione del cambio minimo per l’EUR/CHF. È auspicabile un test della robusta resistenza a 1,0240. Un supporto chiave si trova a 0,9450 (minimo 26/02/2015, si veda anche la media mobile a 200 giorni).

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