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L'azionario riprende quota, ma la volatilità permane

Pubblicato 02.02.2021, 11:56
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Negli ultimi giorni abbiamo visto, nuovamente, i rendimenti del decennale USA riprendere a spingere al rialzo e conseguentemente abbiamo registrato un consolidamento nei guadagni del biglietto verde. Le aspettative che gli Stati Uniti si stiano avvicinando all'enorme pacchetto fiscale hanno portato il Dollaro in prossimità dei massimi degli ultimi 2 mesi. Allo stesso tempo, i timori per le nuove varianti Covid e le irregolarità nella distribuzione dei vaccini in Europa (ma non solo) stanno limitando la propensione al rischio delle scorse settimane.

I movimenti a cui stiamo assistendo dipendono probabilmente dalla speranza degli investitori in ulteriori stimoli fiscali e le crescenti aspettative di inflazione stanno spingendo verso l'alto i rendimenti obbligazionari, compensando in tal modo i discorsi accomodanti dei funzionari della Fed.

In tema di inflazione ieri abbiamo registrato un salto nella componente dei prezzi del PMI manifatturiero ISM. Siamo giunti al massimo degli ultimi 10 anni (relativamente al mese di gennaio) e questo ci fa capire che la FED molto probabilmente sta sottovalutando (o forse no) i rischi di un'accelerazione dell'inflazione durante la futura – si spera – ripresa economica. Probabilmente è troppo presto per presumere che queste pressioni sui prezzi sia qualcosa di più che un aumento transitorio, soprattutto virtù del fatto che l'entità del prossimo pacchetto di stimoli deve ancora essere determinata.

Dieci senatori repubblicani si sono incontrati lunedì con il presidente Biden per proporre un'alternativa da 618 miliardi di dollari al piano da 1,9 trilioni di dollari dei Democratici. Tuttavia, a meno che i repubblicani non aumentino in modo significativo la loro offerta, è più probabile che i democratici aggirino il GOP utilizzando il processo di riconciliazione del bilancio (per ottenere così l'approvazione dell'enorme pacchetto tramite entrambe le camere del Congresso).

La prospettiva di ulteriori stimoli fiscali e il fatto che la Fed ignorerà eventuali picchi temporanei dell'inflazione sono certamente buone notizie per i mercati azionari. Ma non sono solo gli Stati Uniti a beneficiare della liquidità, anche la banca centrale cinese ad esempio ha appena iniettato liquidità nei mercati monetari tagliando i tassi sui suoi pronti contro termine a 7 e 14 giorni. La mossa era quella di contrastare il recente picco del tasso repo overnight, che venerdì era salito ai massimi degli ultimi 5 anni.
Anche la Reserve Bank of Australia ha annunciato un allentamento della politica monetaria. Sebbene i tassi siano rimasti invariati, la RBA ha sorpreso i mercati ampliando gli acquisti di asset di altri 100 miliardi di dollari australiani.

Nel frattempo i futures sulle azioni USA preannunciano un'altra apertura positiva. Il Nasdaq è salito del 2,5% in previsione di ottimi risultati di colossi aziendali come Amazon (NASDAQ:AMZN) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL), la casa madre di Google. Entrambi i giganti della tecnologia rilasceranno gli utili dopo la campanella odierna, prima però attenzione a Exxon Mobil (NYSE:XOM), Pfizer (NYSE:PFE) e Alibaba perché in questo caso il rilascio avverrà prima della campanella di apertura.

L'intensa settimana degli utili potrebbe aiutare a distogliere l'attenzione dai "titoli meme", il cui rally sembra perdere forza. GameStop è crollato del 31,5%, anche se altre chiamate di Reddit, come Blackberry e Nokia, hanno continuato a guadagnare terreno.

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