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Il rialzo del greggio trascina Tenaris e Eni

Pubblicato 10.07.2013, 10:45
Aggiornato 14.05.2017, 12:45

Il prezzo del petrolio Wti è salito nel corso della scorsa ottava ben al di sopra dei 100 dollari per la prima volta da settembre sulle tensioni crescenti in Egitto. La rottura di area 99/100 da un punto di vista grafico è significativa: i prezzi hanno stazionato al di sotto di quella resistenza per molti mesi, dal picco di settembre 2012, e soprattutto quest'anno hanno tentato in più occasioni di averne ragione ma senza successo. La rottura di questa diga potrebbe liberare quindi ora molta energia e lasciare spazio a movimenti almeno fino al limite superiore del canale ascendente che è possibile ipotizzare dai minimi di giugno 2012, resistenza collocata a 108,50 dollari circa. A confermare l'avvio di una fase rialzista duratura sarebbe anche la rottura a 103 della linea che scende dal top di maggio 2011. Solo un rapido rientro al di sotto di 98,50/99 dollari metterebbe in discussione il segnale rialzista delle ultime sedute che poi verrebbe negato al di sotto della media mobile a 100 giorni, passante in area 94 dollari, riproponendo i prezzi all'interno della precedente fase laterale e quindi potenzialmente fino in area 90.

I titoli del comparto si sono avvantaggiati della crescita del prezzo del greggio. In particolare si è messo in evidenza Tenaris anche grazie al fatto che alcuni produttori di tubi per la trasmissione di petrolio, tra i quali la stessa Tenaris, Vallourec, Us Steel, hanno avanzato una richiesta ufficiale alle autorità statunitensi di protezione dalla vendita sotto costo di 9 paesi che avrebbero agito secondo concorrenza sleale. Per Tenaris la rottura decisa dei 17 euro (massimo oggi a 17,25 euro) e' un segnale graficamente molto forte, il titolo stazionava infatti al di sotto di quei livelli dall'agosto 2012, oscillando all'interno di una fase sostanzialmente laterale il cui baricentro era rappresentato dalla media mobile a 100 giorni, passante a 15,80 circa, tagliata con decisione al rialzo grazie al balzo messo a segno il 3 luglio. Se i prezzi riusciranno a stabilizzarsi al di sopra di area 17 diverrà probabile non solo il ritorno sui massimi di inizio 2011 a 19,09 euro ma anche il superamento di quei livelli ed il raggiungimento di 21,50, lato alto del canale ascendente disegnato dai minimi di inizio 2009. Solo il ritorno al di sotto di area 15,80 allontanerebbe le speranze di rialzo facendo invece temere nella migliore delle ipotesi il ritorno sulla base del trading range degli ultimi mesi, in area 14,50 euro.

Risvolti positivi dalla crescita del prezzo del greggio potrebbero esserci anche per Eni, nonostante il peso che l'andamento della controllata Saipem ha avuto nlle ultime settimane anche sulle evoluzioni grafiche del titolo del cane a sei zampe. Il fatto che recentemente i prezzi siano rimbalzati dopo aver avvicinato il supporto critico di 14,93/94, già area di minimi a dicembre 2011 e luglio 2012 è un primo elemento in favore della realizzazione di una reazione estesa al ribasso subito dal picco di maggio a 19,12 euro. Il test dei 17 euro potrebbe realizzarsi in tempi relativamente brevi, oggi il titolo sfiora i 16 euro, il superamento di quell'area rischia invece di essere più tormentato ma in caso di successo il mercato avrebbe la possibilità di tentare il recupero proprio dei massimi di maggio. La resistenza tra i 19 ed i 19,50 euro è poi un vero e proprio muro contro il quale si sono scontrati tutti i tentativi dei rialzisti fin dalla fine del 2008, in caso di avvicinamento di quell'area diverrebbe quindi d'obbligo l'uso di una grande cautela. Cautela anche in caso di violazione dei supporti di area 14,90, in quel caso atteso almeno il test di 13,50.


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