Il 21 Febbraio 1972 Nixon sconvolse il mondo volando a Shangai per normalizzare le relazioni tra U.S.A e Cina.
Prima di allora non c'erano state comunicazioni tra Stati Uniti e Cina per 25 anni.
Quel gesto ha dato il via a decenni di crescita economica mondiale.
Gli Stati Uniti erano la prima economia mondiale e al tempo stesso un luogo dove produrre costava tanto.
La combinazione di petrolio buon mercato, catene di approvvigionamento efficienti e bassi costi di produzione ha contribuito a mantenere l'inflazione bassa per decenni.
Tutti i consumatori mondiali hanno beneficiato di questo rapporto.
Purtroppo, questa tendenza sta volgendo al termine.
Innanzitutto, la Cina è diventata una superpotenza.
La prosperità è aumentata e stanno aumentando alla grande anche gli stipendi (quindi i costi di produzione).
Alcune società infatti hanno spostato la produzione in Paesi ancora più economici, quali Bangladesh e Vietnam.
Tuttavia, anche questi Paesi stanno diventando luoghi costosi dove produrre.
Certe aziende, in seguito ai blocchi Covid, sono tornate a produrre nel Paese di origine dopo aver imparato che la produzione domestica è più affidabile.
Purtroppo però produrre in Paesi "ricchi" è costosissimo, e porta a costi maggiori per i consumatori.
In più, il mercato del lavoro sta cambiando rapidamente e il numero di pensionati sta crescendo a dismisura.
Questo unito a Covid, guerra e fanatismo ambientale sono fattori molto inflazionistici.
La fine della guerra infatti non risolverà un bel niente.
La visione del nostro team è chiara:
Tra alti e bassi, l’'inflazione rimarrà persistente nel prossimo decennio.
Una nuova era è iniziata.
Qualunque sia il tuo obiettivo (anche fosse solo il non impoverirti per l’inflazione), devi riuscire a far fruttare il tuo capitale per raggiungerlo.
E la semplicistica strategia del "dollar-cost averaging" non è più un'idea geniale.
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