Solo perché non ci credete non vuol dire che non sia vero.
(Katherine Howe) “Se mi guardi esisto”, Fabrizio Caramagna.
Oggi è il giorno delle tre streghe (per alcuni siamo già saliti a quattro). Venerdì 16 settembre, l’ultimo venerdì del trimestre, secondo Goldman Sachs (NYSE:GS) scadono 3.200 miliardi di derivati, su indici e azioni. Non sono noccioline per questo le tre streghe fanno paura. Ma alle streghe esistono, solo se ci credi.
Tecnicamente, i grandi fondi istituzionali, fondi hedge ma, da qualche anno anche una grossa fetta di retail americano che si è approcciato al mercato delle opzioni, deve decidere se rinnovare la propria posizione o lascarla cadere.
In genere i board dei grandi fondi, trimestralmente decidono la loro politica di investimenti e coperture, anche se è difficile pensare che funzioni davvero così. Se esce un pessimo dato macro, vedi inflazione Usa, non aspettano certo il giorno delle tre streghe.
In molti anni da osservatore di Borsa e trader, il giorno delle tre streghe si risolve con una forte volatilità in pochi minuti, ovvero quando scadono le opzioni e, poi, i mercati tornano a seguire la loro direzione. Insomma, le streghe fanno paura se ci credi ma e a governare i mercati sono sempre risultati trimestrali, dati macro, banche centrali e situazioni geopolitiche.
Dati macro Usa
Ieri abbiamo avuto dati macro in Usa, letti con lenti diverse. In Europa, la prima reazione è stata quella di vedere dati molto forti, bene occupazione e vendite e temere in un atteggiamento più rigido della Fed (con un aumento delle stime di rialzi dei tassi di 100 punti base già il prossimo 21 settembre). In Usa invece, forse anche perché gli economisti hanno avuto tutta la seduta per ragionarci, si è messo in evidenza come le vendite senza il comparto auto non brillassero.
Vediamo insieme i dati e cerchiamo di capire.
Nel mese di agosto le vendite al dettaglio in Usa sono salite, mese su mese dello 0,3% da luglio, battendo lo 0,1% stimato dagli economisti, suggerendo che le spese degli americani sono state più forte dell’inflazione. In particolare, le vendite nell’ultimo anno hanno registrato un +9,3% contro il +8,3% dell’inflazione
Tuttavia, escludendo le auto, le vendite sono diminuite dello 0,3% per il mese, al di sotto della stima di un aumento dello 0,1%. A correre, dunque, è stato l’aumento del 2,8% del settore auto, il resto batte in testa, mentre il comparto auto arriva da mesi di consegne in arretrato. Queste hanno compensato un calo del 4,2% delle stazioni di servizio, le cui entrate sono crollate a causa del forte calo dei prezzi. Anche le vendite online sono diminuite dello 0,7%, mentre le vendite di bar e ristoranti sono aumentate dell'1,1%.
"L'aumento dell'inflazione ha guidato la cifra delle vendite di prima linea, ma i volumi sono ovviamente in calo perché su base reale le vendite sono negative", ha dichiarato Peter Boockvar, Chief Investment Officer di Bleakley Advisory Group. "Le vendite al dettaglio core, essendo ben al di sotto delle aspettative, si tradurranno in un taglio delle stime del PIL per il terzo trimestre, come affermato".
Bene l’occupazione
Bene invece le richieste settimanali di disoccupazione, in calo a 213.000, con una diminuzione di 5.000 rispetto alla settimana precedente e migliore della stima di 225.000. I prezzi delle importazioni ad agosto sono scesi dell'1%, meno del previsto calo dell'1,2%.
Gli indici manifatturieri
Due indicatori manifatturieri hanno mostrato risultati contrastanti: l'Empire State Manufacturing Index della Federal Reserve di New York per settembre ha mostrato una lettura di -1,5, un enorme salto di 30 punti rispetto al mese precedente. Tuttavia, il Philadelphia Fed è arrivato a -9,9, un forte calo rispetto al 6,2 di agosto e al di sotto delle aspettative per una lettura positiva di 2,3.
Le due letture della Fed riflettono la percentuale di aziende che segnalano un'espansione rispetto alla contrazione, suggerendo che il settore manifatturiero è stato sostanzialmente in una fase di ritracciamento.
Cina vs Usa
Nel video guardiamo anche i dati cinesi, è davvero curioso come le due maggiori economie mondiali si trovino in una situazione opposta su molti fronti:
· Superdollaro vs yuan debole
· Usa combatte l’inflazione, la Cina è ancora alle prese con i lockdown
· La Fed alza i tassi la Banca del popolo li mantiene invariati e non li taglia, per non deprimere troppo lo yuan anche se l’economia avrebbe bisogno di un aiutino
· In Usa boom degli affitti, in Cina crolla il settore immobiliare
. In Usa occupazione ai minimi, in Cina forte disoccupazione giovanile
· L’America deve raffreddare l’economia, la Cina dovrebbe scaldarla ma la fine dei lockdown promette di farlo