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Il tonfo di Schlumberger indica altri dolori per i tori di greggio ed energetici

Pubblicato 30.05.2019, 12:13
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Non è mai facile scegliere il momento migliore per qualsiasi mercato, ma è ancor più difficile prevedere picchi e minimi sui mercati energetici. Tuttavia, i rischi per i mercati del greggio sono aumentati drasticamente negli ultimi giorni e le dinamiche di offerta-domanda si stanno evolvendo in un modo che lascia presagire un altro forte ribasso sui mercati petroliferi dopo la lenta e graduale ripresa dal 2014.

L’escalation dello scontro commerciale USA-Cina, le prove sempre più evidenti che l’economia USA ha intrapreso un cammino di rallentamento ed i toni conciliatori del Presidente USA Donald Trump nei confronti dell’Iran fanno prospettare un’estate difficile per i tori del greggio ed i titoli delle compagnie energetiche. In effetti, la performance del titolo delle compagnie che offrono servizi cruciali ai produttori petroliferi dipinge un quadro grigio delle prospettive del settore del greggio e del gas.

Schlumberger Ltd. (NYSE:SLB), il principale fornitore di servizi petroliferi al mondo, ha visto il suo titolo crollare di oltre il 24% dal massimo di aprile. Il titolo ha chiuso in calo dello 0,9% ieri a 36,18 dollari, nel suo quinto giorno consecutivo al ribasso. Il suo diretto rivale Halliburton Co. (NYSE:HAL) non sta andando meglio. Dopo essere rimbalzato del 20% quest’anno fino a metà aprile, il titolo segna ora un tonfo del 28%.

Schlumberger chart

Le compagnie sull’indice Philadelphia Oil Services Index non sono riuscite a sostenere l’impennata di aprile o a tenere il passo con la ripresa generale sul mercato petrolifero globale e l’indice segna ora un crollo del 25% da metà aprile.

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Peggioramento del macro ambiente

Schlumberger, che opera in oltre 120 paesi, fornendo la gamma più completa del settore di prodotti e servizi, dall’esplorazione alla produzione, prevedeva un buon anno per il settore petrolifero nell’ultimo report sugli utili del mese scorso.

“Il ritorno della crescita internazionale, ed in particolare la ripresa delle attività offshore e delle esplorazioni, è quello che aspettavamo”, ha riferito l’amministratore delegato Paal Kibsgaard ad analisti ed investitori il 18 durante una conference call. “L’ultimo anno in cui abbiamo avuto una crescita a livello internazionale è stato il 2014, quindi sono stati cinque anni di attesa, perciò siamo più che pronti per questo”.

Ma il peggioramento del macro-contesto e la riluttanza dei grandi produttori di greggio e gas ad aumentare gli investimenti stanno ostacolando gli sforzi della compagnia per riprendersi dal tonfo in cui è impantanata dalla metà del 2014.

Il titolo, crollato di oltre il 60% negli ultimi cinque anni, potrebbe però sembrare piuttosto allettante ad alcuni investitori contrari. Il rendimento attuale del suo dividendo pari al 4,69% è più del doppio rispetto alla sua media quinquennale, con un multiplo P/E forward di 16,5 che è il minimo degli ultimi cinque anni.

Ma i dati storici potrebbero non essere tanto rilevanti per i fornitori di servizi petroliferi quando il settore in cui operano sta subendo un cambiamento radicale. Sotto pressione da parte degli azionisti, le compagnie di esplorazione e produzione stanno limitando le spese, il che sta riducendo la domanda di servizi petroliferi, secondo S&P Global, che la scorsa settimana ha abbassato di una tacca il rating sul credito di Schlumberger.

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“Le compagnie di servizi petroliferi non saranno più in grado di generare i margini operativi alti del 2014”, scrive in un report di venerdì scorso Carin Dehne-Kiley, analista di S&P. E aggiunge:

“Il settore dei servizi petroliferi è fondamentalmente cambiato per via dei guadagni permanenti di efficienza e produttività realizzati dalle compagnie di esplorazione e produzione, nonché dal sentimento degli investitori che richiede a queste compagnie di operare entro i flussi di cassa e limitare la crescita della produzione”.

Morale della favola

I titoli delle compagnie di servizi petroliferi sono diventati più economici dopo un precipitoso ribasso negli ultimi cinque anni. Ma, malgrado le loro valutazioni più allettanti, non pensiamo che sia arrivato il momento di arraffare le loro azioni. In questo ambiente economico e geopolitico globale così incerto, i prezzi del greggio potrebbero non sostenere i recenti rialzi. Sarebbe meglio per gli investitori evitare di entrare in questi scambi ora.

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