La performance post-elettorale del mercato azionario inizia oggi. Dal punto di vista dei fattori di rischio azionario, la corsa inizia con il rendimento dei dividendi elevato in pole position per i risultati annui, sulla base di una serie di ETF fino alla chiusura di martedì (8 novembre).
Il Vanguard High Dividend Yield Index Fund ETF Shares (NYSE:VYM) è il top performer per i fattori azionari statunitensi, ma nel 2022 ciò si traduce in una perdita relativamente modesta. Rispetto al mercato azionario nel suo complesso, tuttavia, non si tratta di un risultato da poco. L’SPDR S&P 500 (NYSE:SPY), l’ampio indice di riferimento per le azioni, ha perso quasi il 19% quest’anno, contro una lieve flessione dell’1,4% per VYM.
Anche i titoli value stanno facendo relativamente bene nel 2022, registrando le perdite più leggere dopo VYM. I titoli value a grande capitalizzazione (tramite l’iShares S&P 500 Value ETF (NYSE:IVE)), ad esempio, hanno registrato un calo relativamente contenuto del 6,4% su base annua.
Il settore più colpito dell’universo dei fattori è quello delle large-cap growth: l’iShares S&P 500 Growth ETF (IVW) è sceso di quasi il 30% quest’anno.
Le azioni statunitensi tendono a salire dopo le elezioni di metà mandato, secondo l’analisi di LPL Financial. Barry Gilbert e Jeff Buchbinder hanno scritto all’inizio della settimana:
“Ci sono diverse possibili ragioni fondamentali per la forza del mercato dopo le elezioni di metà mandato. In primo luogo, l’incertezza associata alle elezioni è ormai alle spalle e i mercati non amano l’incertezza. Inoltre, le elezioni di metà mandato rappresentano di solito una sorta di correzione di rotta rispetto alle elezioni presidenziali... e i mercati potrebbero anticipare le prospettive di un migliore equilibrio politico, indipendentemente da chi sieda nello Studio Ovale”.
Lee Carter, presidente e partner di Maslansky + Partners, osserva che “lo stallo... è stato piuttosto positivo per i mercati”.
Se così fosse, le prospettive sembrano relativamente rosee in una mattinata in cui il controllo del Congresso resta incerto.