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Dopo la precipitosa svendita dei giorni scorsi, la domanda che gli operatori si stanno ponendo è se questa settimana assisteranno all’ulteriore indebolimento del Dollaro o se i tori del biglietto verde torneranno in sella consentendo finalmente un rally tecnico.
I deludenti dati americani sul PIL di venerdì hanno certificato un consumo interno piuttosto sostenuto e rendimenti obbligazionari che stanno nuovamente spingendo verso massimi pluriennali.
Il differenziale tra scadenza a 2 e 10 anni potrebbe non essere un punto di forza del dollaro, almeno rispetto al passato, ma il Presidente Trump – dopo le incaute dichiarazioni del Segretario al Tesoro – si è affrettato a correggere il tiro dichiarando di voler vedere un dollaro sempre più forte. La sensazione emersa guardando i grafici è che il deprezzamento della scorsa settimana sia stato eccessivo, perlomeno nel breve termine.
Wall Street continua a mandare segnali positivi sul fronte utili aziendali ed è per questo che anche la sessione di venerdì scorso ci mostrava indici in gran forma e capaci di attaccare – non è una novità – i massimi assoluti.
L'indice SP 500 chiudeva un positivo dell’1,1% a 2873 punti, euforia che però non si è riversata sui listini asiatici che al contrario si sono mantenuti molto prudenti con il (Nikkei pressoché piatto mentre in Europa i primi movimenti sembrano orientarsi al rialzo.
Nel Forex sappiamo di un dollaro sottoperformante, ma diciamo che stamane non c’è una valuta che sta spingendo più delle altre.
Sul fronte materie prime, il rimbalzo del dollaro sta facendo ritracciare l’XAU/USD, mentre il Future Petrolio Greggio WTI si mantiene abbastanza stabile.
Sul fronte macro economico sarà una partenza sprint, visto che nel pomeriggio avremo già un primo assaggio dell’inflazione USA. Stiamo parlando del dato che la Fed considera più importante, ovvero l’indice dei prezzi della spesa per consumo personale delle 14:30 per la quale ci si attende una crescita del + 0,2% su base mensile. Ciò si tradurrebbe in un aumento dell'inflazione annualizzata al + 1,6%, ovvero il picco massimo da otto mesi.