- La Federal Reserve terrà la sua attesissima riunione di marzo la prossima settimana, in un contesto di grande incertezza economica.
- La banca centrale dovrebbe alzare i tassi di interesse dello 0,25% e segnalare che per il momento non ci saranno ulteriori aumenti.
- Credo che Powell & co. siano destinati a commettere un grosso errore attenuando la posizione aggressiva.
- Nessuna variazione (21,8%): Se la Fed dovesse piegarsi alla pressione e mantenere i tassi invariati la prossima settimana a causa dei problemi del settore finanziario, metterebbe in seria discussione la sua determinazione di riportare l’inflazione sotto controllo. Inoltre, il danno alla sua credibilità sarebbe senza precedenti, soprattutto dopo le parole di Powell riguardo alla necessità di tassi più alti per un periodo più lungo.
- Aumento da 25 bps (78,2%): Un aumento da un quarto di punto avrebbe molto senso a questo punto, ma il fatto che la Fed ammorbidisca la sua aggressività metterebbe i policymaker in una posizione difficile, soprattutto con l’inflazione ancora alta. E la Fed potrebbe correre il rischio di allentare la sua politica proprio quando le pressioni inflazionarie cominciano a riaccelerare.
- Aumento da 50 bps (0%): Un aumento da 50bps non andrebbe bene nemmeno, perché alimenterebbe i timori di un “atterraggio brusco” per l’economia. E la banca verrebbe criticata, considerati i crescenti segnali di stress nel settore bancario.
I mercati hanno ancora una volta cambiato idea su cosa pensano che farà la Federal Reserve la prossima settimana con i tassi di interesse, quando sono cominciate ad emergere delle crepe nel settore finanziario.
Fonte: Bloomberg
Essenzialmente, ciò a cui abbiamo assistito è stata una storica rivalutazione delle scommesse sugli aumenti dei tassi con l’arrivo del trambusto bancario. La probabilità che non ci sia alcun intervento la prossima settimana è brevemente schizzata al massimo del 65% mercoledì mattina, per poi scendere a circa il 22% alla chiusura dei mercati ieri.
Le ultime mosse suggeriscono una probabilità del 78% di un intervento da 0,25 punti percentuali, secondo lo strumento di controllo dei tassi della Fed di Investing.com. L’aumento porterebbe il range obiettivo dei fondi Fed al 4,75-5,00%.
Fonte: Investing.com
Alcuni investitori credono che l’aggressivo ciclo di aumenti dei tassi della Fed abbia causato delle crepe nel sistema finanziario. Come emerge dal grafico sotto, la storia dimostra che le campagne di inasprimento della Fed tendono ad avere un impatto negativo sul sistema finanziario globale.
Fonte: BofA/Bloomberg
In questo caso, le banche regionali statunitensi si ritrovano sotto forte pressione dalla scorsa settimana, in seguito alla chiusura della Silicon Valley Bank e della Signature Bank, che rappresentano il secondo e il terzo maggiore fallimento nella storia degli Stati Uniti.
Poi è arrivata la notizia che Credit Suisse potesse aver bisogno di un salvataggio, dopo il passo indietro di un importante investitore saudita, che non fornirà ulteriore capitale alla banca elvetica a causa di problemi normativi. La Banca Nazionale Svizzera è quindi dovuta intervenire ieri, con un’ancora di salvezza da 54 miliardi di dollari.
Il trambusto nel settore bancario è proseguito ieri pomeriggio, dopo che un gruppo formato dalle più grandi banche USA, comprese JPMorgan Chase (NYSE:JPM), Bank of America (NYSE:BAC), Goldman Sachs (NYSE:GS), e Morgan Stanley (NYSE:MS), è andato in soccorso della First Republic Bank (NYSE:FRC) con 30 miliardi di dollari di depositi non assicurati per aiutare a stabilizzare la banca.
Sono dell’idea che, qualunque cosa faccia la Fed, sia in una situazione in cui verrà comunque criticata. La banca sembra camminare sul filo del rasoio e potrebbe commettere un grosso errore in ogni caso.
La mia personale opinione è che Powell & co. decideranno di alzare i tassi di 25bps alla prossima riunione e segnaleranno che, per il momento, ulteriori aumenti sono sospesi. Questo di fatto metterebbe fine al ciclo di inasprimento monetario della Fed che dura da un anno, considerate le preoccupanti circostanze nel sistema finanziario globale.
Inoltre, credo che i policymaker sottolineeranno che stanno seguendo con attenzione i segnali di ulteriore instabilità nel settore finanziario, con Powell pronto a fornire ulteriori misure di liquidità, se necessario.
Come vediamo sotto, il bilancio della Fed è arrivato a 297 miliardi di dollari questa settimana, vanificando quattro mesi di inasprimento, con i prestiti di emergenza alle banche schizzati ad un nuovo record.
Fonte: Fed di St. Louis
Dopo un forte inizio d’anno a gennaio, i principali indici statunitensi hanno visto il loro rally venire meno, con il blue-chip Dow Jones Industrial Average che ora segna -2,4% sull’anno.
S&P 500 e Nasdaq Composite hanno ridotto i guadagni sull’anno in corso rispettivamente a +3,6% e +15,2%.
Come sempre, gli investitori a lungo termine dovrebbero restare pazienti e all’erta per eventuali opportunità, in vista di un’altra ondata di volatilità dovuta alla Fed la prossima settimana.
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Nota: Al momento della scrittura, sono long su Dow Jones Industrial Average, S&P 500 e Nasdaq 100 tramite SPDR Dow ETF (DIA), SPDR S&P 500 ETF (SPY) e Invesco QQQ Trust ETF (QQQ). Sono long anche sul Technology Select Sector SPDR ETF (NYSE:XLK). Ribilancio regolarmente il mio portafoglio di singoli titoli ed ETF in base alla valutazione del rischio attuale sia del contesto macroeconomico che dei dati finanziari delle compagnie. Le opinioni presentate in questo articolo sono unicamente l’idea dell’autore e non devono essere considerate un consiglio di investimento.