I diffusi rally nelle principali classi di asset la scorsa settimana hanno rafforzato le performance sull’anno in corso sui mercati in tutto il mondo, in base ad una serie di ETF. L’eccezione al ribasso: un indicatore delle materie prime, che continua a registrare modeste perdite finora nel 2023 alla chiusura di venerdì (14 luglio).
L’azionario USA resta in testa quest’anno. Il Vanguard Total Stock Market Index Fund ETF segna +18,1% nel 2023, ben più del resto.
“Gli strategist azionari stanno alzando le stime sugli utili per l’indice S&P 500 nel prossimo anno più velocemente di quanto le stanno abbassando, spingendo un indicatore chiave dello slancio delle revisioni degli analisti ben lontano dal minimo di novembre”, riporta Bloomberg. “Dopo aver registrato un -70% alla fine dell’anno scorso, questo indicatore, che si focalizza sugli EPS forward su 12 mesi, è più vicino al territorio positivo, con -28%, in base ai dati di Bloomberg Intelligence”.
Gli utili societari potrebbero essere un ostacolo, nota Jurrien Timmer, direttore dei macro globali di Fidelity. Secondo lui, la valutazione del mercato azionario statunitense è diventata sempre più “staccata” dai tassi di interesse.
“Ma, negli ultimi mesi, i titoli azionari si sono allontanati dall’ancoraggio ai tassi di interesse e si sono invece focalizzati sulle speranze di una ripresa degli utili. Ciò significa che, perché questa svolta bullish sia giustificata, gli utili dovranno farcela. Al momento, la stima è che gli utili dell’S&P 500 si contrarranno del 9% nel secondo trimestre e poi vedranno un bottom nel terzo trimestre, prima di riprendersi nel 2024. Se così dovesse essere, allora il rialzo dei titoli azionari e l’aumento dei P/E a cui stiamo assistendo da ottobre potrebbe essere giustificato e continuare”.
Le materie prime sono ancora l’eccezione al ribasso quest’anno. Il WisdomTree Continuous Commodity Index Fund (NYSE:GCC) ha perso il 2,8% nel 2023.
Alcuni analisti dicono che il peggio è passato per le materie prime in generale. Gli analisti di Citibank, ad esempio, la scorsa settimana hanno previsto che le materie prime si stabilizzeranno dopo il calo di quest’anno. I fattori a supporto di questa prospettiva comprendono i rischi per il clima, altri fattori stagionali e le perdite sull’anno in corso che potrebbero essersi spinte troppo oltre.
Da un punto di vista tecnico, le materie prime mostrano segni di stabilizzazione, in base al GCC. L’ETF si è staccato dai recenti minimi ed è scambiato vicino ad un massimo di tre mesi. Ma, fino a quando il fondo non riuscirà a superare i massimi di fine 2022 (circa 18,75), ci sono poche probabilità che le materie prime vedano un breakout dal canale piatto/leggermente negativo che ha prevalso per gran parte dell’ultimo anno.