Rassegna giornaliera sul mercato forex 06.03.2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Con i titoli azionari che si stabilizzano dopo il calo di ieri, il dollaro USA è salito contro le principali controparti. La ripresa è dovuta in parte all’aumento maggiore del previsto dell’attività non-manifatturiera. L’attività del settore dei servizi è cresciuta al ritmo più veloce da novembre secondo l’IMS e l’indice delle attività delle imprese è salito al massimo degli ultimi 13 anni. Tuttavia ci sono stati anche dei segni di debolezza, con l’indice sull’occupazione in calo al minimo di 8 mesi e i indice dei prezzi al minimo dal 2017. In altre parole, la crescita occupazionale e l’inflazione stanno rallentando. Questi dati mostrano la vulnerabilità dell’economia statunitense e la possibilità di dati sull’occupazione non agricola più deboli per venerdì. Le vendite di case nuove sono aumentate a dicembre, ma il miglioramento è stato dalla revisione del dati di gennaio che ha cancellato quasi metà dei guadagni. I dati ADP saranno rilasciati mercoledì unitamente al Libro Beige della Federal Reserve e sebbene alcuni dei distretti della Fed potrebbero mostrare dei miglioramenti legati alla fiducia, l’unica cosa ce conta questa settimana sono i dati sul lavoro. Se il report ADP (NASDAQ:ADP) sarà decente, e ciò vuol dire con una lettura superiore a 175K, il dollaro potrebbe mantenere i guadagni e il cambio USD/JPY potrebbe superare 112. Tuttavia, se il report ADP dovesse mostrare una lettura inferiore a 150K o se il report sull’occupazione non agricola (NFP) dovesse salire meno di 150K venerdì, i guadagni che abbiamo visto per il cambio USD/JPY potrebbero evaporare velocemente.
Il cambio EUR/USD, che è stato scambiato sopra 1,13, finalmente ha superato il livello di supporto scendendo al minimo delle ultime due settimane. Questo nonostante la revisione al rialzo degli indici PMI della zona euro e la ripresa della spesa dei consumatori. Il problema per l’euro è che nonostante il miglioramento dei dati, la Banca Centrale Europea sta ancora pensando ad un ulteriore stimolo e ad aumentare la messa in circolo di valuta cheap. Si prevede una nuova operazione di rifinanziamento a lungo termine nei prossimi 2 o 3 mesi, e prima avrà inizio e più pressione sarà necessaria per sostenere la crescita.
Per quanto riguarda il dollaro canadese si attende per mercoledì l’annuncio di politica monetaria della Banca del Canada. La Banca del Canada ha molti fattori da considerare questo mese, in quanto il mercato del lavoro è positive ma il resto dell’economia è debole. Durante il suo ultimo vertice, la banca ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione e sul PIL. Queste variazioni sono state confermate dagli ultimi dati che hanno mostrato una crescita del PIL trimestrale allo 0,4% dal precedente 2%. Anche la crescita dell’IPC annuo è scesa al minimo di oltre un anno. Inoltre, i prezzi del petrolio stanno salendo e la Federal Reserve sembra stia rallentando il passo dell’inasprimento in corso. Non prevediamo che la Banca del Canada cambi la sua posizione politica, ma avendo alzato i tassi 3 volte lo scorso anno, non è in posizione di farlo nuovamente. Il cambio USD/CAD è al massimo di oltre un mese in attesa della decisione del tasso, ed una previsioni cauta potrebbe fargli toccare quota 1,34. Unitamente alla decisione della Banca del Canada sarà rilasciato il report IVEY PMI, che assume una maggiore importanza in vista del report sull’occupazione di venerdì.
L’annuncio di politica monetaria ha avuto un breve impatto sul dollaro australiano. Nel giro di pochi secondi il cambio AUD/USD ha segnato un rialzo, per poi riscendere dopo che la banca centrale ha dichiarato che la crescita dell’inflazione sarà graduale ed è necessaria una politica invariata per mantenere la crescita e l’IPC in pista. Questo pomeriggio il governatore della RBA Lowe fornirà dei chiarimenti sulle previsioni. I dati economici continuano a migliorare, con l’indice dei servizi in salita e il bilancio del conto corrente si sta stringendo. Sono attesi i dati sul PIL del quarto trimestre e il miglioramento negli scambi commerciali ci porta a pensare che il ritmo della crescita abbia subito un’accelerazione verso la fine dell’anno. Il dollaro neozelandese ha continuato a segnare dei ribassi nonostante l’aumento dei prezzi dei prodotti caseari, dei prezzi delle materie prime e dei prezzi delle case.
In ultimo, ma non per importanza, la sterlina che ha chiuso la giornata invariata nonostante un report PMI manifatturiero decisamente positivo. L’attività del settore dei servizi è migliorata verso la fine dell’anno, portando l’indice composito a 51,5 da 50,3. Tuttavia i dati continuano ad essere offuscati dalla Brexit, mentre cresce il panico per la possibilità che non si trovi alcun accordo. Il Regno Unito chiede delle maggiori garanzie ma l’UE non si sposta di un millimetro. Il tempo a disposizione sta finendo, c’è molto lavoro ancora da fare e il governo considerando la possibilità che non si trovi un accordo sulla Brexit, chiedendo all’UE di assicurare i diritti dei cittadini, cosa che era stata chiesta la scorsa settimana nell’ambito di un “mini-accordo” respinto immediatamente.