Partiamo dal fatto che il Gold non sta agendo da bene rifugio (come dovrebbe).
In un momento in cui le prospettive di crescita iniziano a "vacillare" l'oro si trova "ancora" sui 1800 dollari, un livello cruciale.
Sul piano tecnico possiamo notare un doppio massimo, sul time-frame weekly, tornando all'interno del canale laterale compreso tra i $1678 e i $2000 ed infine ha annullato le sue "performance" in questo 2022 andando a "breakeven". Staziona tra i $1808 - $1840.
Tutto questo ha una spiegazione, il mercato non crede che la Fed possa andare fino in fondo con i rialzi previsti e pro vocare una recessione. A confermare ciò è il COT (Commitment of Traders report) che ne caso dell'S&P500 i contratti "long" (Latest e Delta Week) dei "Non Commercial Traders" sono in netto aumento. Ma il Consumer Sentiment continua a scendere, le volte in cui il livello è stato così basso gli USA entravano in recessione, nonostante le vendite al dettaglio negli Stati Uniti stanno raggiungendo livelli record.
Inoltre sarà importante monitorare la correlazione negativa con i tassi reali e il dollaro.
Dal grafico possiamo vedere come l'andamento del Gold sia andato anche in base all'aumento dei tassi reali che sono tornati in territorio positivo, con l'aggiunta del forte trend rialzista del dollaro che potrebbe essere la "chiave" di tutto (sta performando meglio delle azioni).
Attualmente si trova al livello più alto dal 2002, e il "breakout" del canale laterale, che vediamo dal grafico, potrebbe portare il trend ai livelli del 2000 oppure potrebbe "fallire" inesorabilemente (nessuno può saperlo con certezza). In ogni caso il risultato avrà sicuramente un impatto sul mercato, con una continuazione del trend al rialzo gli asset "rischiosi" continuerebbero il loro momento di "sofferenza", mentre se andasse al ribasso ritornando all'interno del canale, fornirebbe alle azioni e alle materie prime una spinta positiva.
Intanto gli investitori si stanno adattando al nuovo "mondo", molto diverso dagli ultimi anni.
Titoli come Apple Inc (NASDAQ:AAPL), Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT), Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Meta Platforms (NASDAQ:FB), Amazon (NASDAQ:AMZN) e Netflix (NASDAQ:NFLX), NVIDIA (NASDAQ:NVDA), Tesla (NASDAQ:TSLA) non avremmo mai pensato di vederli in "difficoltà".
Altri cali importanti ci sono stati nel settore "Consumer Discretionary" con Etsy (NASDAQ:ETSY), Under Armour e Starbucks che hanno perso mediamente il 40% dai loro massimi, come nel settore "Consumer Staples", con Walmart Inc (NYSE:WMT), Kroger (NYSE:KR) e Target (NYSE:TGT) colpite nei giorni scorsi da forti ribassi. (guarda grafico)
Concentrandoci sugli ultimi titoli, il colosso Walmart ha perso "quota" in borsa dopo aver annunciato i risultati del primo trimestre, con un utile per azione "inferiore" alle attese (hanno toccato $1,3 con i ricavi che sono arrivati a $141,57B) e l'utile netto del trimestre è sceso del 25% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Target Corporation ha rilasciato utili "più deboli" del previsto con una crescita delle vendite del 4% (25,17 miliardi) mentre gli utili per azione sono stati pari a 2,91 dollari mancando di poco le stime degli analisti ($3,07) seguendo così Procter & Gamble (NYSE:PG) che aveva rilasciato utili inferiori alle stime. Queste "lamentano" i costi in aumento dovuti all'inflazione, ai problemi delle catene di approvvigionamento e dei trasporti. The Kroger e Coca-Cola (NYSE:KO) hanno battuto le aspettative degli analisti e hanno "sofferto" meno nel biennio.
Walmart, "top player" della grande distribuzione, ha chiuso i giorni scorsi con un -30% perdendo circa 34 miliardi di dollari, anche Target circa il 30% in due sessioni segnando per "entrambe" il peggior calo dal 1987. The Kroger (oltre 2700 discount e utili previsti a giugno), di cui Buffett ad oggi è uno dei maggiori azionisti, ha chiuso le scorse sedute con un -15% tornando ai livelli di agosto 2021 mentre Coca-Cola un -7%, cedendo in totale il 10% dai suoi massimi.
L'economia USA è davvero "forte" come dichiara la Fed?
Tuttavia, quello di cui molti parlano e danno peso è il "tempismo" nel fare investimenti. Se prendiamo ad esempio il 2008 numerose persone hanno fatto cassa nel 2008 prima del crollo per poi avere la conferma di quanto "previsto" quando il mercato ha toccato i minimi nel 2009. Stessa cosa per il 2019 c
on conseguente conferma nel 2020 con il crollo dovuto al Covid-19.
Così facendo hanno aumentato il "pregiudizio" di corferma nel momento in cui dovevano rientrare a mercato, cercando sempre più informazioni e alla fine sono rimasti "fuori" durante i rialzi per la paura di sbagliare. Con questo non dico che l'unica cosa da fare sia Buy&Hold. Non è per tutti.
