Nonostante tutto, la recessione non è ancora arrivata. Molti economisti hanno dichiarato più volte che il mercato azionario era sopravvalutato, e le prospettive di un crollo del 40-50% o di rendimenti bassi nel prossimo futuro erano una visione poco rassicurante per gli investitori, che spesso si sono fatti prendere dal "panico".
Ma l’economia USA continua a dimostrare "resilienza", il Pil è cresciuto del 4,9% annuo nel terzo trimestre, di fronte all'attuazione più aggressiva degli ultimi decenni dei tassi.
Forse bastava guardare i rendimenti del mercato azionario dell’ultimo decennio per ritrovare la realtà che, ovviamente, non si allinea a queste "terribili" previsioni
Negli ultimi 10 anni l'S&P 500 è cresciuto di oltre il 200% con una media di oltre il 10% annuo. Questo non vuol dire che non ci sono stati crolli, penso che chiunque ricordi la pandemia e
i ribassi del 34% in poco più di un mese. Non solo, lo scorso anno abbiamo visto un ulteriore calo del 25% rispetto ai massimi a causa del clima inflaizonistico e negli ultimi mesi stiamo assistendo ad una perdita di circa il 10% dai massimi di luglio.
Quindi, premesso che ad un "certo" punto il mercato avrà dei forti ribassi, che statisticamente è normale. La morale della favola resta la stessa: le azioni continueranno "fisiologicamente" a registrare guadagni importanti in futuro. Ovviamente tutto può succedere nei mercati (l'abbiamo imparato bene negli ultimi anni), ma il vero segreto è non ascoltare le persone che prevedono i crolli ogni anno costantemente. Le loro previsioni, nella stragrande maggioranza delle volte, ci fanno stare dalla parte sbagliata del trend.
Se guardiamo i numeri dal 1950, il mercato ribassista è stato protagonista circa il 17% delle volte e il calo "medio" dai massimi storici per l'indice USA è del 10%. Mentre i rendimenti annuali sono stati del 10% o superiori nel 55% delle volte, nell'arco di 10 anni il mercato azionario è cresciuto circa il 97% delle volte e il 75% delle volte anno su anno.
Inoltre, la curva dei rendimenti invertita che ha portato "panico" sui mercati, annunciando una recessione economica per oltre un anno, in queste settimane ha raggiunto nuovi massimi annuali facendo ritorno verso il livello di parità, appiattendosi. Il contesto di mercato sta cambiando?
Le aspettative di inflazione misurate dal rapporto tra TIP (obbligazioni aggiustate all'inflazione) e IEF (titoli di stato USA) sono in aumento, proprio come i mesi i cui c'è stato il primo rialzo dei tassi della Fed (2022). E restando su questa linea, anche il Russell 2000 Value rispetto all'S&P500 sta seguendo la tendenza dello scorso anno
Il rapporto ha registrato un forte calo a favore dell'S&P500 (iniziato a marzo 2021), ritestando i minimi del 2020, con il rialzo dei rendimenti USA a 10 anni che stanno testando il 5%. Infatti l'aumento dei tassi tende a favorire il Russell 2000, preferendo i titoli value, ma al momento non è così. Queste società sono fortemente influenzate dall’andamento economico, e questa tendenza ribassista potrebbe anticipare un inizio del 2024 piuttosto critico?
Mentre se analizziamo il rapporto tra Value e Growth a piccola capitalizzazione, in passato con l'aumento dei rendimenti USA a 10 anni le Value hanno sovraperformanto le Growth e ciò sembra stia nuovamente accadendo.
Sono trascorsi circa 3 mesi dall'inizio della correzione del mercato azionario, ed a quanto pare i rapporti sono contrastanti ma non segnalano un tracollo nel breve. Molti hanno la certezza che sia solo l'inizio, al momento per me continua ad essere una correzione stagionale, mi concentrerei ancora sul catalizzatore che potrebbe permettere un trend rialzista: vedere un dollaro più debole
Il rendimento USA a 10 anni abbiamo evidenziato che ha raggiunto nuovi massimi ed il dollaro USA lo sta seguendo, restando sopra il livello $105. Non bene per l'azionario
Se si considera l’indice equi pesato dell'S&P500, esso registra performance negative dall'ultimo massimo storico (gennaio 2022) del -18% e del -5% da inizio anno, dal massimo di luglio 2023 ad oggi ha avuto un ribasso di oltre il 14% rompendo il livello di ritracciamento Fibonacci 0,618% confermando il trend ribassista diretto sotto i $130.
Alla prossima!
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