Deludono i dati macro cinesi, la seconda economia del mondo frena più delle attese. A livello di produzione industriale, peggio del marzo 2020. Citi e Goldman vedono nero. Per Snam (BIT:SRG) e Terna (BIT:TRN) indiscrezioni di fusione mentre S&P boccia l'outlook di A2A (BIT:A2).
Gli effetti dei duri lockdown si fanno sentire sui dati macro cinesi. Le attese erano già molto negative, ma la realtà è anche peggio.
A impensierire sono due fattori: il calo dell’attività industriale è peggiore rispetto a quello registrato tra febbraio e marzo 2020, nella prima ondata di Covid e l’aumento della disoccupazione che riduce la domanda interna.
Nel video analizziamo anche l’effetto dei bond. I dati gettano nuovi timori su quel +5,5% di target di crescita del Pil cinese quest’anno mentre si teme l’effetto domino sulle altre economie mondiali.
Circolano, inoltre, indiscrezioni secondo cui Xi Jinping sarebbe affetto da un aneurisma mortale e non vorrebbe operarsi, proprio lui che tempo fa era convinto di combattere il Covid con metodi naturali. Abbiamo cercato conferme alle indiscrezioni ma non le abbiamo trovate.
Terra e Luna
Le due crypto, o meglio stable coin, crollando si sono tirate dietro perdite di oltre 50 miliardi di dollari. In tutto il mondo delle crypto da inizio anno avrebbe perso oltre mille miliardi di dollari.
Monete nuove ma dinamiche vecchie di secoli: gli stable coin non avevano garanzie reali tangibili che pubblicizzavano e nomi forti della finanza, Citadell e Blackrock avrebbero speculato sulla loro “instabilità” o meglio mancanza di garanzie per mantenere stabile il cambio con il dollaro.
A livello finanziario si teme il crollo dell’effetto ricchezza. Milioni di investitori che hanno acquistato cryptovalute, guardando i loro wallet erano convinti di aver guadagnato una somma cospicua di denaro e questo generava una percezione di ricchezza che aumentava i loro consumi. Crolli di questo tipo potrebbero ripercuotersi sui consumi, o sugli indebitamenti di queste persone.
I mercati oggi
Atteso un calo del greggio. Bene Snam e Terna sulle indiscrezioni di fusione.
S&P boccia A2A.
A2A. S&P Global Rating ha rivisto al ribasso l’outlook da stabile a negativo. L’agenzia ha confermato i rating di credito a lungo e breve termine "BBB/A-2", nonché il rating "BBB" sui titoli senior unsecured della società.
Queste le ragioni del provvedimento.
“Con l’implementazione del piano industriale di A2A per il periodo 2021-2030, S&P si attende che l'accelerazione degli investimenti diluisca progressivamente la qualità degli utili regolamentati, con una quota maggiore di asset legati a produzione di energia e gestione dei rifiuti – per loro natura più variabili rispetto a linee pienamente regolamentate.
S&P prevede che il Funds from Operation ratio (FFO) e debito sia in media del 21% nel periodo 2022-2024 e che il debito aumenti di 1,6 miliardi di euro per finanziare l'elevata spesa in conto capitale (capex), portando a 500 milioni di euro di free cash flow negativo all'anno.
Nonostante l’impegno da parte della società al mantenimento del proprio rating e la possibilità di misura correttive del credito, le distribuzioni di dividendi relativamente elevate e la strategia di acquisizione potrebbero impedire l'accumulo di una copertura per il rating.
L'outlook negativo indica la possibilità di un peggioramento del rating se, nella transizione a un modello di business più focalizzato su generazione e merchant, A2A non riuscisse a implementare misure sufficienti per riportare il rapporto tra FFO e debito al di sopra del 23% nei prossimi 18-24 mesi.
La società ha risposto che “la quota di business regolato, quasi regolato e contrattualizzato resta in ogni caso superiore al 50% dell’Ebitda di Gruppo”. Inoltre, nel comunicato, “A2A conferma il proprio commitment al mantenimento del rating attuale, confidando nella propria solida financial policy che ha permesso nel corso degli anni una costante crescita nel rispetto dell’equilibrio economico e patrimoniale”.