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Investire sulle banche italiane con il rialzo dei tassi: un certificato dal 14,52%

Pubblicato 21.06.2022, 12:12
Aggiornato 26.04.2022, 10:40

Nell’ultimo meeting, la BCE ha confermato che da luglio avvierà la sua politica di rialzo dei tassi per contrastare un’inflazione sempre più consistente anche in Europa. L’idea della transitorietà del fenomeno inflativo è ormai alle spalle e tutte le principali banche centrali si stanno muovendo per combatterla. Il grande dibattito è ora sul come questo impatterà sulle banche, in particolare quelle dei paesi periferici come l’Italia, a metà tra i benefici di margini più elevati e la sofferenza in aumento per il rischio sul debito governativo.

Lo spread BTP/Bund, infatti, è passato in meno di due mesi da area 140 fino ad un massimo di 250 punti base, prima di correggere verso i 200 bp in seguito alla riunione di emergenza convocata da BCE la scorsa settimana proprio sul tema del disallineamento degli spread dei paesi periferici.

Ma questo come è collegato alla sostenibilità delle banche? Gli istituti di credito italiani hanno in portafoglio importanti quote del debito nazionale e un rialzo dei tassi implica una diminuzione dei prezzi. I portafogli sono però oggi molto meno esposti rispetto al passato. Una ricerca di Citi stima che l’esposizione delle banche italiane al debito sovrano tricolore sia passato dal 11% del totale degli attivi del 2015 al 6,6% attuale. Con portafogli molto più diversificati, diminuisce quindi anche il rischio sottostante. Analizzando le singole banche, sempre Citi rileva la seguente distribuzione: Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) al 8,3%, Unicredit (BIT:CRDI) al 4,2%, Banco BPM al 7,3%, BPER (BIT:EMII) al 6,2%, Mediobanca (BIT:MDBI) al 3,7% e MPS (BIT:BMPS) al 10,3% nel primo trimestre 2022. Le componenti che fanno pensare un una situazione meno preoccupante, anche di fronte ad uno scenario di rialzo dei tassi, sono una situazione patrimoniale più solida, un buffer CET1 superiore al requisito di oltre 450 punti base per la maggior parte delle banche, una diminuzione dei crediti deteriorati.

Per quanto riguarda gli attivi invece, si stima un impatto positivo per le banche periferiche in quanto permette di aumentare il margine netto da interesse ed incrementare quindi la redditività. La previsione è di un incremento dell’utile netto di circa il 6% per le banche italiane per ogni rialzo di 25 punti base.

In questo contesto, trovo decisamente interessante un certificati di Vontobel che ha come sottostanti tre delle nostre principali banche, ovvero Intesa, Unicredit e Mediobanca.

Intesa SanPaolo; Fonte: Investing.com

Unicredit; Fonte: Investing.com


Mediobanca; Fonte: Investing.com

Il certificato, a differenza dell’azione, mi permette una remunerazione con un buon margine sul prezzo del sottostante, potendo incassare le cedole anche in caso di ribasso moderato dei titoli. In particolare, la barriera di protezione è posta al 60% del prezzo di strike e pari a 1.18€ per Intesa, 5.80€ per Unicredit e 5.87€ per Mediobanca. Nello scenario visto in precedenza, anche in caso di risalita non immediata ma nel medio termine, la protezione dovrebbe garantire relativa tranquillità.

Il certificato prevede un flusso cedolare del 1.21% al mese per un flusso annuo del 14.52%, al mantenimento dei prezzi indicati in precedenza. Ad oggi, il worst of del certificato è Mediobanca, in ritardo dal prezzo di strike del 10.78% (con un buffer ancora del 30% sulla barriera), mentre Intesa è a -2.14% e Unicredit al 9,23% sopra strike.

Molto interessante anche la possibilità di autocall dal quarto mese, ovvero dall’osservazione di settembre (certificato emesso il 17 maggio). Ciò sta a significare che in caso di recupero dei prezzi di strike, quindi di qualche punto percentuale per Intesa e del 10% per Mediobanca, si avrebbe il rimborso anticipato al nominale, 100€, con l’incasso di tre cedole da 1,21%. Considerando l’acquisto odierno a 98, si otterrebbe un rendimento del 5,63% in tre mesi. In caso questo non si verificasse, rimane un certificato con un ottimo flusso cedolare, con sottostanti correlati ed appartenenti ad un settore che dovrebbe beneficiare di maggiori margini negli anni a venire.

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Ultimi commenti

ora però le banche sono il peggiore investimento non vede che calano tutti i giorni ci sono sempre delle novità
ISIN P.F.
Perdoni il ritardo,  non mi era arrivata la notifica. DE000VV19N85
quindi le banche sono da comprare secondo lei non calano più
Ovviamente è impossibile prevedere se quello di queste settimane possa essere il minimo. Può essere soffrano ancora per il surriscaldamento dello spread ma, come spiegato nell'articolo, le condizioni sono ben diverse da quelle di qualche anno fa e dovrebbero quindi risentirne meno. In quest'ottica, un certificato a differenza di un'azione permette di incassare le cedole anche in caso di moderato ribasso del sottostante.
Buongiorno si potrebbe avere l'isin di questo certificato grazie
se il certificato è tedesco, la cedola è soggetta a doppia tassazione: italia+Germania?
no, l’isin è tedesco perche emesso da Vontobel, ma essendo quotato su Borsa Italiana non vi è il principio della doppia tassazione
Alessandro grazie mille
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