“Non c’è una guerra commerciale in fermentazione, gli scambi restano dinamici”: queste le parole pronunciate oggi dalla Banca Nazionale svizzera, che ha mantenuto invariata la sua politica monetaria.
Forse questo gioco da “Jedi Mind Tricks” il dire qualcosa per renderla vero funzionerà, ma non ci convince.
Così si ignorano i rischi di un rafforzamento del CHF e di un movimento dell’inflazione svizzera.
Probabilmente la BNS continuerà a guidare il mercato evidenziando condizioni che sostengono i suoi obiettivi.
Oppure forse non si stanno facendo ingannare dal clamore di breve termine.
La BNS continua a considerare il CHF sopravvalutato (sebbene l’EUR/CHF si stia avvicinando a 1,20) e ha ribadito il suo impegno a intervenire sul mercato dei cambi in caso di necessità.
Le speculazioni secondo cui la BNS avrebbe anticipato la Banca Centrale Europea nel restringimento della politica continuano a essere fuori luogo; le previsioni d’inflazione sono scese dallo 0,7% allo 0,6% per il 2018, cifra non sufficiente a spostare i tassi d’interesse.
La BNS si aspetta una crescita economica del 2,0%.
I prestiti per i mutui sono bassi, ma i prezzi delle abitazioni stanno iniziando a salire, segnale di una potenziale correzione.
Nel complesso, la BNS è soddisfatta dell’attuale politica monetaria e non ha fretta di fare modifiche. Sospettiamo che il primo rialzo arriverà nel 2019, 6 mesi buoni dopo quello della BCE.