Borsa Usa, dopo la paura torna il sereno. Nuovi massimi storici a Wall Street per il Dow Jones, in rialzo dell'1,85% a 16.168, e per lo S&P 500, in crescita dell'1,66% a 1.810 punti. Di gran carriera anche il Nasdaq: +1,15% a 4.070 punti. Il "tapering" e' ufficialmente cominciato, la Fed da gennaio diminuirà gli acquisti di bond da 85 a 75 miliardi di dollari. I tassi di interesse rimarranno invece ai minimi storici, per il momento non c'e' motivo di irrigidire la politica monetaria. Significativa la risposta del dollaro, contro euro sceso in area 1,3675/80 dai massimi di giornata, e di periodo, di quota 1,3815 circa. Il rafforzamento della moneta Usa e' la naturale conseguenza della riduzione delle politiche di alleggerimento quantitativo, ma per il momento l'ampiezza della discesa non e' stata tale da stravolgere il quadro favorevole alla moneta unica da quasi due mesi. Solo sotto area 1,3625/30 si potrebbe parlare di una vera e propria inversione di trend, destinata a dimostrarsi con buona probabilità duratura. La riduzione degli stimoli e' evidentemente giudicata congrua con i buoni dati macro di recente uscita, che mostrano una economia in veloce crescita, ed anzi provvidenziale, per evitare di dover assumere un atteggiamento più intransigente in futuro. L'andamento del mercato immobiliare, detonatore della crisi nel 2007 con i mutui subprime, la dice lunga sulle capacità di recupero dell'economia Usa: i nuovi cantieri residenziali sono cresciuti nel mese di novembre passando da un tasso annuo di 890 mila unità a 1091 mila unità (+22,7%), massimo dal febbraio 2008. Il dato e' superiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 950 mila unità. Le Licenze edilizie hanno mostrato una contrazione del 3,1% passando da 1039 mila unità a 1007 mila unità, superando comunque il consensus di 990 mila unità. L'indice azionario da guardare con maggiore attenzione per capire se il rally iniziato mercoledì ha intenzione di proseguire e' probabilmente il Nasdaq, dal momento che sia lo S&P500 sia il Dow Jones viaggiano in territori inesplorati, senza resistenze storiche con le quali confrontarsi. Il Nasdaq ha invece disegnato dal picco di fine novembre a 4070 circa una fase laterale, delimitata superiormente dal massimo di dicembre a 4081, all'interno della quale si trovano tuttora le quotazioni. La base di questo trading range e' posta in area 3993, lato superiore del canale crescente disegnato dai minimi di novembre 2012 che i prezzi hanno testato dall'alto il 12 ed il 13 dicembre dopo averlo superato una prima volta ad ottobre e poi più nettamente a metà novembre. La rottura di area 4081 permetterebbe di considerare la recente fase laterale come un "rettangolo", figura di continuazione della fase rialzista precedente, che avrebbe la possibilità di riprendere con obiettivo in area 4290, massimi di luglio 2000 ed ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci relativi al ribasso dal top del 2000. Il segnale di forza inviato con il superamento di 4081 non sarebbe ovviamente relativo solo al Nasdaq ma implicherebbe una analoga prospettiva rialzista anche per gli altri indici principali date le evidenti correlazioni che li legano. La violazione di area 3990 farebbe invece temere una evoluzione in senso contrario, nella migliore delle ipotesi diretta verso i 3850/60 punti, minimi di novembre, ma che potrebbe facilmente evolvere anche verso 3815, media mobile a 100 giorni, ed eventualmente 3690, base del citato canale crescente originato dai minimi di novembre 2012. Prima di sbilanciarsi quindi al rialzo in modo netto sulla borsa Usa, ma anche quelle europee difficilmente resteranno insensibili alle sirene dei rialzisti se Wall Street dovesse salire, e' forse prudente fare depositare nelle prossime ore la polvere sollevata dalle decisioni della Fed ed attendere la rottura dei 4080 punti sul grafico del Nasdaq per attivarsi in quel senso. Sotto 3990 ridurre invece l'esposizione.