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La benzina potrebbe restare sotto i 2 dollari fino a novembre e oltre

Pubblicato 05.09.2018, 09:30
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
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Alzate il piede dal pedale, fan della benzina: i prezzi del carburante difficilmente schizzeranno tanto in alto per il momento e alcuni trader si aspettano un crollo di ben il 10% ad ottobre.

Con la festa di lunedì del Labor Day che ha segnato la fine non ufficiale della stagione estiva e dei viaggi in auto negli Stati Uniti, le previsioni sui future della benzina sul New York Mercantile Exchanges sono decisamente ribassiste.

Fino a giugno, la benzina ha visto alcuni dei ritorni migliori per gli investitori che scommettevano su prezzi più alti del carburante e febbraio è stato l’unico mese negativo per il mercato nel primo semestre.

Ma a luglio e agosto è crollato quasi del 9% in totale, a causa della debolezza del greggio USA.

Sull’anno in corso, la benzina resta in salita del 10%.

Ma le attestazioni basse di venerdì e di ieri - subito prima e dopo del weekend del Labor Day - indicano una minore fiducia su un mercato che di solito vedeva un sentimento più forte in questo periodo dell’anno.

Gasoline Weekly Chart

I segnali tecnici di Investing.com indicano “Strong Sell” sulla benzina.

Il carburante, chiamato anche RBOB, potrebbe passare le prossime settimane sotto i 2 dollari al gallone, un livello che i cosiddetti tori del RBOB hanno faticato tanto per superare da aprile.

Uno short “molto redditizio”

“Durante i massimi di questa mattina, ha raggiunto i 2,06 dollari al gallone, siamo andati subito short ed è sceso a 1,98 dollari”, ha affermato Phil Davis, trader di PSW Investments a New York, in un’intervista di ieri ad Investing.com. “Si tratta di un guadagno di circa 2.500 dollari a contratto, uno short molto redditizio per noi”. Aggiunge:

“Da qui, prevediamo che il RBOB vada giù ad un range compreso tra 1,80 e 1,85 dollari il prossimo mese e che si stabilizzi lì … Ci sarà la tradizionale impennata pre-Ringraziamento, dove potrebbe salire un po’, e in quella occasione andremo di nuovo short”.

Secondo la teoria di Davis, l’impennata della benzina al massimo di 3 anni e mezzo di 2,2855 dollari a maggio, in corrispondenza con il rimbalzo del greggio USA, è stata difettosa dal punto di vista fondamentale.

“In occasione di ogni festività, spingiamo il prezzo al rialzo in previsione della domanda. Ma siamo costantemente delusi dal momento che tutte le nuove auto oggi fanno in media 35 miglia al gallone contro le 25 di quelle più vecchie. Si tratta di un consumo inferiore del 40%. E succede ogni anno”.

“La popolazione è sostanzialmente statica e le persone non guidano più tanto. Quindi, l’uso di benzina continua a diminuire man mano che escono più auto a basso consumo. Ecco perché ogni volta che c’è un grosso rimbalzo della benzina causato dalle aspettative sulla domanda vado short”.

Prezzi al distributore più alti, aumento delle scorte

Anche se i future RBOB sono scesi sotto i 2 dollari, i prezzi della benzina al distributore sono ben al di sopra dei livelli di un anno fa e più del 50% superiori al minimo ciclico del febbraio 2016, secondo la U.S. Energy Information Administration.

L’EIA ha reso noto che nella regione della costa orientale USA, nota nel gergo del mercato come PADD 1, il prezzo al distributore al 27 agosto era di 2,764 dollari al gallone contro i 2,337 dollari dell’anno scorso. Per il Midwest, o PADD 2, era di 2,760 dollari rispetto ai 3,307 dollari precedenti, mentre per la Costa del Golfo, o PADD 3, si attestava a 2,569 dollari contro i 2,156 dollari. In generale per tutti gli Stati Uniti la media era pari a 2,827 dollari rispetto ai 2,399 dollari precedenti.

Davis ha affermato che lo capirebbe se i future della benzina dovessero salire leggermente a novembre, nell’eventualità che le sanzioni sul greggio iraniano spingano sia il mercato del greggio USA che quello del Brent. “Anche in quel caso, ritengo però che ci saranno scorte sufficienti di benzina, e poi noi non la importiamo dall’Iran. Va bene se il RBOB rifletterà un po’ dell’inasprimento del greggio ma non in termini di dollari relativi”.

Dai report dell’EIA emerge che le scorte di benzina sono superiori quest’anno rispetto al 2017. Le scorte PADD 1 si attestano a 64,1 milioni di barili al 25 agosto contro i 62,7 milioni di un anno fa. Le scorte PADD 2 sono pari a 53 milioni rispetto ai precedenti 52,2 milioni. Solo le scorte PADD 3 sono di meno: 80,9 milioni rispetto agli 82,4 milioni dell’anno scorso. In generale le scorte USA sono in salita, passando da 229,9 milioni a 232,8 milioni.

“Il RBOB ha tutto quello che gli serve”, afferma Jim Ritterbusch del gruppo di consulenza per i mercati energetici con sede a Chicago Ritterbusch & Associates, aggiungendo che le scorte sono sette milioni di barili al di sopra della media quinquennale.

“Fino alla settimana scorsa, le raffinerie registravano un ritmo quasi da record di produzione di benzina. Rispondevano a margini molto forti, che restavano abbastanza buoni”, ha dichiarato. I margini di raffinazione per il RBOB, noti nel settore energetico come “crack spread” della benzina, si attestano a circa 18 dollari al barile al momento rispetto ai massimi di agosto di 22 dollari, in base ai grafici.

Probabile una volatilità dei prezzi a breve termine

Aggiunge Ritterbusch:

“Potremmo assistere ad una certa volatilità che potrebbe tenere su il mercato per un’altra settimana o due, ma entro la seconda metà di settembre dovremmo vedere un indebolimento ... Potrebbe salire insieme al greggio per via delle sanzioni iraniane ma probabilmente non tanto quanto sperano i tori della benzina”.

L’analista del greggio di Reuters John Kemp ha fatto notare in un commento di metà agosto che l’assenza di crescita della benzina contrasta con quella di olio combustibile distillato, il cui consumo tra marzo e maggio è salito di quasi 75.000 barili al giorno rispetto al 2017, spinto dall’aumento della produzione industriale e dalla forte crescita dei trasporti.

PK Verleger LLC ha spiegato in un report della scorsa settimana che le nuove costruzioni USA sono state un altro fattore determinante per il consumo di benzina e che l’indicatore si avvia a scendere. Afferma l’agenzia:

“Il calo dell’accessibilità al settore immobiliare, insieme all’aumento dei costi edilizi ed ai cambiamenti sulle leggi fiscali federali probabilmente peseranno sulle nuove costruzioni … Ciò significa che potremmo non vedere aumenti significativi dei consumi di benzina nazionali nel 2019, 2020 o anche dopo”.

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