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L'inflazione se ne sta andando?

Pubblicato 16.01.2023, 14:27
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Il 21 Febbraio 1972 Nixon sconvolse il mondo volando a Shangai per normalizzare le relazioni tra U.S.A e Cina.

Prima di allora non c'erano state comunicazioni tra Stati Uniti e Cina per 25 anni.

Quel gesto ha dato il via a decenni di crescita economica mondiale.

Gli Stati Uniti erano la prima economia mondiale e al tempo stesso un luogo dove produrre costava tanto.

La combinazione di petrolio buon mercato, catene di approvvigionamento efficienti e bassi costi di produzione ha contribuito a mantenere l'inflazione bassa per decenni.

Tutti i consumatori mondiali hanno beneficiato di questo rapporto.

Purtroppo, questa tendenza sta volgendo al termine.

Innanzitutto, la Cina è diventata una superpotenza.

La prosperità è aumentata e stanno aumentando alla grande anche gli stipendi (quindi i costi di produzione).

Alcune società infatti hanno spostato la produzione in Paesi ancora più economici, quali Bangladesh e Vietnam.

Tuttavia, anche questi Paesi stanno diventando luoghi costosi dove produrre.

Certe aziende, in seguito ai blocchi Covid, sono tornate a produrre nel Paese di origine dopo aver imparato che la produzione domestica è più affidabile.

Purtroppo però produrre in Paesi "ricchi" è costosissimo, e porta a costi maggiori per i consumatori.

In più, il mercato del lavoro sta cambiando rapidamente e il numero di pensionati sta crescendo a dismisura.

Questo unito a Covid, guerra e fanatismo ambientale sono fattori molto inflazionistici.

La fine della guerra infatti non risolverà un bel niente.

La visione del nostro team è chiara:

Tra alti e bassi, l’'inflazione rimarrà persistente nel prossimo decennio.

Una nuova era è iniziata.

Qualunque sia il tuo obiettivo (anche fosse solo il non impoverirti per l’inflazione), devi riuscire a far fruttare il tuo capitale per raggiungerlo.

E la semplicistica strategia del "dollar-cost averaging" non è più un'idea geniale.

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