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Il tono della RBNZ è meno dovish

Pubblicato 09.06.2016, 11:42
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

L'attività di trading è stata bassa nella sessione asiatica con la Cina che celebra la Festa delle Barche del Drago. Gli altri indici azionari asiatici sono stati lievemente più deboli.

La volatilità nei mercati valutari è completamente scomparsa con la sola eccezione del NZD. La coppia NZD/USD è salita a 0,7148 da 0,7009 con la RNBZ che ha mantenuto il tuo tasso di cassa ufficiale a 2,25% cosa che però i trader hanno interpretato come essere meno dovish.

La Banca della Corea (BoK) ha sorprendentemente tagliato il suo tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo a 1,25%, con il Governatore della BoK Lee Ju Yeol che ha deciso di perseguire un'azione preventiva, facendo notare il rischio di una diminuzione della crescita. Nonostante la decente accelerazione del PIL della Corea, la conferenza stampa di accompagnamento e le dichiarazioni di politica monetaria hanno indicato un ulteriore spazio per manovre di espansione monetaria.

L'andamento delle materie prime è dettato dal Petrolio Greggio e dal prezzo dei metalli a causa di speculazioni che vedono la Fed ritardare l'aumento dei tassi fino a quest'autunno. Il greggio Petrolio Brent è aumentato a $52,86 mentre il Rame è aumentato a 208,15.

Continuiamo ad aspettarci una decelerazione ciclica dei dati economici USA, che costringerà a contenere le aspettative della Fed sui tassi, e farà scattare una ripresa diffusa delle operazioni di rischio (a meno di una Brexit).

I rendimenti dei tassi di interesse europei continuano a scendere con l'aumentare delle aspettative di una Brexit (il calo dei rendimenti dei bond sta inoltre spingendo gli speculatori verso asset di rischio). I tori della coppia GBP/USD non riescono a trovare sollievo dai timori di una Brexit con la coppia che si è assestata al di sopra della media mobile a 100 giorni di 1,4499.

Ieri, i dati JOLTs USA sulle nuove posizioni lavorative hanno riportato un incremento delle nuove posizioni lavorative offerte. Il numero totale di nuove posizioni lavorative è salito a 5,788 milioni ad aprile rispetto ai 5,67 milioni del mese precedente, un record massimo.

Curiosamente, il rapporto sul mercato del lavoro della scorsa settimana suggeriva un rallentamento delle assunzioni mentre i dati JOLT indicano che il numero di nuove posizioni lavorative è cresciuto. Superficialmente, ciò indicherebbe che restrizioni nella partecipazione al mercato del lavoro stanno riducendo le assunzioni. Questo condurrebbe ad una accellerazione della crescita dei salari con le aziende che aumentano le loro offerte per attirare candidati (come riportato sul Libro Beige).

La coppia USDJPY rimane vincolata alla banda di oscillazione 106,52-107,09. In Giappone gli ordini di macchinari sono rimasti deboli con gli ordinativi principali che sono scesi con un -11,0% su base mensile a maggio rispetto al +5,5% di aprile.

Il governo ha provato a dare un'immagine positiva a questi risultati dichiarando che si possono intravedere dei “momenti di ripresa”, tuttavia questi dati mostrano un profondo declino. Questi deboli dati suggeriscono che la situazione economica si sia riversata sulle spese Capex (spese per capitale) delle imprese e allo stesso tempo aumentano la probabilità di un intervento a luglio da parte della Banca del Giappone.

Dati i rischi bilanciati che premono sul JPY ci aspettiamo un ulteriore consolidamento all'interno delle bande di oscillazione.

In Cina la diminuzione dei prezzi delle derrate alimentari ha spinto i dati sull'inflazione e i dati dall'Indice dei Prezzi al Consumo di maggio in ribasso al 2,0% mentre la deflazione dell'Indice dei Prezzi alla Produzione è ulteriormente cresciuta con un -2,8% su base annua.

La diminuzione delle pressioni inflattive suggerisce che le previsioni relative all'inflazione cinese dovrebbero essere riviste verso il basso.

Nel calendario economico di oggi i trader terranno d'occhio la bilancia commerciale del Regno Unito, le scorte magazzino grossisti USA e il tasso di utilizzo della capacità produttiva del Canada.

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