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Per il momento è un inizio settimana relativamente “soft” sui mercati, in particolare sul valutario. La maggior parte delle major risultano compresse in una trentina di pip, consideriamo che la borsa londinese è chiusa per festività e che pertanto sta venendo a mancare gran parte della liquidità della sessione europea.
L’apertura asiatica aveva proposto tuttavia interessanti movimenti, col cambio EUR/USD arrivato a 1.1655, ma poi c’è stato un rallentamento dettato dal rischio riguardante i mercati emergenti.
In Turchia mercati che hanno riaperto i battenti per la prima volta da una settimana a questa parte e il cambio USD/TRY ha subito registrato un rialzo del 3% determinando pressione al ribasso sul rublo e sul rand.
L’EUR/USD tornava verso 1.16, ma la coppia si è stabilizzata e ha rimbalzato dopo il dato sull’IFO.
Il sentiment imprenditoriale tedesco è migliorato, balzando a 103,8 contro 101,9 previsto ed ecco spiegato il motivo della tenuta della nostra valuta nonostante il flusso al ribasso dei mercati emergenti.
Gli analisti prevedono una crescita del PIL tedesco allo 0,5% per il trimestre in corso e secondo l’economista IFO Klaus Wohlrabe, le aspettative di esportazione sono cresciute significativamente da luglio. Ciò fa ben sperare per l'economia tedesca, tant’è che l’IFO ha rivisto al rialzo le stime del PIL annuale tra l'1,8% e l'1,9%.
Senza dati USA in calendario, i mercati dovrebbero rimanere tranquilli per il resto della giornata. Il dollaro è sempre sotto pressione al ribasso dopo il discorso accomodante di venerdì da parte di Jerome Powell, ma il cambio USD/JPY sembra stabilizzarsi a ridosso di 111,00.
Attenzione tuttavia al sentiment attuale, che vede un Dollaro debole a favore di un azionario in netta ripresa (massimi assoluti anche sull’SP500) ragion per cui non possiamo escludere nuove ondate di vendita durante la sessione nord americana.