Ad esempio, partendo dagli anni 2000, se un investitore ha a disposizione 100.000 dollari da investire e mette il 50% subito, sappiamo che verrebbe travolto dalla bolla dot.com e quindi successivamente ipotizziamo che decida di rimanere investito fino alla metà del 2004 (-47%). Da qui in poi rischia ed entra a mercato con il 100% del suo capitale e chiude nel 2008 con una perdita del 39% subendo la crisi finanziaria. Dopo, si convince e rientra nel 2010
completamente investito e riduce la sua posizione al 50% nel 2017 (+102,8%) e resta a mercato fino alla piena espansione azionaria del 2021 (+97,5%) resistendo al crollo dovuto al Covid-19.
Anche se l'ipotetico investitore usciva in ritardo e rientrava a mercato in ritardo (mancando di tempismo), ha comun que avuto delle "performance" sicuramente non ottimali con una strategia basata sull'intuizione. Molti nelle ultime settimane stanno rimanendo "cash", infatti sono stati prelevati 44 miliardi di dollari dai fondi azioni e 39 miliardi dai fondi obbligazionari. Un doppio "deflusso" che si è verificato solo 3 volte nell'ultimo ventennio.
Una cosa è certa, rimanendo troppo tempo "cash" diventa psicologicamente più "difficile" ridistribuire quel capitale sul mercato. E' necessario avere dei livelli di esposizione (psicologici) da non superare, in situazioni di liquidità o di allocazione. Nel frattempo Jeremy Grantham ha pubblicato un grafico di "40 anni di bolle" nei mercati
Quest'ultimo sostiene che i maggiori indici come Nasdaq e S&P500 siano destinati a "dimezzare" il loro valore. Per ora la sua "previsione" si è rivelata corretta "parzialmente" poiché l'indice S&P500 è in calo del 19% circa, molti settori hanno subito forti perdite e il Nasdaq ha perso il 28%.
A sostenere "indirettamente" tale "visione" c'è Ray Dalio, fondatore di "Bridgewater Associates" (valore totale pari a 25 miliardi) fondo con Vanguard Emerging Markets Stock Index Fund, The Procter & Gamble Company (NYSE:PG), iShares Core MSCI Emerging Markets ETF, iShares MSCI Emerging Markets ETF, SPDR S&P 500 ETF Trust che rappresentano il 33,9% del portafoglio totale. Come possiamo osservare ha investito maggiormente nei mercati asiatici, in particolare in Cina (Alibaba è un'altra delle sue posizioni), incrementando la sua esposizione nei titoli Nio, Xpeng (NYSE:XPEV), Li auto e chiudendo totalmente la posizione su Tesla.
In più, nei giorni scorsi, JP Morgan (NYSE:JPM) ha rivisto al rialzo i titoli delle più importanti società cinesi come Alibaba (target 130 dollari) a -50% dai livelli di marzo 2020, Tencent (HK:0700) (target HK$ 430) e Bilibili (NASDAQ:BILI) (target HK$ 147) sono a breakeven annullando le loro performance precedenti. Baidu (NASDAQ:BIDU) (target 125$) si trova a +16% dai minimi di marzo 2020, Pinduoduo (NASDAQ:PDD) (target a 55 dollari) a +5%, JD.com (NASDAQ:JD) (target 58$) +100% dai minimi di marzo 2020. Questo pochi mesi dopo il report in cui descriveva il mercato cinese come "non investibile". (guarda grafico)
Ricordo che la Cina si trova in "Stagflazione", a differenza delle banche centrali mondiali quella cinese sta abbassando i tassi e stimolando l'economia. Ma i dati stanno peggiorando, sia le vendite al dettaglio che la produzione industriale sono in "contrazione" e suggeriscono che la recessione sia vicina. Questo potrebbe "agire" in modo deflazionistico per il resto del globo. A livello grafico gli indici suggeriscono altro (nelle ultime sessioni).
Nel NASDAQ Golden Dragon China il prezzo non è andato a ritestare i minimi precedenti, sarà interessante visionare nelle prossime settimane se continuerà questo "cambio trend" usando come supporto la media 50 periodi per cambiare "definitivamente" la sua tendenza.
Concludendo
L'instabilità finanziaria è dietro la porta, i titoli stanno subendo forti perdite e i big della "grande" distribuzione cominciano a far fatica a gestire l'aumento dei carburanti, materiali e stipendi mentre per il mercato cinese potrebbero esserci delle "sorprese" nei prossimi 2 trimestri (Q3 e Q4).
Sarà tutto da "vedere", le dichiarazioni di Tencent fanno presupporre che per le tech cinesi ci vorrà ancora del tempo prima che Pechino "mantenga" le promesse. Attualmente, non fa differenza in che "punto" del ciclo economico ci troviamo perché per l'investitore è importante posizionarsi pensando al "lungo termine" (20-30-40 anni di investimenti) e se pensiamo al "lato positivo" di questo momento, "alla fine" sarà seguito da un'espansione economic
a e da nuovi massimi storici. Ditemi la vostra.
"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti
di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".