- L’oro indica un possibile pattern di inversione
- I rendimenti scendono mentre salgono i timori di una recessione
- L’oro potrebbe riuscire a salire verso i 1.800 dollari
L’oro è al centro dell’attenzione questo giovedì dopo la price action rialzista di giovedì, mentre i nuovi dati macro suonano l’allarme di una recessione in arrivo. Abbiamo assistito ad un brusco calo dei rendimenti, con il rally del dollaro in stallo con l’indice del dollaro in calo sulla settimana nonostante la lieve ripresa di stamattina.
Sebbene al momento della scrittura, nelle prime ore di venerdì, l’oro fosse ancora in ribasso, sembrava destinato ad estendere la sua ripresa dopo la bella price action di giovedì:
Giovedì il metallo è sceso al di sotto del supporto di lungo periodo intorno ai 1.700 dollari, prima di risalire e non solo di diventare positivo nella sessione, ma anche di superare l’intervallo di mercoledì. Ha quindi creato una candela engulfing rialzista sul grafico giornaliero. Anche l’argento ha formato una candela simile.
Una candela engulfing rialzista, come suggerisce il nome, è un forte modello di inversione rialzista e solitamente si trova alla fine di un downtrend. Si tratta di un modello a due barre, in cui l’intervallo della prima viene completamente inghiottito dall’intervallo della candela successiva. Mostra un chiaro passaggio dalla pressione di vendita a quella di acquisto.
La candela engulfing rialzista di cui sopra sul grafico giornaliero dell’oro potrebbe essere un segnale che il metallo ha toccato il fondo, o almeno ha creato un minimo a breve termine. Come minimo, mi aspetto che il metallo salga verso il trend di resistenza del suo canale/cuneo ribassista. Ma c’è la possibilità di una ripresa ancora più ampia verso la prossima zona di resistenza tra i 1.786 e i 1.800 dollari, e possibilmente anche oltre.
Finora l’oro non è riuscito a brillare a causa dell’apprezzamento del dollaro USA e dell’aumento dei tassi di interesse. Tuttavia, dato che i timori di recessione sono in aumento, come evidenziato dagli ultimi dati economici, potremmo vedere il mercato iniziare a concentrarsi sul picco dell’inflazione e sulla fine del ciclo di inasprimento.
Bisogna tenere a mente che i mercati sono lungimiranti e che se da un lato è troppo presto per parlare di tagli dei tassi, dall’altro è possibile che gran parte dei rialzi dei tassi siano ormai pienamente stati considerati.
In linea con la tendenza recente, questa mattina gli ultimi dati PMI della zona euro hanno deluso: l’indice PMI composito è sceso verso la contrazione con un dato di 49,4, in calo di oltre 2,5 punti rispetto ai 52,0 registrati a giugno.
L’attività del settore manifatturiero (49,6) è stata la più colpita, mentre i servizi resistono sopra il livello di 50, con un PMI sceso a 50,6 da 53,0.
Negli USA, l’indice manifatturiero della Fed di Philadelphia è sceso a -12,3 rispetto a 53,0. è sceso a -12,3 rispetto a un’aspettativa di -2,5 e a un dato precedente di -3,3. Nel frattempo, il numero delle richieste di sussidio di disoccupazione è salito ai massimi da 8 mesi.
Vedremo se anche i PMI statunitensi indicheranno una recessione, quando saranno pubblicati nel tardo pomeriggio.
Nota: L’autore non possiede nessuno degli strumenti nominati nel presente articolo.