È stato un anno forte per le azioni americane. Sebbene di recente le azioni statunitensi siano state scambiate in un range ristretto, il mercato sta conservando la maggior parte dei suoi guadagni su base annua nel 2023.
Le azioni della più grande economia mondiale continuano a sovraperformare il resto delle principali classi di asset, come risulta da una serie di ETF fino alla chiusura di venerdì (15 settembre). Il Vanguard Total Stock Market Index Fund ETF Shares (NYSE:VTI) è in rialzo del 16,5% nel 2023, solo leggermente al di sotto del picco del 20% raggiunto ad agosto.
Il miglior progresso di quest’anno per le principali classi di asset è un lontano ma comunque solido aumento del 10,4% per le azioni dei Paesi sviluppati ex-USA (VEA). Nel frattempo, la peggiore performance di quest’anno è ancora quella delle azioni immobiliari globali ex-USA (VNQI) con una perdita del 2,6%.
Gli investitori stanno discutendo se la recente flessione delle azioni statunitensi sia una pausa che rinfresca o un picco in quello che alla fine sarà visto come un rally del mercato orso dopo la forte correzione dello scorso anno. Un fattore chiave per decidere cosa succederà è legato alle prossime decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse. Si prevede che la banca centrale lascerà i tassi invariati in occasione dell’annuncio politico di mercoledì 20 settembre.
Anche se la previsione è corretta, gli analisti continuano a discutere se i tassi sono destinati a raggiungere il picco.
“Il modo in cui la Fed farà la pausa è cruciale per le aspettative sui tassi di novembre e dicembre, ma se sarà presentata con un’inclinazione dovish o hawkish è ciò che conta di più per i mercati finanziari”, consiglia Quincy Krosby, chief global strategist di LPL Financial (NASDAQ:LPLA).
Secondo un sondaggio condotto la scorsa settimana da Reuters, meno del 20% degli economisti prevede un aumento dei tassi entro la fine dell’anno.
Anche i future sui Fed funds propendono per l’idea che la Fed lascerà invariato il suo tasso obiettivo per il resto dell’anno, anche se la probabilità implicita di estendere una pausa alle riunioni del FOMC di novembre e dicembre è solo moderata a questo punto. Per contro, il mercato dei future prevede quasi con certezza che mercoledì non ci saranno cambiamenti.
Una fonte di incertezza, osserva Luke Tilley, capo economista di Wilmington Trust, è l’attenzione della Fed a ripristinare la propria credibilità dopo aver reagito troppo lentamente all’impennata dell’inflazione nel 2021-2022.
“Sono molto avversi al rischio e sono ancora preoccupati di commettere l’errore degli anni ‘70 di lasciare che l’inflazione torni a salire”, afferma.
“Non vogliono che il mercato prenda un qualsiasi segnale di dovishness e lo segua. Devono mantenere strette le condizioni finanziarie”.
Finché gli investitori non saranno sicuri di quando e dove i tassi raggiungeranno il loro picco, le probabilità che il mercato azionario rimanga in una situazione di stallo sembrano più che banali.
Nel frattempo, gli ultimi dati sull’inflazione al consumo di agosto hanno convinto alcuni analisti che la Fed sarà propensa ad alzare i tassi. Il mese scorso l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti ha registrato una lieve accelerazione al 3,7% rispetto al livello dell’anno precedente, in parte a causa dell’aumento dei prezzi della benzina.
“In definitiva, questa pubblicazione ha dimostrato che c’è ancora molto lavoro da fare per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% fissato dalla Fed”, consiglia Sam Millette, strategist del reddito fisso presso Commonwealth Financial Network.